dal nostro inviato a New York
[12] P. Carreno Busta b. [29] D. Schwartzman 6-4 6-4 6-2
Era il quarto di finale che nessuno si aspettava. Tsonga, Shapovalov, Cilic, Pouille, magari Steve Johnson o Jared Donaldson, ma Carreno Busta e Diego Schwartzman no. Nessuno se li aspettava e forse in pochi li volevano. Di sicuro non gli organizzatori, trovatisi improvvisamente con una sezione di tabellone che avrebbe fatto arrossire il 250 di Marrakech e di sicuro non il pubblico americano, proverbialmente refrattario a tutto quello che non è un ‘big name’. E così l’enorme catino dell’Arthur Ashe, baciato da un caldo sole, è mezzo vuoto per il primo quarto di finale di giornata.
Schwartzman però può contare su un gruppetto di tifosi argentini che si fanno sentire col coro ‘Ole, ole, ole, Peque, Peque’, sulla stregua di quello che ieri ha risuonato per 4 ore sul Granstand per del Potro. Già, ‘Peque’, il piccoletto, con i suoi 170 cm è il più basso quartofinalista agli Us Open dai tempi di Yzaga nel ’94, anno in cui il peruviano riuscì a battere niente meno che Pete Sampras. La sua corsa a Flushing Meadows ha superato di gran lunga ogni risultato conseguito finora in carriera, un mezzo miracolo considerando che l’anno scorso negli Slam aveva perso sempre al primo turno.
Carreno Busta da canto suo ha già messo a segno un record tutto particolare: è il primo giocatore nella storia ad incontrare quattro qualificati di seguito in uno Slam (King, Norrie, Mahut e Shapovalov). Un tabellone da sogno, che il 26enne di Gijon ha sfruttato alla perfezione senza neanche perdere un set. ‘Regolarista’ e ‘antipersonaggio’ del resto sembrano essere termini coniati apposta per lui e difficilmente diventerà mai un giocatore che muove le folle.
La partita. Pronti, via, Schwartzman preso dal nervosismo di trovarsi per la prima volta sull’Arthur Ashe, perde il servizio a zero. Carreno Busta invece parte più spigliato e sicuro, anche se i suoi turni di servizio non sono propriamente una passeggiata. Schwartmzan soffre di un piccolo problema alla coscia destra e fa fatica ad appoggiarsi quando deve colpire il rovescio. Lo spagnolo ne approfitta prendendo il largo: vola sul 5-2, si fa breakkare quando va a servire per il set ma non sbaglia alla seconda occasione, prendendosi il primo set per 6-4.
Il secondo parziale si decide invece nel cuore del set. Carreno Busta salva tre palle break sul 3-4 e nel game successivo sul 15-30, Schwartzman regala due break point all’avversario con un doppio fallo. Pablo gioca aggressivo, prende la rete e chiude con una voleé di diritto. E’ il punto che decide il match.
L’asturiano si prende il secondo set e nel terzo domina, mentre l’argentino si spegne progressivamente, commettendo sempre più errori. Non bastano i timidi incitamenti dei tifosi argentini nell’unico game lottato del terzo set (il sesto), Pablo si prende partita e semifinale in poco meno di due ore di gioco.
Lo spagnolo ha dimostrato nel complesso di avere più tennis. Maggiore regolarità, maggiore profondità di colpi e servizio più incisivo. Carreno Busta ha concluso con un saldo di vincenti-errori gratuiti in parità (30), mentre Schwartzman ha messo a referto 21 vincenti a fronte di 35 errori non forzati. Decisamente troppi per fare partita pari con la solidità dello spagnolo.
Carreno centra quindi la prima semifinale Slam della carriera senza neanche perdere un set sul suo cammino e attende il vincente del match di stasera tra Querrey e Anderson.
Schwartzman a fine match non ha fatto drammi e non ha cercato scuse: ‘Oggi stavo bene, ieri sentivo dolore e non era facile allenarsi con questo pensiero. Oggi però non avevo problemi, semplicemente Pablo ha giocato meglio di me. Di sicuro la partita è girata nel secondo set, quando ho avuto l’occasione di salire 5-3, ma lui lì ha giocato meglio. Negli altri due set è sempre stato sopra ed è difficile con un giocatore così in fiducia. Porto comunque via tante cose positive. Sto migliorando molto e spero di continuare così’.
Il giocatore iberico in conferenza stampa ha mantenuto il suo tono calmo, ma era grande la soddisfazione che traspariva dalle sue parole: ‘E’ stato un match speciale, giocare sull’Arthur Ashe contro un mio grande amico come Diego. Sono veramente felice di essere in semifinale. Ho giocato molto bene oggi, sono stato molto solido da fondo, cercando di non fare troppi errori. Penso che nei momenti importanti il servizio ha fatto la differenza. So di avere avuto un buon tabellone, con quattro qualificati, anche se Shapovalov non è un qualificato normale. Quando ti capitano queste occasioni devi saperle sfruttare. Penso che il mio gioco si adatti bene anche sul cemento: ho un buon servizio, gioco solido da fondo e se non fai troppi errori e giochi aggressivo puoi fare bene. Se dovessi giocare contro Querrey in semifinale? Ha un gran servizio e un gran rovescio, cercherò di giocargli sul rovescio…’
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