Mancavano pochi minuti alle 22 ed in sala stampa ad Indian Wells si è acceso il collegamento audio con il coordinatore. Era da poco finito il match di Novak Djokovic contro Juan Martin del Potro e ci si aspettava, come sempre, che venisse annunciato l’orario nella main interview room, nella sala conferenze stampa principale.
“Attention media: if anyone is interested in speaking with Novak Djokovic please come to the interview desk”. Tradotto: “attenzione: se qualcuno è interessato a parlare con Novak Djokovic, prego passate al desk delle interviste” (che altro non è che l’ufficio del coordinatore.
Come? L’ATP non fa fare conferenza stampa nella sala principale? Dovete anzitutto sapere un paio di cose:
Pochi minuti dopo le 22, il chiarimento sorprendente: Novak Djokovic sarà nella mixed zone alle 22:15.
La mixed zone ad Indian Wells è forse l’unico tassello negativo dell’impianto… proprio perché è fuori dall’impianto stesso, in un luogo scomodissimo come il parcheggio dei caddy che sfruttano gli organizzatori del torneo per spostare i giocatori dai campi dove hanno giocato agli spogliatoi.
È semplicemente assurdo, detto ciò, che il numero 2 debba andare in mixed zone soprattutto considerato la grande mole di giornalisti che sposta. A meno che non sia stato lui stesso a chiederlo. E su questa ipotesi subentra anche la questione organizzativa: Novak è sceso in campo alle 19:00, finendo circa 2 ore e mezza dopo e domani dovrà essere in campo già alle 15:00 per sfidare Nick Kyrgios. Presto? sì, ma il discorso dei diritti televisivi in USA (forse più che in un’altra nazione al mondo) vale tantissimo e su questo aspetto si fa sempre riferimento all’orario della East Coast. Le ore di differenza sono 3, e la sfida tra Roger Federer e Rafael Nadal sarà prevista per le 17:00 ora di Indian Wells, le 20:00 di New York, perfetto prime time serale. Capito ora? Djokovic-Kyrgios alle 18:00 ora di New York, Federer-Nadal alle 20:00, perché anche loro vogliono sfruttare al meglio quello che è il risultato di un quarto di tabellone impossibile da immaginare così.
Cambiando argomento, oggi è stato veramente triste vedere Timea Bacsinszky in conferenza stampa. Avevo chiesto un’intervista one-to-one 2 giorni fa ma la partita della svizzera era durata 3 ore e mezza e dopo meno di 2 ore doveva rientrare in campo per il doppio. Lei stessa ha chiesto di fare conferenza stampa e la situazione fu più o meno questa, stando a quanto mi hanno raccontato i giornalisti francesi: Timea è arrivata, dopo la doccia ed il massaggio, ha cominciato a parlare e quando ha finito ha preso la borsa ed è andata in campo. Almeno 45 minuti di conferenza stampa, che per chi sa che personaggio sia la svizzera può solo immaginare la miriade di aspetti dello scibile umano che sarà andata a tirare fuori, partendo magari da un episodio che le è capitato in questa settimana per finire a spiegare l’importanza della festa d’Autunno per i cinesi. Per di più senza mai ripetere lo stesso argomento.
Mi avevano detto di riprovare che mi avrebbero dato una “corsia preferenziale” e così oggi altra richiesta per Bacsinszky. Vi dico l’argomento: il tennis in Svizzera con la crescita nel settore femminile e la grandezza di Federer e Wawrinka. Finisce che dopo 6 game Timea è in lacrime e si ritira, eppure dalla WTA sono comunque venuti a chiamarmi chiedendo se volevo andare a parlare con lei per una conferenza stampa in cui saremmo poi stati in 3.
Timea si presenta con gli occhi ancora lucidi, tutore al polso sinistro, sguardo che dire “abbattuto” è essere gentili. Generalmente se le sue risposte sono sotto al minuto, vuole dire che qualcosa non va.
“Timea, come stai?”
“Molto male”
La questione è dunque subito parsa seria. I problemi al polso c’erano già, si sono riacutizzati molto forte durante il match contro Kiki Bertens ed oggi era impossibile per lei tenere la racchetta in mano. Ha provato ad intervenire con gli antidolorifici ma non c’era nulla da fare ed ora le sue settimane future diventano un mistero. Eppure, anche in questo momento così difficile, si è mostrata una ragazza di una carineria rara. Verso la fine delle domande in francese si è lasciata andare ad un paio di piccole risate, poi quando ci alziamo si è presa la premura di salutare noi 3 presenti e guardandomi mi ha detto “grazie” come gesto di cortesia, cosa anche quella non scontata in un momento pur sempre delicato.
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