Alla fine, la parte di tabellone con più Slam che la storia recente ricordi è stata meno spettacolare di quanto ci avevano detto: ci sono stati Djokovic-Del Potro, Djokovic-Kyrgios e Nadal-Federer, vero, ma di bel tennis non è che se ne sia visto tanto. L’unico match incerto è stato il primo, mentre Kyrgios e Federer, in maniera diversa e con punteggi diversi, hanno dimostrato di essere parecchio avanti ai rispettivi avversari, almeno qui ed ora. Kyrgios-Federer avrebbe potuto essere un grande match, ma un’intossicazione alimentare ci ha impedito di vedere a che punto è l’australiano nel processo di maturazione: quello visto contro Djokovic avrebbe avuto più di qualche chance contro Federer, bravo a sbarazzarsi con agilità di Nadal, ma che di sicuro non ha più i riflessi e la velocità di una volta. E quando Nick è in forma col servizio, sono guai per tutti: chiedere a quello che aveva la migliore risposta del circuito, che a fine primo set, visto che non riusciva a prendere una palla che fosse una, ha deciso di mettersi a colpire il cemento di Indian Wells.
Nella parte alta del tabellone gli unici a fare il proprio sono stati Wawrinka (sì) e Thiem, e il loro match nei quarti è stato quello più incerto tra quelli di un certo livello. Lo ha vinto Stan al tie-break del terzo e ora lo svizzero affronterà il tennista più debole rimasto in tabellone: Pablo Carreño-Busta, un onesto pedalatore la cui pesantezza di palla non può competere con quella di Wawrinka e che è stato bravissimo ad approfittare di un tabellone più che favorevole. Gojowczyk, Bautista-Agut (con walk-over), Lajovic (che aveva battuto Pospisil, cioè colui che aveva eliminato Murray) e infine Cuevas: se non siamo in orbita ATP 250 poco ci manca. Peccato che siamo in un Masters 1000, in quello più importante per giunta, e di match per alzare il trofeo ne mancano due. Il match tra Carreño-Busta e Wawrinka è programmato per le 19 e l’unica incertezza sono le condizioni dello svizzero dopo due match piuttosto duri, vinti per 7-6 al terzo. I precedenti, 2-0 per Wawrinka, si sono giocati entrambi sulla terra e l’impressione che un Wawrinka decente basti a battere il migliore Carreño-Busta visto in carriera. Ma parliamo pur sempre di Wawrinka, dopo tutto.
Federer e Sock (ieri lo statunitense che arrota il dritto quasi quanto Nadal ha battuto per la prima volta un top 5) scenderanno in campo non prima delle 20:30 e anche in questo match i precedenti sono a favore dello svizzero: 2-0 per Federer, che ha anche avuto il piacere di giocare contro Jack a Indian Wells. Era il 2015, si giocavano gli ottavi, e Roger vinse lasciando cinque game all’avversario. Questo Sock dovrebbe essere un filino meglio di quello di due anni fa, ma è arduo individuare cosa dovrebbe fare per intimorire uno dei Federer più brillanti degli ultimi anni. Nadal, per esempio, non ha praticamente mai avuto chance di far partita, travolto da un’aggressività che parte da una risposta mai così efficace. Sock però è uno statunitense molto paziente, sa manovrare bene lo scambio e magari si farà aiutare dalle alte temperature della California, visto che anche oggi a Indian Wells si supereranno i trenta gradi.
Insomma, dovrebbe essere Federer-Wawrinka, rivincita della semifinale degli Australian Open di qualche settimana fa e che Federer vinse più con l’esperienza che con la classe. Per il torneo e il pubblico è ovviamente la finale migliore che ci potrebbe essere e la conclusione di un torneo maschile tutto sommato abbastanza divertente, anche se le premesse sembravano migliori di quello che si è poi visto. Carreño-Busta e Sock, entrambi al debutto in una semifinale di un Masters 1000, proveranno a rovinare la festa a Larry Ellison, che di sicuro tiferà per i due svizzeri, pur essendo connazionale di Jack.
Per chiudere, qualche numero: se Federer vincerà il titolo supererà Nadal al sesto posto e si avvicinerà parecchio al quarto, occupato da Nishikori, che si troverebbe a 400 punti di distanza; se sarà Wawrinka a vincere, Stan si troverà a circa 2800 punti dalla seconda posizione, con Djokovic che ha 1000 punti in scadenza a Miami; Sock, che ha già raggiunto il suo best ranking, con il titolo andrebbe vicino alla top 10, ma gli mancherebbero ancora 300 punti; Carreño-Busta, anche lui al best ranking, arriverebbe in quindicesima posizione, a 600 punti dal decimo posto di Tsonga. La parola passa al campo: per fortuna non è ancora tempo di pensare all’aritmetica.
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