di Salvatore Sodano C’era un ragazzo che come me… amava i Beatles il Rock&Roll… e il tennis? Forse, ma scavando nel fotocatalogo dei vip, a disposizione nella banca dati, di Morandi tennista non c’è traccia. Allora? Cosa c’entra Morandi con il tennis, a parte le circostanze che spesso lo hanno visto esibirsi negli stadi del […]
27 Lug 2017 13:04 - Extra
Da Hingis a Navratilova: Dieci tennisti di cui non sai il vero nome
Lo strano caso del nome della Ostapenko non è l'unico nella storia del tennis. Chi si è accorciato il nome, chi il cognome o chi l'ha cambiato del tutto. Ecco una lista di giocatori il cui nome all'anagrafe è diverso da quello che pensi...
di Daniele Rossi
Il successo al Roland Garros della Ostapenko ha portato alla luce una strana e spinosa questione per la giovane lettone. Si chiama Jelena o Alona? Una domanda all’apparenza stupida, ma che nasconde dietro un rompicapo di difficile soluzione. Fin dall’inizio della sua carriera è stata conosciuta da tutti come Jelena, peccato che nel privato (compresi dai suoi genitori) si fa chiamare Alona. La disputa nasce dal fatto che i genitori avrebbero voluto chiamarla Alona, un nome di origine ucraina così come lo è la famiglia Ostapenko; il nome però non risulta nel calendario dei nomi lettone e quindi Jevgēnijs Ostapenko e Jeļena Jakovļeva hanno ‘ripiegato’ su Jelena. Negli atti ufficiali e per tutto il mondo del tennis si chiama Jelena, ma nella sua vita di tutti i giorni si chiama Alona e lei stessa ha detto di non apprezzare per niente di essere chiamata Jelena. Quando però in un’intervista le avevano paventato la possibilità di cambiare il suo nome ufficialmente, ha dichiarato che ormai è troppo tardi e che le trafile burocratiche sarebbero insostenibili. Il caso della Ostapenko è decisamente originale, ma non è certo il primo nel mondo del tennis.
Molti giocatori sono diventati noti con un nome diverso da quello risultante sull’atto di nascita per diversi motivi. Ecco 10 giocatori di cui, forse, non sai il vero nome.
Martina Hingis
Come tutti sanno, in alcuni paesi dell’Est Europa vi è l’uso di declinare i nomi al femminile ed è anche il caso della Slovacchia, paese natale di Martina, il cui vero cognome è Hingisova. Così era conosciuta nei primi anni di età quando ancora viveva con i genitori a Roznov, nell’allora Cecoslovacchia. A seguito del divorzio, mamma Melanie Molitor riparò in Svizzera, nel cantone di San Gallo. Martina crebbe a pane e tennis, acquisì la nazionalità rossocrociata e accorciò il cognome in Hingis, togliendo quel suffisso che odorava troppo di Europa Orientale.
NOME ALL’ANAGRAFE: Martina Hingisova Molitor
Stan Wawrinka
Rimaniamo nella Confederazione Elvetica con l’unico giocatore del circuito che può vantare ben tre soprannomi: Iron Stan, Stan the Man e Stanimal. Soprannomi che hanno avuto un certo successo, tanto da finire stampati sul suo materiale da gioco e sul suo merchandising. La mossa di abbreviare il lungo e complesso Stanislas, nel più catchy e anglofono Stan (con tanto di pronuncia all’americana, ‘Stén’) si è rivelata quindi decisamente azzeccata. Certo, vincere tre Slam ha comunque aiutato…
NOME ALL’ANAGRAFE: Stanislas Wawrinka
Coco Vandeweghe
Il caso della statunitense è decisamente particolare. Coco Vandeweghe non si chiama né Coco né Vandeweghe. Al momento della nascita infatti è stata registrata col nome di Colleen Hutchins Mullarkey. Se per il nome la questione è semplice, Coco è il vezzeggiativo del più serioso Colleen, per il cognome l’affare è appena più complicato. Hutchins era il cognome della nonna Colleen Kay (Miss America nel 1952), mentre Mullarkey è il cognome del papà di Coco, Richard. Una volta separatisi i genitori però, l’americana preferì acquisire il prestigioso cognome della madre. Vandeweghe negli Stati Uniti è infatti sinonimo di successo negli sport: mamma Tauna ha fatto parte della squadra di nuoto statunitense alle Olimpiadi del 1976, mentre nonno Ernie è stato un campione NBA, così come il fratello maggiore Ernest Maurice, più noto come Kiki.
NOME ALL’ANAGRAFE: Collen Hutchins Mullarkey
Martina Navratilova
Martina nella sua vita ha dovuto affrontare tantissime sfide. La fuga da casa, la rinuncia alla sua nazionalità, i problemi di peso, il discusso outing e una rivalità fiera e infinita con Chris Evert. Il primo vero turning point della vita di Martina però accadde molto prima che la sua carriera da tennista iniziasse. Era nata a Praga il 18 ottobre 1956 e portava il cognome del padre: Subertova. Quando aveva appena tre anni, i genitori divorziarono e la piccola Martina seguì la madre nel piccolo comune di Revnice. Qui mamma Jana –ex ginnasta, tennista ed istruttrice di sci- si risposò con Miroslav Navratil. Fu il suo primo allenatore di tennis e le diede il cognome con cui è conosciuta in tutto il mondo, con l’aggiunta del suffisso femminile –ova. Il vero padre di Martina, Mirek Subert, si suicidò pochi anni dopo.
NOME ALL’ANAGRAFE: Martina Subertova
Alexandr Dolgopolov
Nel caso dell’ucraino, fresco finalista del torneo di Bastad, non è necessario chiamare in causa divorzi o cambi di nazionalità, ma solo la necessità di uno ‘spelling’ più agile. Fino al 2010 infatti l’ucraino portava l’esatta traslitterazione dal cirillico del suo nome completo Oleksandr Dolgopolov jr. Il padre Oleksandr Dolgopolov ha giocato per la squadra sovietica di Coppa Davis negli anni ’80 ed è stato coach del miglior giocatore ucraino di sempre, Andrei Medvedev. Nel pieno della sua scalata al successo, il ‘Dolgo’ decise di affrancarsi dall’eredità del padre, togliendo quel Junior e inglesizzando il nome, trasformandolo da Oleksandr ad Alexandr.
NOME ALL’ANAGRAFE: Oleksandr Dolgopolov jr.
Pancho Gonzales.
Personaggio da film, Pancho Gonzales è stato uno dei più forti giocatori dell’epoca amatoriale, di sicuro uno dei migliori tra la fine degli anni ’40 e l’inizio degli anni ’60. I suoi genitori migrarono dal Messico negli Stati Uniti all’inizio del secolo, nacque a Los Angeles il 9 maggio 1928 e fu battezzato col nome di Ricardo Alonso Gonzalez. Non fece mai la fame, ma dovette scontrarsi con i pregiudizi dell’allora bigotta America sui messicani, soprattutto in un ambiente ricco, elitario ed a esclusivo appannaggio degli abbienti anglosassoni come era quello del tennis. Si faceva chiamare Richard, ma una volta introdottosi nel mondo tennistico, gli fu affibbiato il soprannome ‘Pancho’, che altro non era che un appellativo dispregiativo con cui gli americani chiamavano tutti i messicani. Gonzales odiava quel nome, che condivideva con un altro campione dell’epoca, Pancho Segura, il cui nome di battesimo era Francisco. Solo a fine carriera, quando la comunità spagnola cominciò ad integrarsi, il suo cognome iniziò ad essere scritto in modo esatto, con la ‘z’ al posto della ‘s’, ma ormai la grafia inglesizzata aveva soppiantato quella corretta e per tutti è rimasto sempre e solo Pancho Gonzales.
NOME ALL’ANAGRAFE: Ricardo Alonso Gonzalez
Daniel Nestor
Riconosciuto universalmente come uno dei doppisti più forti di tutti i tempi, a 44 anni gioca ancora con eccellenti risultati. Forse pochi sanno che il canadese non è nato nel paese della foglia d’acero, ma a Belgrado il 4 settembre 1972, con il nome di Danijel Nestorovic. I genitori lasciarono l’allora Jugoslavia in cerca di fortuna nel 1976, trasferendosi a Toronto e troncando il suffisso –ovic, per un più rassicurante cognome dal suono anglofono. I record di longevità di Nestor sono impressionanti, ma basterebbe ricordare solo l’anno in cui è diventato professionista: 1991! Per un breve periodo il buon Daniel, che ora risiede alle Bahamas, è stato competitivo anche in singolare: a seguito del miglior Slam in carriera (Wimbledon 1999, sconfitto al 4° turno da Sampras) nel 1999 si arrampicò fino al numero 58 in classifica.
NOME ALL’ANAGRAFE: Danijel Nestorovic
Pete Sampras
Per ovvi motivi in questa lista non abbiamo inserito tutti i giocatori americani, britannici e australiani noti con diminutivi dei nomi completi. Basti pensare a James Scott Connors, Christine Marie Evert, James Spencer Courier, Patrick Michael Rafter, Andrew Stephen Roddick, Andrew Barron Murray e via dicendo. Vale la pena però ricordare il vero nome all’anagrafe del Re dello Swing, ovvero Petros, eredità delle origini della famiglia formata dal padre Soterios (detto Sammy) e dalla madre Georgia Vroustouris, entrambi greci emigrati negli Stati Uniti. Si fece chiamare Pete fin da piccolo (solitamente diminutivo di Peter), anche se a scuola era noto soprattutto come il ‘tennis boy’, il ragazzo solitario e silenzioso che pensava solo a giocare a tennis. Al nome Sampras è legata poi un’altra curiosità tutta italiana. La famosa e fortunata serie ‘Boris’ si chiama così in onore del pesce rosso di proprietà del regista René Ferretti, che aveva il vizio di chiamare i propri pesci con i nomi dei campioni di tennis. ‘Boris’ ovviamente deriva da Boris Becker, ma si tratta di un rimpiazzo. Gli autori infatti volevano chiamarla ‘Sampras’, ma si scontrarono col fatto che il cognome di Pistol Pete è un marchio registrato dalla Nike e quindi non utilizzabile liberamente. Ripiegarono chiamando Sampras solo l’episodio pilota.
NOME ALL’ANAGRAFE: Petros Sampras
Mirka Federer
La storia della donna più invidiata del pianeta è simile a quella di Martina Hingis. Al momento della nascita a Bojnice (nell’attuale Slovacchia) il 1° aprile 1978, fu registrata all’anagrafe col nome di Miroslava Vavrincova. La famiglia emigrò in Svizzera quando la bimba aveva solo 2 anni e mutò il cognome in Vavrinec. Proprio col nome di Miroslava Vavrinec fu conosciuta nel circuito Wta durante la sua breve carriera, interrotta nel 2002 a causa di un infortunio alla caviglia, dopo aver raggiunto il suo best ranking (76) nel settembre 2001. Una volta sposatasi con Roger, ha messo in soffitta l’arcigno Miroslava in favore del più semplice Mirka.
NOME ALL’ANAGRAFE: Miroslava Vavrincova
Billie Jean King
Può sembrare strano, ma la paladina per eccellenza dei diritti delle donne e della causa omosessuale, è conosciuta universalmente col cognome di…suo marito. Nata Billie Jean Moffitt, acquisì il cognome del marito, lo studente di legge Lawrence King a seguito del matrimonio contratto il 17 settembre 1965. A vedere il tabellone di Wimbledon 1963 –prima finale Slam in carriera- infatti portava ancora il nome Moffitt. Ironia della sorte, perse contro l’australiana Margaret Court, schieratasi più volte apertamente contro la comunità gay, definendo l’omosessualità come un abominio. Billie Jean, dopo aver dichiarato pubblicamente di aver avuto una relazione con la sua segretaria nel 1981, divorzierà dal marito solo nel 1987, mantenendo però quel King che suona decisamente meglio di Moffitt…
NOME ALL’ANAGRAFE: Billie Jean Moffitt