Da colpevole per non aver commesso il fatto a innocente squalificato per non aver impedito ad altri di sbagliare. Se la vicenda Clostebol ha un merito (ma davvero ce l’ha?) esso viene dalla plastica raffigurazione che ha assunto ai nostri occhi la giustizia sportiva quando non si attiene ai fatti ma deve rispondere a esigenze […]
08 Set 2017 17:37 - Ultim'ora
Pat Rafter: “Poca differenza tra le superfici e tutti giocano allo stesso modo”
Il lamento di Pat Rafter sull'omogeneizzazione di stili, superfici e gioco.
di Salvatore De Simone
Si è discusso molto tra tennisti e addetti ai lavori della presunta lentezza del cemento degli Us Open (ma gli organizzatori hanno negato affermando che sono alla stessa velocità degli anni passati) e dunque dell’omogeneizzazione delle superfici nel corso degli ultimi anni. Ne ha parlato con rammarico anche Patrick Rafter in alcune dichiarazioni rilasciate a ‘Tennismash’: “Quando giocavo io c’erano gli specialisti dell’erba, quelli del rosso e poi i fuoriclasse che sapevano vincere dappertutto come Lendl, Sampras e Agassi i quali però potevano avere molti problemi sulla superficie a loro meno congeniale– ha dichiarato l’australiano – Per questo si verificavano anche tante sconfitte dei più forti e ciò era magnifico perché rendeva tutto più incerto. Ma soprattutto era bello vedere affrontarsi atleti con stili davvero differenti mentre oggi giocano tutti lo stesso tennis e le sorprese sono molte di meno. Mi piacciono le superfici veramente differenti, alcune rapide e altre più lente, in modo che sia ogni volta una sfida. Oggi non ci sono quasi più campi davvero veloci e questo è un peccato”.