dal nostro inviato
Il giorno dopo, qui al Foro, è quello in cui l’entusiasmo del momento prova a spingersi oltre e a sognare qualcosa di molto grande. L’impresa di Fabio Fognini ai danni di Andy Murray è ancora sotto gli occhi di tutti e, inutile negarlo, permette di guardare al futuro prossimo con ottimismo: che sia la volta buona per vedere il ritorno di un “profeta in patria”? Volendo scappare da proclami tanto inutili quanto deleteri, si può affermare che recitare un ruolo da protagonista, in casa Fogna, appare un obiettivo più concreto che mai.
Sia chiaro: sapevamo già che il taggiasco era in grado di disinnescare le armi del numero uno britannico. Ha dimostrato di saperlo fare anche in maniera piuttosto netta, vedi il famoso quarto di finale Italia – Gran Bretagna a Napoli. Eppure, l’estrema facilità con cui Fognini ha ridicolizzato l’avversario con il proprio gioco non ha precedenti. Decine di vincenti, dai fulminanti diritti scagliati in ogni direzione alle calibrate palle corte che – spesso e volentieri – hanno lasciato Murray immobile, si sono susseguiti con una costanza clamorosa. Una partita praticamente impeccabile in cui non c’è stato spazio per lamenti, distrazioni e saliscendi, fatta eccezione per la mini rimonta (da 5-1 a 5-4) subìta poco prima della fine. Una minima sbavatura assolutamente comprensibile, vista la pressione, e di certo giustificabile.
Questo “Fogna 2.0”, ugualmente spettacolare ma ben più affidabile, piace molto. Al di là dell’indubbia qualità del gioco, è sembrato un giocatore centrato, dai colpi belli ma al contempo consistenti, che sbaglia poco e bene. “Una rondine non fa primavera”, certo, ma non si batte un numero uno del mondo per caso. E Fognini lo sa bene, perché in due settimane ha sconfitto Murray e giocato alla pari con Nadal in quel di Madrid: non proprio i primi che passavano da quelle parti.
Al terzo turno attende il vincitore del match che tra poco vedrà opporsi Alexander Zverev e Viktor Troicki, giustiziere del nostro Napolitano al turno d’esordio: nel caso in cui, come sembra, dovesse spuntarla la rising-star tedesca, ci troveremmo di fronte un altro interessante banco di prova, con Fognini che dovrà essere pronto a spegnere il fuoco del più piccolo dei fratelli Zverev. ‘Fogna’ tiene in piedi la baracca azzurra, il Foro sogna.
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