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Tre partite in singolare in un giorno? L’ultima volta nel 2014

La pioggia ad Eastbourne ha mandato in crisi gli organizzatori. Dopo il rinvio quasi totale della giornata di martedì, ieri i match erano tantissimi e quasi tutti i giocatori e le giocatrici erano costrette a due turni con il rischio, poi verificatosi, che qualche partita si allungasse talmente tanto da far spostare tutto. Verso le 5:30 è tornata la pioggia, in quel momento c’erano già alcune anomalie: Simona Halep stava giocando il secondo set del suo match di ottavi di finale, Agnieszka Radwanska non aveva che appena iniziato il suo match di secondo turno. Considerando che il tabellone doveva essere allineato, a questo punto, ai quarti di finale, vuol dire che oggi la rumena deve completare la sua partita e giocare eventualmente il match di quarti di finale, mentre la polacca deve completare quella contro Lauren Davis e fare altri due match per essere in pari.

La situazione confusa e caotica ha portato gli organizzatori ad un ordine di gioco con caratteri minuscoli per via dei tanti “o”, fino addirittura a dover aggiungere un “unknown” (sconosciuto).

Essendo ultimo match, con 4 partite prima, è probabile che non si riesca a giocare se arriverà uno scroscio di pioggia o ci sarà qualche incontro che si dilungherà. Ma se tutto dovesse filare per il verso giusto ed una tra Radwanska e Davis dovesse vincere due partite, sarà costretta a scendere in campo una terza volta. Lo scorso anno a Wimbledon, quando tutta la prima settimana fu infestata dalla pioggia, nel tabellone femminile ci furono dei grossi problemi con sezioni di tabellone sfalsate e giocatrici costrette a giorni di pausa in più perché le avversarie non avevano avuto la stessa fortuna ed erano ancora ferme due turni prima.

Ci fu un caso, molto particolare, di tre incontri in singolare nello stesso giorno. Il torneo ITF di Telavi, in Georgia, nel settembre 2014, fu rovinato dalla pioggia battente e furono tantissimi i giorni che non videro neppure un turno giocato. Alla domenica, nel giorno della finale, alcune dovevano ancora ultimare il match di secondo turno. Si decise di non cancellare l’evento e di provare ad ultimarlo il lunedì, ultimo giorno disponibile, facendo disputare i quarti, le semifinali e la finale tutti assieme, snaturando un po’ le regole perché venne stabilito che la finale si sarebbe conclusa, in caso di terzo set, con un match tie-break ai 10 punti (quello che viene usato nel doppio).

Paolini e Kasatkina furono le “fortunate” che vinsero le prime due partite, contro Cindy Burger e Valeria Solovyeva (la russa), Anastasia Vasylyeva e Deniz Kazaniuk (l’italiana). In finale prevalse la russa, ora in top-30, ma solo dopo il match tie-break: 6-1 4-6 10-7.

Lo scorso anno, ad onor del vero, ci fu una giocatrice che a livello WTA andò vicinissima a giocare tre partite in singolare nell’arco di 24 ore: Dominika Cibulkova. Era il torneo di Wuhan, lo scorso ottobre, e la slovacca aveva visto rinviato il match contro Karolina Pliskova, valido per gli ottavi di finale. Il giorno seguente dunque avrebbe dovuto scendere in campo prima contro la ceca, poi contro la vincitrice dell’incontro tra Barbora Strycova e Jelena Jankovic. I match erano in programma in contemporanea, ma la pioggia imperversava e dunque solo Strycova-Jankovic poté iniziare in orario, mentre Cibulkova-Pliskova fu spostato sul centrale appena dopo il primo match. La slovacca entrò in campo alle 8 del mattino in Italia, quando a Wuhan erano le 14 e vinse il match con un doppio 6-2. Tornò in campo alle 23 ora cinese, vincendo una grande battaglia contro la propria testimone di nozze per 6-3 3-6 6-4 finendo il match oltre l’una di notte e coi crampi. È tornata in hotel alle 4:30 del mattino, e dovendo affrontare Svetlana Kuznetsova in semifinale (con la russa che potenzialmente poteva giocare anche in doppio dunque, il giorno prima, gli organizzatori dovettero posizionarla come prima semifinale) fu costretta a tornare al torneo alle 12 per essere in campo alle 15, terminando la terza maratona oltre due ore dopo, 3-6 6-3 6-4.

Facendo un rapido conteggio, si scopre che la finalista di quel torneo, sconfitta poi da Petra Kvitova (anche una Cibulkova al 100% non avrebbe potuto nulla contro una delle migliori versioni della ceca nel 2016), completò tre partite nell’arco di 27 ore. Filotto che fu poi fondamentale a fine stagione per permetterle di accedere al Master di Singapore, dove ottenne la qualifcazione come settima per soli 200 punti sopra la stessa Kuznetsova (e Johanna Konta). Una vittoria in meno e la britannica avrebbe preso il suo posto, impedendole di vincere il torneo più incredibile ed importante della carriera, battendo ancora lungo il cammino Kuznetsova, in semifinale, per 1-6 7-6 6-4.

Diego Barbiani

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