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07 Mar 2017 10:06 - Extra
Un normale febbraio di tennis
Tutto quello che è successo a febbraio, in attesa dei "1000" nordamericani. Zverev e Thiem vincono tornei, Kyrgios fa exploit. Tsonga fa doppietta, Federer in vacanza.
di Davide Bencini
Sembra ieri… Eppure già un mese è passato dalla finale di Melbourne e altri tornei sono stati giocati, malgrado il pensiero di molti addetti ai lavori resti quello che febbraio sia il mese di tennis più noioso che esista, specialmente dopo uno slam come quello che ha aperto questa stagione. In fondo, diciamoci la verità, assistere al dopo Australian Open di quest’anno, con tornei tipo Memphis, Quito, Sofia – con tutto il dovutissimo e profondissimo rispetto, eh – è po’ come ascoltare in macchina un cd masterizzato male dei Blue mentre stai tornando da un concerto dei Rolling Stones.
Ma i tornei ci sono stati quindi mettiamoci comodi, bibita alla mano e vediamo almeno di ricapitolare – o anche “ricapitombolare”… Ehm, Rafa?!? – quello che è successo dopo il primo slam dell’anno.
È successo che Dimitrov sta continuando il buon cammino intrapreso quest’anno vincendo senza troppi patemi anche il torneo di casa di Sofia, salvo poi farsi eliminare da Goffin a Rotterdam, magari anche per carenza di ossigeno o benzina. Almeno poi ha deciso di prendersi un po’ di pausa. Nel frattempo Alexander Zverev ha vinto il suo secondo titolo in carriera a Montpellier e Thiem per non essere da meno nel confronto generazionale ha vinto a Rio de Janeiro. Questi però, al primo torneo back-to-back a Acapulco è stato battuto da Querrey, ma vista la “discreta” figura fatta dall’americano nel torneo non è che si possano fare troppi rimproveri all’austriaco.
Sorvoleremo sulle vittorie di Dolgopolov a Buenos Aires, di Harrison (sì, proprio “eterna-promessa-americana-mancata-Harrison”) a Memphis e Carreno Busta a Quito, dato che solo loro sapevano che ci fossero questi tornei.
Tsonga si è ricordato come si faccia a vincere un torneo e se lo è ricordato talmente bene che dopo aver vinto Rotterdam in finale su Goffin (che dal canto suo continua ad essere una sorta di eterno piazzato) ha pensato di vincere anche a Marsiglia. Che poi ci riesca anche in un torneo che conti per davvero resta tutto da vedere.
“E i big?”, diranno i nostri piccoli lettori?
Partendo dai piani un po’ più bassi si ripete ancora il solito adagio dei Nishikori e Raonic che misteriosamente pascolano nella top 5 della classifica senza vincere un torneo nemmeno al circolino della briscola di Busto Arsizio. Oddio, almeno Raonic a Delray Beach ci aveva provato, arrivando in finale battendo persino il bentornato del Potro, salvo poi distruggersi un ginocchio nel percorso e abdicando, rinunciando alla finale, in favore di quel Sock che si è intascato il trofeo dopo aver incontrato sì e no un tennista nei primi 50, salvo poi volare ad Acapulco e prenderne da Nishioka (sì, Nishioka!). Nishikori invece sembra voler continuare la sua inspiegabile stagione nel peggiore dei modi, dopo essere stato sconfitto da Bellucci a Rio. Novità: pare abbia sfasciato una racchetta, per questo probabilmente al rientro in Giappone dovrà inchinarsi vestito in kimono a lutto davanti a ognuno dei passeggeri dello Shinkasen Tokyo-Osaka per una settimana di fila mangiando solo riso scondito e alghe crude.
Dicevamo dei big: Federer sembra stia ancora passando più tempo a coccolarsi il trofeo di Melbourne che a giocare a tennis e l’uscita a dir poco incolore con Donskoy a Dubai ne è la prova. Sto trofeo lo abbiamo visto ovunque; un giorno sulla neve, quello dopo in spiaggia, quello dopo a un’intervista, mancava solo di vederlo vincitore per sbaglio alla notte degli Oscar… Almeno il giro del mondo in stile “nano-da-giardino-di Amelie” del trofeo ci ha tenuto allegri e occupati, questo sì… Se Roger ricomincerà anche a giocare a tennis seriamente lo sapremo probabilmente da giugno in poi. Anche se, francamente, dopo l’exploit di fine gennaio è anche comprensibile.
Wawrinka gioca solo gli slam, si sa, non si spreca in altri tornei.
Nadal, come detto all’inizio, è riuscito a non vincere ad Acapulco, dove Kyrgios, dopo avergli fatto fuori Nole (il quale alla prima uscita dopo le delusioni australiane ha palesato nuovamente i suoi recenti limiti), aveva avuto il buon gusto di perdere contro Querrey, dando ancora una volta prova di essere il più promettente e potenzialmente devastante giovane in giro fin quando non gli si chiede di giocare 3 partite di fila di livello. L’australiano sarà anche l’unico ad aver battuto Federer, Rafa e Nole alla prima botta, ma la testa resta sempre quella.
Così, Rafa sembrava destinato finalmente a tornare ad alzare un trofeo, ma non aveva fatto i conti con Querrey, uno che come hobby pare ormai avere quello di fare il troll… non al livello di un Wawrinka ma comunque a buone altezze. Brutta battuta d’arresto per Rafa. Se ci può stare di perdere al quinto da Federer in finale di slam, prenderne in due set da Big Sam, con tutto il rispetto, no…
Ah, infine, tanto per la cronaca, a Dubai ha vinto Murray, sebbene forse abbiano fatto più notizia i 3487 match point mancati da Kohlschreiber contro Andy nei quarti…
Beh, almeno non si può dire che questo mese sia mancato di varietà e di originalità. Se l’andazzo continuerà anche nei tornei che contano davvero, lo scopriremo solo vivendo.