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30 Gen 2017 07:10 - Extra
Le pagelle dell’Australian Open: lode a Federer, bravo Nadal, bocciati Murray e Djokovic
Finito lo straordinario Australian Open è il momento dei giudizi. Bravo Federer ma in tanti hanno giocato benissimo. E qualcuno ha deluso...
di Enzo Cherici
Federer: 110 e lode
Stavamo per assegnargli un simbolico 18, roba di una banalità unica, ma grazie a Dio ci siamo fermati in tempo. Sarebbe stato altamente simbolico vista l’occasione, ma 18 all’università lo prendevano i somari, mentre Federer stavolta non si è limitato a superare un esame, ma ha discusso una tesi lunga due settimane. Risultato, laurea con lode. Tanto per ricapitolare, il fenomeno svizzero (ma poi uno come Federer ha nazionalità?) era stato fermo sei-mesi-sei. Si è ripresentato in Australia da numero 17 del tabellone e nei quindici giorni di torneo ha battuto, tra gli altri, Berdych (10), Nishikori (5), Wawrinka (4) e Nadal (9). Gli ultimi tre giovanotti, tutti al quinto (e tutti con un democratico 6-3). Quattro top 10 per vincere il torneo: nessuno ci riusciva dai tempi di Wilander al Roland Garros del 1982. Mats aveva quasi 18 anni, Federer il doppio. Il capolavoro, neanche a dirlo, in finale contro la sua nemesi di sempre, Nadal. Roger ha giocato tatticamente in modo perfetto, cercando appena ha potuto sempre il vincente. Per questo ha sbagliato tanto (57 unforced), ma ha anche tirato vincenti da tutte le posizioni, con qualunque colpo (ben 73). Il rovescio e la voglia di vincere sono state le sue armi migliori. Dopo aver condotto nel primo e nel terzo set, nel quinto si è trovato sotto 1-3 e ha fronteggiato una pericolosissima palla del 2-4, che poteva significare la fine dei sogni. Una volta salvatosi, è stato un festival fino alla fine: cinque giochi consecutivi e tutti a casa. Torna a vincere in Australia a 13 anni dal primo successo. E tra tutti i possibili numeri che vi risparmiamo, altrimenti faremmo notte, questo è forse quello più impressionante.
Nadal: 9
Quando Denis Istomin ha servito la prima palla che ha scaraventato Djokovic fuori dal torneo devono esserglisi illuminati gli occhi: “Ora tocca a me”. Detto, fatto. O quasi. Da quel momento, il suo sguardo è comunque tornato assassino come ai bei tempi. Se ne sono accorti nell’ordine il futuro campioncino Zverev, Monfils, Raonic e un formidabile Dimitrov. Contro Federer, forse (forse…) era troppo sicuro di vincere. Ha cercato ad impostare la gara come suo solito contro lo svizzero, ma non ha fatto i conti questa volta con la rapidità della superficie. La sua palla, infatti, non era efficace di consueto. Il dritto raramente saltava alto come in passato e Federer poteva quasi sempre giocare i suoi rovesci (per l’occasione letali e regali) all’altezza dell’anca. Costretto ad inseguire per ben due volte, una volta acciuffato e superato l’avversario non è riuscito ad assestare il colpo del K.O. E questo, conoscendolo, è stato piuttosto sorprendente. Ha comunque giocato un torneo strepitoso, dopo il lungo periodo d’assenza per i guai al polso. Ma come reagirà a questa dolorosissima (e forse inaspettata) sconfitta? Chissà, visto com’è andata, forse avrebbe col senno di poi preferito perdere in semi da Dimitrov. Ma stiamo parlando di un campionissimo, che ha già dimostrato di sapersi rialzare più e più volte. Lo farà ancora, statene certi.
Dimitrov: 8 ½
Avrebbe dovuto incontrare Djokovic in ottavi e, per come ha giocato, non è affatto sicuro che avrebbe perso. Anzi, forse un’eventuale vittoria contro l’ex numero uno del mondo lo avrebbe in qualche modo aiutato nel match contro Nadal. Perché il bulgaro ha giocato un eccellente torneo, ma alla fine gli è mancato l’acuto. Capiamoci, contro Rafa ha giocato un match sensazionale e l’aveva pure quasi vinto (due palle break magistralmente annullate dallo spagnolo sul 3-4 nel quinto). Ma c’è, appunto, un “quasi” di troppo. Questi sono match che Grisha deve cominciare a vincere. Detto ciò, i miglioramenti sono sotto gli occhi di tutti. Miglioramenti ad ogni livello, tecnico e mentale. Servizio più vario e penetrante, dritto finalmente incisivo, rovescio solido e maggiore propensione a un gioco finalmente verticale. Se continua su questa strada, vincerà sicuramente qualcosa d’importante.
Wawrinka: 7+
Una semifinale in uno Slam raggiunta a quasi 32 anni rappresenta sempre un ottimo risultato. Detto ciò, il suo torneo resta difficile da inquadrare. Ha alternato momenti di difficoltà (ad esempio i tre tie-break contro un ottimo Seppi: voto 7), a momenti di esaltazione pura, come contro il povero Tsonga (voto 6 ½) o anche nei due set vinti in semi contro Federer. Ma qui veniamo anche alle dolenti note. Perché uno come lui, ormai non un novizio a questo livello, quel match non doveva perderlo. Una volta recuperato lo svantaggio di due set, aveva il match in pugno, fisicamente e mentalmente. Ebbene, a inizio quinto ha mancato tutte le occasioni per volare verso la vittoria. Forse contro chiunque altro ci sarebbe riuscito, contro Roger non, ce l’ha fatta. Come dire… strani amori!
M. Zverev: 8
Un torneo che difficilmente dimenticherà in tutta la sua vita e noi con lui. Un tennis anni ’80 d’una bellezza ed efficacia abbacinante. Il povero Murray in ottavi se l’è visto piombare per 118 volte (centodiciotto!) a rete: forse più di tutti gli avversari messi assieme affrontati nel 2016! Ah se solo il fratellino (voto 6 ½ ) avesse la sua volée… Contro Federer, poverino, non aveva armi, ma dobbiamo essergli comunque grati per aver dimostrato a tutti che – con superfici finalmente rapide – a rete si può andare eccome. Gli organizzatori dei tornei dovrebbero prendere nota, ma state certi che non lo faranno: andrebbero poi avanti troppi e Zverev e sempre meno Murray…
Istomin: 7 ½
La prima sorpresona del torneo la regala lui buttando fuori nientemeno che Djokovic, il vincitore di ben 6 Australian Open. Come abbia fatto, quest’uomo uso a perdere al quinto contro Seppi, rimane un mistero. Tanto più che ha dovuto rimontare per ben due volte uno svantaggio d’un set. Contro Djokovic. In uno Slam! Fatto sta che ha martellato senza sosta per 4 ore, senza tremare nemmeno nel finale, quando ha saputo portare a casa il match con insospettabile sangue freddo. Perdere poi da questo Dimitrov ci sta: non ha assolutamente niente di cui rimproverarsi.
Djokovic: 4
La sintesi perfetta l’ha fatta il suo ex coach, Boris Becker: “Non si può sempre vincere, una sconfitta ci sta. Ma non da Istomin”. Non avremmo saputo dirlo meglio. Detto ciò, in troppi hanno già intonato il requiem e stanno saltando giù dal carro del vincitore. Mettetevi l’anima in pace. Tornerà, eccome se tornerà.
Murray: 4 ½
Il mezzo punto in più rispetto a Nole solo perché è andato un paio di turni più avanti. Ma avrebbe meritato lo stesso voto per come ha giocato (o forse sarebbe stato meglio dire “non giocato”) contro Zverev. Passo indietro clamoroso del numero uno (sic) incapace di trovare una qualsiasi soluzione contro lo scatenato tedesco. È stato tra l’altro il primo clamoroso flop del binomio Murray/Lendl. Restiamo tuttavia convinti che l’ex numero uno del mondo (ci riferiamo a Lendl…) costituisca una garanzia sulla vita per il futuro ad altissimo livello di Murray. Nel frattempo, continua ad avere gli stessi titoli Slam di Wawrinka…
Raonic: 5 ½
Da un certo punto in poi la classifica (ma giusto quella) lo vedeva come favorito numero uno del torneo. Nadal appena data un’occhiata al ranking, ripresosi dalle risate, è sceso in campo e l’ha scherzato in tre set. Nonostante una montagna di occasioni avute nel secondo set, il gigante canadese non ha mai trasmesso, neanche per un secondo, l’impressione di potercela fare contro lo spagnolo. C’è ancora tanto lavoro da fare per lui, soprattutto a livello mentale. È terzo del ranking, ma si comporta come un Berdych qualunque. Decisamente rivedibile.