Djokovic: “Ho bisogno di una scossa, sto cercando di essere un uomo migliore”

Masters 1000 di Madrid, l'intervista pre-torneo di Novak Djokovic: "La separazione con Marian Vajda e gli altri è stata emozionante ma saremo amici per sempre".

Molti di noi sono impazienti di sapere il tuo parere sulle grandi notizie di questi giorni. Puoi parlarci della tua decisione e di come ti senti oggi?
Non è certo stata una decisione semplice, né per me né per il mio team, ma sentivamo il bisogno di un cambiamento, di entrare in una nuova fase. È stata una decisione comune, non esclusivamente mia. Non sarò mai abbastanza grato per tutto quello che hanno fatto per me, per i loro sacrifici, la loro amicizia. Abbiamo vissuto tanti momenti bellissimi insieme, la nostra relazione non morirà mai.

Con loro, specialmente con Marian, tu hai diviso momenti belli ma anche momenti duri. Perché è stato differente stavolta?    
Come ho detto, sono stato con loro per dieci anni e abbiamo una relazione speciale, che durerà per il resto della nostra vita. Questa è una separazione tecnica, non sentimentale. Abbiamo raggiunto degli obiettivi straordinari e questi non li dimenticheremo mai. Ma ci sono momenti in cui devi andare avanti. Marian gira il tour da trent’anni è un po’ stanco. E lo stesso si può dire per Gebhard Gritsch, il mio fitness coach.
Quindi per me era il momento giusto per provare qualcosa di nuovo. Sono molto fiducioso sul fatto che questo processo di cambiamento mi farà bene.
Mi prenderà un po’ di tempo per scegliere il nuovo coach, ma non ho fretta, non credo di essere del tutto incapace da solo. C’è la mia famiglia, mio fratello. Mi sento molto a mio agio con lui. Quando arriverà la scelta sarà felice di condividerla con voi.

Nel tuo comunicato hai detto che siete arrivati a questa decisione dopo Montecarlo. È stata una riunione sofferta? Milos ha detto che voi siete quasi come fratelli…
Sì, lo è stata. Non ho tanta voglia di dilungarmi, è stato tutto molto emozionante naturalmente, ma l’abbiamo accettato in modo naturale. Come ho detto doveva succedere, adesso siamo tutti molto curiosi di sapere cosa succederà.

Com’è stato preparare questo torneo senza avere il tuo team? Questo cambia le tue prospettive?
Beh, è stato molto diverso. Ma sono stato molto sereno, è stato quasi piacevole. Ho lavorato con mio fratello, il mio fisioterapista. Non sono del tutto da solo. Ho un grande sostegno dalla mia famiglia. Sono come sempre molto emozionato e motivato, proverò a competere al più alto livello e vedremo che succederà.

Non tanto riferito al coach quanto a te stesso: sai cosa stai cercando?
Ho giocato così tanto tempo a tennis che mi sento a mio agio in campo a prescindere da questi cambiamenti. Non credo di aver dimenticato come si colpisce la palla, ho continuato con la solita routine. Sono entusiasta e non vedo l’ora di vedere i cambiamenti che accadranno in questi due anni. Ma non voglio correre, voglio vivere il presente.

Hai detto che non sei da solo, ma con tuo fratello. C’è anche Pepe Imaz che sta lavorando con te?
Sì è qui, stiamo lavorando insieme ormai da quattro-cinque anni.

Che pensi delle sconfitte di questa stagione?
Quando comincia a perdere delle partite metti un po’ tutto in discussione. Il tuo gioco, te stesso, le cose che stai sbagliando. Sto cercando di analizzare il mio gioco, di correggere gli errori. Sto costantemente cercando di migliorare. Negli ultimi sei mesi non ho avuto buoni risultati e quindi sto cercando di cambiare qualcosa. La vita ti mette sempre di fronte a nuove sfide. Invece di evitarle sto provando ad affrontarle. Sto cercando di diventare migliore come tennista e come uomo. Non so quanto durerà questo processo o se sarà vincente, ma so che devo farlo.

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