Nella splendida cornice dello Sporting Club Milano 3 di Basiglio (Milano) si è tenuta la conferenza stampa di presentazione al torneo che assegnerà la wild card italiana per le Next Gen ATP Finals. “Il primo passo verso la rivoluzione del tennis”: così Sergio Palmieri, direttore organizzativo delle Finals e presidente della Federtennis lombarda, ha definito l’evento che vedrà impegnati a Milano dal 7 all’11 novembre, i migliori sette under 21 della classifica aggiornata al 30 ottobre, più una wild card riservata al vincitore del torneo di qualificazione in programma sui campi indoor di Basiglio una settimana prima. A contendersi il posto per l’ambito palcoscenico saranno i migliori otto under 21 italiani nella Race to Milan secondo una richiesta che l’Atp ha rivolto alla Fit per garantire la partecipazione all’atto finale al giocatore più in forma e che si dimostra più preparato per affrontarlo. Il montepremi è ricchissimo: ventimila euro suddivisi tra il finalista (7000), semifinalisti (3500) e sconfitti nei quarti di finale (1500). Al vincitore, oltre alla prestigiosa wild card, il prize money che spetta a ciascuno degli otto partecipanti alle Finals.
Il grande favorito è Matteo Berrettini, protagonista di un’ottima stagione che l’ha visto salire a numero 120 della classifica ATP e nella quale spicca il primo titolo challenger conquistato a San Benedetto del Tronto. Potrebbe essere l’occasione però per il salto di qualità tanto atteso da parte di Gianluigi Quinzi che da troppo tempo staziona intorno al trecentesimo posto ma ci sono altri giovani interessanti che potrebbero dire la loro come Liam Caruana, diciannovenne romano che si è trasferito negli Stati Uniti quando aveva sei anni, dotato di un gioco moderno, potente e molto adatto alle superfici velocI.
Con le qualificazioni a fare da preambolo, Palmieri ha poi posto l’attenzione sull’aspetto più importante, oltre a quello di valorizzare i giovani, delle Next Gen ATP Finals definendole “il futuro del tennis”. Al torneo di Basiglio infatti verrano testate le nuove regole che saranno poi applicate alle vere Finals. Le partite si giocheranno al meglio dei cinque set, ognuno ai quattro game con il tie-break sul 3-3. Sarà abolito il let sul servizio e i vantaggi. Sul 40 pari si giocherà il killer point: il battitore avrà a disposizione una sola palla di servizio ma potrà scegliere da che parte metterla in campo, a differenza di quanto già succede nel doppio in cui è la coppia che risponde a decidere il lato. Queste novità hanno un duplice obiettivo: da un lato rendere il gioco più spettacolare e veloce e dall’altro quello di abituare i giovani a giocare mentalmente tre set su cinque, con l’esito della partita sempre in sospeso e soggetto a possibili ribaltamenti di fronte. Non sarà possibile invece (per motivi organizzativi), provare quella che è stata definita la vera innovazione delle Next Gen ATP Finals, ovvero l’abolizione totale dei giudici di linea che saranno sostituiti da un sistema di rilevamento elettronico sul rimbalzo della palla, testato per la prima volta con successo a Cincinnati. Un grande falco che coprirà tutte le righe del campo e segnalerà le palle out con un suono e un fascio di luce mentre proietterà su uno schermo quelle sulle righe. In questo modo vengono aboliti anche i challenge richiesti dai giocatori e si dovrebbero evitare discussioni e perdite di tempo. A margine di queste sperimentazioni ce ne saranno altre, meno eclatanti ma pur sempre interessanti, che prevedono l’introduzione in campo di un orologio che segnalerà il tempo che trascorre tra un punto e l’altro (come succede nel basket) permettendo a tutti, giocatori, pubblico e giudice di sedia, di rendersi effettivamente conto dei secondi che passano. Infine, gli spettatori dei posti laterali potranno muoversi, entrare e uscire senza dover attendere i game dispari. Presenti alla conferenza, Diego Nargiso e Stefano Pescolosido, rispettivamente ex numero 67 e numero 42 del mondo, hanno espresso entrambi particolare apprezzamento per la formula del set ridotto e delle partite al meglio dei cinque set ma non per quanto riguarda l’abolizione del let sul servizio. Sarebbe ingiusto, secondo loro, affidare esclusivamente alla sorte l’esito di una partita che potrebbe decidersi proprio su “un servizio che rimbalza a piombo e sul quale è impossibile arrivare”.
In conclusione Palmieri si è detto estremamente soddisfatto per l’attenzione che le Next Gen Finals hanno suscitato e per la grande partecipazione di pubblico prevista dalla prevendita dei biglietti. Nessuna parola, invece, sulla presenza o meno del numero 3 del mondo Alexander Zverev. C’è bisogno di novità e nel circuito sta crescendo sempre di più l’attenzione per i giovani anche se, con Nadal e Federer in questo stato di grazia, il muro da superare è ancora proibitivo.