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Il pentimento di Fognini: “Quello non ero io”

Fabio Fognini è tornato in Italia dopo la squalifica comminata a seguito della sospensione allo US Open per le frasi vergognose rivolte nei confronti del giudice di sedia del suo match di primo turno, perso contro Stefano Travaglia. In Puglia, il tennista ligure è stato intercettato da Lia Capizzi, inviata di SKY Italia, che lo ha intervistato per capire il pensiero di Fabio a pochi giorni dal match che ha segnato uno dei momenti più bassi della carriera.

“Sono qui per chiedere scusa, di nuovo – dice Fognini – A tutti, non solo al giudice, con cui mi sono già scusato. A tutti coloro che si sono sentiti offesi, le donne in primis. Sono stato descritto come sessista, e non è vero. Sono un padre di famiglia, ho una moglie, una mamma, una sorella. Ho sempre amato e rispettato le donne”. È un Fognini molto più tranquillo e riflessivo rispetto a quello che, col nervosismo a fior di pelle, aveva scatenato tutta la sua tensione verso la stampa presente a Flushing Meadows: “So di aver commesso un errore molto, molto grave. In questo momento sono disposto a qualsiasi cosa, anche andare in una scuola e parlare con i bambini per dire quello che penso. Non capiterà più: ho sbagliato, non succederà più”.

L’azzurro concentra molto del suo discorso sui suoi atteggiamenti spesso oltre il limite. Da Monte Carlo ad Amburgo, dagli insulti a Roberto Bautista Agut agli epiteti razzisti verso Filip Krajinovic: “È un mio limite, lo riconosco. Lavoro con un mental coach e devo dire che nell’ultimo periodo eravamo sulla buona strada. Questa sciocchezza non è spiegabile, me ne assumo le responsabilità. Ne ho pagato le conseguenze e le decisioni dovranno ancora arrivare. So bene cosa rischio, ma chi sbaglia paga”. I rischi, ora, sono di una nuova multa oltre ai 24.000 dollari già ricevuti (ed al mancato incasso del prize money) e di una possibile squalifica dai tornei dello Slam. Secondo voci di corridoio, potrebbero essere reali i 250.000 dollari ipotizzati nelle prime ore mentre sembra assai improbabile la squalifica “a vita” dai Major, più probabile magari un torneo soltanto (che quindi sarebbe l’Australian Open 2018).

Fognini, infine, parla anche dei momenti subito successivi al match perso contro l’ascolano, dove non ha dato la mano a Louise Enzell, l’arbitro bersaglio del suo turpiloquio in campo: “Ho pianto quando ero solo, lo ammetto. Perché so che non sono così, so di valere di più. Non è il vero Fognini quello. L’unica cosa che posso dire è che non ci sarà una prossima volta. Non succederà più”.

Redazione

La redazione di Ok Tennis è formata da rappresentanti di tutte le minoranze tennistiche esistenti al mondo. Inoltre, è conforme alla Déclaration des Droits de l’Homme et du Citoyen emanata il 26 agosto 1789.

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