Mentre i riflettori della Rod Laver Arena abbagliavano il cammino di Roger Federer e Rafael Nadal, un altro giocatore si rendeva protagonista di una prestazione altrettanto nobile. Daniel Evans, 26 anni, per la prima volta in carriera si guadagnava con fatica gli ottavi di finale in un torneo del Grande Slam. A dire il vero, si era già messo in mostra agli ultimi US Open, dove era riuscito a portarsi fino ad un punto dal match point, nel rocambolesco incontro di terzo turno con Stan Wawrinka, futuro vincitore del torneo.
Nonostante l’acuto newyorkese sorprenda un po’ tutti, il noto brand di abbigliamento a cui Daniel è legato da tempo, decide di non rinnovargli più il contratto di sponsorizzazione a partire dal 2017; il giocatore di Birmingham si trova di fatto appiedato, senza poter più contare sul prezioso appoggio economico in vista dell’ impegnativa trasferta australiana, ormai alle porte.
Non sa che fare e lima tutte le spese eccessive, riducendo all’osso il suo equipaggiamento, volando in un’anonima boutique del Victoria, dove fa incetta di venti magliette bianche dal costo di appena venti dollari ciascuna.
Poi, alla volta di Melbourne, supera miracolosamente tre turni, eliminando Facundo Bagnis, Marin Cilic e Bernard Tomic: è proprio con l’australiano che si renderà protagonista di un’altra straordinaria performance, che sancirà non solo il suo ingresso agli ottavi di finale, ma sopratutto una grande rivincita per una vicissitudine che li aveva accomunati diverso tempo prima.
Nel 2012 infatti, Evans è a caccia di una qualificazione nel main draw di Indian Wells ma, sprovvisto di sparring-partner, inizia farsi strada nel complesso di Palm Springs alla ricerca di qualcuno con cui palleggiare. Fra i campi periferici incontrerà proprio Tomic, che però non ha la minima intenzione di intrattenersi col britannico che anzi, lo allontana malamente tacciandolo di “non essere al suo livello.”
Cinque anni dopo, concluso il match con l’australiano, Evans riceverà i complimenti per la bella vittoria, proprio dall’avversario che lo aveva allontanato da quel campo di allenamento in California.
L’avventura australiana di Daniel continua, e nel frattempo, si accorge che quelle scialbe magliette si stanno rapidamente esaurendo, colpevoli di squagliarsi nelle lavatrici inzuppate dal troppo sudore.
Il numero 2 di Inghilterra è costretto nuovamente a ricorrere ad un negozio di articoli sportivi, dove opterà per lo stesso equipaggiamento utilizzato da Novak Djokovic e Kei Nishikori.
Un rappresentante del marchio nipponico se ne accorge guardando per caso il suo match in televisione, e dopo aver appurato che nessun contratto lega l’atleta all’azienda, lo contatta per definire un accordo in virtù degli ottimi risultati conseguiti.
Ed ecco che in poco più di due settimane, Daniel Evans farà ritorno per la prima volta in Inghilterra senza più il celebre “swoosh” cucito sul petto, ma con un nuovo contratto di sponsorizzazione annuale, un assegno di 220.000 dollari di prize money guadagnati sul campo, ma sopratutto, un’iniezione di fiducia davvero sorprendente.
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