dal nostro inviato a New York
Rafa Nadal sta già facendo spazio nella sua già immensa bacheca di trofei. Il 16esimo Slam e il terzo Us Open sembrano ormai una formalità da espletare nel pomeriggio di domenica. Kevin Anderson non è proprio l’ultimo degli scarsi (è stato pure top 10 due anni fa), ma sembra non avere chances, soprattutto visto il livello di Nadal di questi ultimi giorni.
Il classico Davide contro Golia dunque, nonostante il sudafricano sia quasi 20 centimetri più alto di Rafa. Non è però certo la prima volta.
Ecco 10 finali Slam totalmente sbilanciate, finite proprio come tutti si aspettavano.
AUSTRALIAN OPEN 1979
Guillermo Vilas b. John Sadri 7-6(4) 6-3 6-2
Ai tempi gli Australian Open erano ancora poco più che un torneo nazionale tra australiani che i Top Player dell’epoca evitavano sistematicamente. Non Guillermo Vilas che nonostante l’idiosincrasia sull’erba, riuscì a portarsene a casa due, soprattutto grazie al povero campo di partecipazione. Nel ’79 l’era dei grandi ‘Aussie’ stava giungendo al termine e l’argentino da testa di serie numero 1 dovette faticare solo con Phil Dent e Victor Amaya. Dall’altra parte si fece strada John Sadri, un americano che ai tempi non era neanche vicino alla Top 10. Sadri era testa di serie numero 6 e affrontò solo australiani di seconda fascia, regalandosi la prima e unica finale Slam in carriera. Vilas vincerà la finale in tre rapidi set, mentre Sadri al massimo raggiungerà il 14esimo posto in classifica.
AUSTRALIAN OPEN 2001
Andre Agassi b. Arnaud Clement 6-4 6-2 6-2
Periodo di vuoto di potere nel tennis maschile e a farne le spese è soprattutto lo slam Down Under. Agassi si presenta da campione uscente e il suo unico vero ostacolo verso la finale è Pat Rafter, sconfitto in cinque set in semi.
Arnaud Clement parte dal seeding numero 15 e si merita l’accesso alla finale battendo un giovane Federer, il bombardiere Rusedski (che aveva eliminato la tds numero 1, Kuerten), il finalista dell’anno prima Kafelnikov prima di battagliare per cinque set con Grosjean. Clement arriva alla finale esausto e già incredulo del suo risultato e Andre gli lascia appena otto game.
AUSTRALIAN OPEN 2003
Andre Agassi b. Rainer Schuettler 6-2 6-2 6-1
Dopo un’altra finale assolutamente improbabile nel 2002 (quella tra Johansson e Safin, vinta incredibilmente dallo svedese), Agassi vince il suo ottavo e ultimo Slam in carriera. Lo fa passeggiando, senza incontrare nemmeno un Top 10. In finale trova nientemeno che Rainer Schuettler, testa di serie numero 31. Il tedesco approfitta del walkover al terzo turno di Safin, batte Blake negli ottavi, prende per sfinimento Nalbandian nei quarti (l’argentino aveva battuto Federer al quinto set nel turno precedente) e in semifinale trova un altro avversario esausto, Andy Roddick. L’americano aveva battuto El Aynaoui 21-19 al quinto in un match finito alle 3 di notte e in semifinale a stento si reggeva in piedi. ‘Die arbeiter’ sfrutta l’occasione, ma contro Andre colleziona 5 game in una delle finali più a senso unico della storia recente.
AUSTRALIAN OPEN 2006
Roger Federer b. Marcos Baghdatis 5-7 7-5 6-0 6-2
Roger è già dominatore sul circuito, soprattutto sul veloce su cui praticamente non ha avversari. Perde qualche set qua e là ma l’unico ad impensierirlo davvero è Tommy Haas al quarto turno. Il suo avversario in finale è una sorpresa assoluta, il 21enne cipriota Marcos Baghdatis, allora un semisconosciuto fuori dalle teste di serie. Baghdatis, sospinto dal tifo della comunità greca di Melbourne, batte in quattro set Roddick al quarto turno, Ljubicic in cinque nei quarti di finale e in semifinale rimonta due set di svantaggio a Nalbandian.
In finale Marcos va avanti di un set e di un break, prima di cedere di schianto e assistere al settimo trionfo Slam di Roger.
ROLAND GARROS 1977
Guillermo Vilas b. Brian Gottfried 6-0 6-3 6-0
Non proprio un carneade Brian Gottfried, ricordato per il suo aspetto grottesco e per essere stato anche un eccellente doppista. Non certo però uno che potesse pensare di impensierire uno dei più forti giocatori di sempre sulla terra battuta. E infatti, nell’anno in cui Borg saltò il torneo a causa della sua affiliazione al Team Tennis, Vilas vincerà il suo unico Roland Garros lasciando al povero americano la miseria di tre giochi.
ROLAND GARROS 1986
Ivan Lendl b. Mikael Pernfors 6-3 6-2 6-4
Nel 1986 a Parigi in finale ci arriva uno svedese e non è Borg, né Wilander, né Edberg. E nemmeno Jarryd o Nystrom. Mikael Pernfors, minuto e talentuoso, fa parte dell’armata scandinava del periodo, ma è nell’86 è poco più che un comprimario. In Francia però azzecca il torneo della vita battendo Edberg al secondo turno, Jaite negli ottavi, Becker nei quarti e Leconte in semifinale. Dall’altra parte Sua Maestà Ivan Lendl perde un solo set con Gomez e in finale liquida lo svedese in tre veloci set, nonostante il pubblico parigino avesse tifato in maniera scomposta in favore di Pernfors dal primo all’ultimo punto. Dopo quest’impresa, anni di mediocrità per Mikael che però si toglierà la soddisfazione di vincere il torneo di Montreal nel 1993.
ROLAND GARROS 2003
Juan Carlos Ferrero b. Martin Verkerk 6-1 6-3 6-2
Nel 2003 Juan Carlos Ferrero era il miglior giocatore sulla terra battuta e uno dei migliori sul veloce. L’anno prima aveva clamorosamente perso la finale contro Albert Costa, ma nel 2003 era tutto apparecchiato per il suo trionfo; Mosquito soffre solo Fernando Gonzalez nei quarti, mentre in semi si vendica di Costa. In finale è arrivato un lungagnone spuntato dal nulla, che pochi mesi prima aveva vinto il defunto torneo di Milano. Martin Verkerk da Leiderdrop approfitta di un tabellone agevole nei primi turni, ma il capolavoro lo fa nei quarti, battendo Carlos Moya 8-6 al quinto, mentre in semifinale liquida Coria in tre set.
L’olandese in finale esaurisce benzina e miracoli e Ferrero vince agevolmente il suo primo e unico Slam. Verkerk dopo poco subirà un infortunio alla spalla che porrà praticamente fine alla sua carriera.
WIMBLEDON 1983
John McEnroe b. Chris Lewis 6-2 6-2 6-2
Conclusa l’era Borg, John partiva come seconda testa di serie ma da favorito assoluto. The Genius arrivò in finale perdendo un solo set e in semifinale affrontò l’unico giocatore che poteva impensierirlo, Ivan Lendl, non ancora abbastanza competitivo sull’erba. Jimmy Connors, vincitore l’anno prima, si fece sorprendere al quarto turno dal bombardiere Curren. Proprio il sudafricano sembrava l’avversario designato di John in finale e invece ad arrivarci fu il neozelandese Chris Lewis, alfiere del serve and volley sistematico del periodo. Lewis batté il sudafricano 8-6 al quinto cogliendo un risultato assolutamente inaspettato. In finale Lewis farà sei game e in carriera non supererà mai il terzo turno in tutti gli altri Slam.
WIMBLEDON 1997
Pete Sampras b. Cedric Pioline 6-4 6-2 6-4
Dopo l’impresa di Kraijcek l’anno prima, Pete nel ’97 era determinato a riprendere il suo dominio ai Championshisp. Lo fece vincendo una delle edizioni più noiose e piatte di sempre. L’unico spavento per Sampras arrivò al quarto turno quando fu costretto al quinto da Korda, ma per il resto fu una crociera, la cui ultima tappa fu un ancora più scontata. In finale infatti trovò Pioline (come agli Us Open ’93, vedi sotto), bravo a neutralizzare i servizi di Rusedski nei quarti e di Stich in semi. Troppo più forte Pete e Pioline che si accontenta del piatto dello sconfitto.
US OPEN 1993
Pete Sampras b. Cedric Pioline 6-3 6-4 6-3
Cedric agli Us Open ’93 fece l’impresa battendo la testa di serie numero 1 Jim Courier al quarto turno. Superato Red Jim, il francese si sbarazzò di Medvedev e dell’altra sorpresa del torneo, l’australiano Wally Masur in semifinale. Più impegnativo il tabellone di Sampras che però arrivò in finale perdendo un solo set con Chang. Pete, sconfitto l’anno prima in finale da Ebderg, dominò il match vincendo il secondo Us Open e il terzo Slam della carriera.
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