[5] R. Nadal b. N. Mahut 6-4 7-6(4) (Daniele Vallotto)
Dopo aver raggiunto per la prima volta in carriera gli ottavi di uno Slam – a Wimbledon, che domande – Nicolas Mahut, 35 anni di serve and volley, è arrivato anche agli ottavi di finale di un Masters 1000, ma per i quarti ci sarà ancora da aspettare. Aveva avuto due buone chance a Bercy, Mahut, ma aveva perso con onore, mentre l’anno scorso, a Cincinnati, aveva affrontato da favorito Yuichi Sugita, riuscendo a perderci. Stavolta, al terzo turno con Guido Pella, il francese non ha lasciato spazio ai rimpianti e così ha potuto affrontare abbastanza serenamente Rafael Nadal, che sconfisse nel 2007 al Queen’s. La vittoria più prestigiosa della sua carriera non ha avuto un bis, ma Mahut non deve poi recriminare troppo. Sciolti i nervi dopo i primi punti, Nicolas ha giocato un primo set intelligente, scambiando da fondo campo con oculatezza e scendendo a rete sul suo servizio senza abusare delle proprie doti di volleatore. Nadal ha fatto così fatica a trovare il ritmo e spesso ha mandato fuori di metri delle risposte piuttosto semplici, almeno per quelli come lui. L’equilibrio apparente è durato per otto game, poi Nadal è riuscito a trovare un po’ di profondità coi colpi e a mettere finalmente in difficoltà il suo avversario, che ha perso il servizio mettendo in rete una volée di rovescio piuttosto semplice – sempre per quelli come lui, si intende. Alla fine, il bilancio quasi speculare dei vincenti e dei non forzati – 10 vincenti a 5, 6 errori a 10 – riassume meglio del punteggio una disparità che si è percepita per tutto il parziale ma che ha tardato a palesarsi sul tabellone. Un po’ a sorpresa l’attesa per il break di Nadal è addirittura aumentata nel secondo set, visto che lo spagnolo è dovuto arrivare al tie-break – vinto in scioltezza dopo aver subìto per primo il minibreak – per chiudere la partita e qualificarsi ai quarti, nei quali incontrerà Jack Sock. In tutto, comunque, Mahut ha vinto 10 punti in 11 turni di risposta (più due minibreak nell’ultimo game) ed è arrivato a 30 solo una volta, per giunta solo grazie ad un doppio fallo di Nadal. Difficile fare partita così.
[2] K. Nishikori b. F. Delbonis 6-3 4-6 6-3 (Francesca Padoin)
Alle 11 sul centrale (17 in Italia) fanno il loro ingresso in campo il numero 2 del torneo, Kei Nishikori e il numero 57 ATP, Federico Delbonis. Finora l’argentino ha concesso solo un set nel secondo turno allo spagnolo Carreno Busta, semifinalista ad Indian Wells mentre il giapponese è reduce da una partita durata quasi tre ore con lo spagnolo Verdasco quando solo al terzo set è riuscito a ritrovare il suo gioco che l’ha portato ad essere l’attuale numero 4 del mondo. L’unico confronto diretto fra i due a Roma, come pure la classifica, penderebbe a favore di Nishikori che però attualmente non sta giocando il suo miglior tennis e Delbonis potrebbe approfittarne.
I primi game scorrono tranquilli fino al sesto in cui Nishikori capitalizza la prima palla break del match aiutato dall’avversario molto falloso con la prima di servizio e poco aggressivo nello scambio. Nel gioco seguente il giapponese fa e disfà tutto da solo cercando soluzioni con delle palle corte, di cui una a rete, per abbreviare gli scambi ma sbaglia molto sia di dritto che di rovescio. Nel servizio successivo nuovo break del giapponese aiutato anche dal doppio fallo di Delbonis e dai gratuiti dello stesso. Finora entrambi i giocatori non sembrano al top della forma e il giapponese è in vantaggio perché ha saputo alzare il suo livello nei momenti che contano anche se dovrà fare molto di più se vorrà andare avanti nel torneo.
Il secondo parziale parte con Nishikori che tiene agevolmente il proprio turno seguito da Delbonis, che con degli ottimi servizi, tiene il game a zero. Una serie di dritti lunghi portano al break per l’argentino al terzo game. Nishikori non riesce ad essere incisivo né col servizio né quando prova a spingere, perdendo spesso la misura del campo e così Delbonis ne approfitta giocando palle lunghe e centrali. Ora il giapponese cerca di reagire e sotto 0-40 nel gioco successivo trova delle misure per prendere il tempo all’avversario andando addirittura a rete ma Delbonis è bravo a non cedere e con un vincente di dritto rimane ancorato al vantaggio. Alla fine del quinto game Nishikori chiede, durante il cambio campo, l’intervento medico per il ginocchio sinistro che pareva dargli problemi già dal primo set. E tornato in campo il suo tennis si dimostra più aggressivo e cerca di verticalizzare il gioco mettendo pressione all’argentino che riesce a rimandare indietro sempre una palla in più inducendo il giapponese all’errore. Nishikori è in evidente difficoltà fisica tanto che alla fine del secondo set richiede l’intervento medico per farsi massaggiare la gamba sinistra.
Si inizia quindi il terzo parziale e si vedono fin dall’inizio i problemi a muoversi del nipponico che, ciononostante non molla e dopo aver subito un break nel secondo game, lo recupera subito al terzo. Questa iniezione di fiducia serve a Nishikori che si carica e complici dei dritti a rete di Delbonis conquista un altro break e passa in vantaggio. E dopo quasi due ore e mezza di gioco Nishikori raggiunge Fognini ai quarti ma dovrà fare decisamente di più per riuscire ad ottenere la semifinale, dolore alla gamba permettendo.
[12] N. Kyrgios b. [8] D. Goffin 7-6(5) 6-3 (Raffaello Esposito)
Il diavolo e l’acqua santa scendono sul Centrale di Miami quando sono da poco passate le nove di sera. Kyrgios (16 ATP) e Goffin (12) si giocano i quarti di Miami nel loro secondo incrocio in carriera dopo l’appassionante finale di Tokyo 2016 vinta al terzo da Nick.
Dopo il sorteggio l’australiano decide stranamente di rispondere e nel corso del primo gioco chiuso a zero da Goffin con un ace chiede l’intervento del fisioterapista al primo cambio campo. Nulla di grave, solo qualche goccia di collirio ma zero punti in risposta nei primi due turni di battuta del belga. David è in palla, regge bene lo scambio e manca subito una facile volée che lo avrebbe mandato a palla break. Kyrgios invece parte piano, non è costante con la prima ma per chi serve la seconda a 131 miglia orarie si tratta di un problema marginale. Per oltre metà set regna l’equilibrio, Goffin si costruisce i punti con maestria concedendo un solo 15 in tre turni di battuta, l’altro i suoi se li prende d’imperio. Tutto molto prevedibile, anche il modo col quale Nick risale da un vantaggio esterno pericoloso nell’ottavo gioco : ace e dritto sulla riga prima di salvarsi. La sua prima palla ora entra con maggior regolarità, gli aces puliti sono già sette quando inizia il tie-break. Che va raccontato. 2-0 Goffin con un chirurgico rovescio, 2-1 con ace di seconda a 134 miglia orarie ed equilibrio ristabilito su un dritto corretto dal falco. Kyrgios scappa quando conta ma sul 6-4 David recupera il mini break con una risposta seguita da un vincente. Tutto inutile perché un errore banale consegna comunque al suo avversario un primo set nel quale ha realizzato ben cinque punti in meno.
Il vantaggio non rasserena Nick Mano Fredda, che annulla immediatamente con la seconda un 30-40 problematico ma poco dopo vince la partita. Goffin serve nel quarto gioco e sale facile 40-15 ma si fa riprendere e da lì comincia un’infinita lotta ai vantaggi. I colpi più belli sono tutti qui, compresi un paio di rovesci lungolinea di Kyrgios da urlo. L’australiano manca quattro occasioni prima che sia l’altro a regalare un game da ventisei punti con due errori consecutivi di dritto; il servizio più devastante del circuito completa l’opera. La “road to Roger” prosegue.
Altri match (Cristina Pozzoli)
Tra tutte le varianti al dominio dei soliti noti il torneo di Miami ripropone forte il nome di Jack Sock, grazie anche ad un tabellone favorevole che è comunque parte del gioco. Il ventiquattrenne staunitense e testa di serie numero 13 del tabellone vince contro l’ancor più giovane connazionale Jared Donaldson in match risoltosi quasi fosse un allenamento. Diciottesima vittoria stagionale, due titoli in bacheca nel 2017, e una crescente maturità che fanno del giocatore di Kansas City una piacevole certezza. Promessa mancata o forse no, considerata anche la storia personale vissuta fino ad oggi, legato a doppio filo al fratello malato cui dedica la scritta sulle scarpe e ogni vittoria sul campo, il buon Jack inizia a raccogliere quanto merita. Lo sport premia chi ci mette testa, anima e cuore e Sock, con pieno diritto, sta raccogliendo quanto seminato. La sfida odierna contro Donaldson lascia poco alla cronaca: solo tre game concessi, totale dominio e quarti di finale in saccoccia.
Anche Tomas Berdych avanza ai quarti di finale eguagliando il risultato ottenuto lo scorso anno con una vittoria un poco sofferta dopo un inizio convincente contro il francese Adrien Mannarino. Partito molto centrato e chirurgico nelle scelte dei colpi, nel primo parziale non c’è traccia del giocatore traballante che troppo spesso ha ceduto il campo a giocatori meno quotati di lui. Senza concedere palle break, seppur con percentuali non devastanti al servizio, il ceco ha mantenuto il controllo del set dopo aver strappato il servizio al suo avversario nel secondo game. Nel secondo set, dopo un inizio senza note di merito, Mannarino mina la sicurezza del ceco nel quarto game fallendo due palle break per poi pagare dazio nel game successivo cedendo a zero il servizio. Berdych si sa, non è cuor di leone e, invece di dare il colpo decisivo al match, prontamente restituisce il favore: 3-3 e tutto di nuovo in discussione. Nell’undicesimo game, il ceco, mette in campo la sua esperienza senza lasciarsi tradire dalle emozioni e si prende a zero il servizio del francese giocando un ottimo game in risposta e andando a servire per il match dopo il cambio di campo. Come di consueto Berdych non si riparmia dal regalare qualche brivido, offrendo una palla del contro break al francese annullata con lo schema servizo-dritto-volèe senza tremare. Poi, con un altro gran dritto si procura il match point che converte con una prima vincente lasciando uscire il classico urlo liberatorio del vincitore.
Ottavi di finale
[1] S. Wawrinka vs [16] A. Zverev 4-6 6-2 6-1
[12] N. Kyrgios vs [8] D. Goffin 7-6(5) 6-3
[4] R. Federer b. [14] R. Bautista-Agut 7-6(5) 7-6(4)
[10] T. Berdych b. A. Mannarino 6-3 7-5
[5] R. Nadal b. N. Mahut 6-4 7-6(4)
[13] J. Sock vs [Q] J. Donaldson 6-2 6-1
F. Fognini b. D. Young 6-0 6-4
[2] K. Nishikori b. F. Delbonis 6-3 4-6 6-3
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