dal nostro inviato a New York
[9] V. Williams b. [13] P. Kvitova 6-3 3-6 7-6(2)
Sono tornate, Venus e Petra. Risorte, se volete, dopo una discesa agli inferi. Acciacchi, malattie, infortuni, incidenti, aggressioni: alla ceca e alla statunitense è capitato di tutto. Tutto, ma non qualcosa capace di allontanarle dal tennis. Petra e Venus sono infatti la personificazione della passione per questo sport.
Venus a 37 anni non ha la minima intenzione di smettere e ha ritrovato una competitività ad alti livelli che le mancava da almeno un lustro, mente Petra ha lavorato come una pazza per tornare subito in campo dopo l’aggressione subita a dicembre.
Si ritrovano per il quarto di finale nobile del torneo femminile, infatti sono le uniche due giocatrici rimaste in gara a poter vantare una vittoria Slam e le due più seguite con affetto e ammirazione dal pubblico. Un pubblico che ha visto Venus calcare questi campi per la prima volta esattamente 20 anni fa: nel 1997 -anno di costruzione dell’Arthur Ashe Stadium- una teenager con le treccine e la forza di un tornado giocava il suo primo Us Open in carriera e arrivava in finale, battuta solo da Martina Hingis.
La Kvitova finora non ha avuto un buon feeling con New York (miglior risultato il quarto di finale del 2015), ma gli americani amano i ‘comeback’ e quello di Petra è stato straordinario, quasi quanto quello di Sloane Stephens, capace di rimontare 900 posizioni nell’arco di un anno.
I precedenti dicono 4-1 per la ceca, l’ultimo però risale a Wimbledon 2014. Sull’Arthur Ashe si respira un’atmosfera febbrile per quella che molti considerano come la finale anticipata del torneo.
La partita. Inizio nervoso da parte di entrambe, con più errori che vincenti. E’ la Kvitova a scappare per prima sul 3-1, poi accusa uno dei suoi inspiegabili black out e la Williams ne approfitta per infilare 5 game consecutivi e prendersi il primo set. Petra conclude il primo parziale con un -10 tra vincenti ed errori gratuiti.
Nel secondo la ceca si risveglia, breakka subito e va sul 3-0. Ci si ferma per la chiusura del tetto (circa 10 minuti) per una presunta pioggia che non arriverà mai. Alla ripresa Petra deve annullare palle break in due turni consecutivi di battuta, ma alla fine se la cava, aggiudicandosi il secondo parziale.
Dopo due set di alti e bassi, nel terzo il livello sale drasticamente. La Kvitova si prende un break di vantaggio grazie ad uno splendido rovescio vincente, poi sotto 0-40 nel turno successivo si salva con cinque punti straordinari. Sembra la svolta e invece la ceca cede il servizio con un doppio fallo nel turno di battuta seguente.
Sul 4-4 si assiste al game più bello del match. Venus tiene il servizio dopo una serratissima lotta e punti spettacolari. Si va dunque al tie-break in cui la 27enne di Bilovec passa subito in svantaggio quando sbaglia un passante di diritto. Venus prende il largo, si fa aggressiva e grazie al nono doppio fallo della ceca si procura 5 match point. Anche la Williams sente l’emozione e commette doppio fallo sulla prima palla del match, ma si riscatta subito giocando una buona prima che la Kvitova non controlla.
L’Arthur Ashe esplode di gioia, mentre Venus non esagera coi festeggiamenti limitandosi ad un sorriso estatico.
La Williams lunedì tornerà tra le prime 5 del mondo dopo sei anni, con la concreta chance di salire al numero 2 in caso di vittoria del torneo.
Venus torna anche in semifinale agli Us Open a 7 anni di distanza (la nona a New York, la 23esima in totale, la quarta negli ultimi sei major) e ora incontrerà una giocatrice che in molto hanno paragonato a lei e a sua sorella, Sloane Stephens.
Passato contro futuro, ma tutto a stelle e strisce.
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