di Salvatore Sodano C’era un ragazzo che come me… amava i Beatles il Rock&Roll… e il tennis? Forse, ma scavando nel fotocatalogo dei vip, a disposizione nella banca dati, di Morandi tennista non c’è traccia. Allora? Cosa c’entra Morandi con il tennis, a parte le circostanze che spesso lo hanno visto esibirsi negli stadi del […]
18 Gen 2017 20:33 - Commenti
Federer, Nadal e il ritorno dell’usato sicuro
L'inizio degli Australian Open sembra allontanare la speranza di un ricambio a breve termine. I giovani faticano, è tempo ancora dei "vecchi" Federer e Nadal
di Enzo Cherici
Ci rendiamo conto, il titolo potrebbe apparire irrispettoso. E forse davvero lo è: come si può accostare i nomi di Roger e Rafa ad auto, magari mezze sfasciate, di seconda o terza mano? Nessun intento offensivo naturalmente, anzi. L’accostamento c’è venuto in mente osservando il modo in cui il pubblico ha accolto i nostri eroi all’esordio dell’Australian Open, dopo un’attesa tanto, troppo lunga per tutti.
Ma non solo. L’ardito paragone ci è stato anche suggerito dai fatti di campo. Dal modo in cui gli arzilli “vecchietti” hanno sconfitto – dopo mesi di lontananza dai campi – i loro affatto banali avversari. Con qualche esitazione per Federer, più agevolmente per Nadal.
Il fuoriclasse svizzero è apparso visibilmente emozionato all’ingresso in campo. Confuso e felice, almeno per i primi due set. Poi un po’ il calo di Melzer, un po’ la crescita esponenziale di servizio e dritto e la partita è poi andata secondo copione.
Il campione spagnolo ha vinto… alla Nadal. Intendiamoci, non il Nadal dei tempi che furono, non ancora almeno. Quello capace di aggredire l’avversario di turno, quasi seviziandolo, lo si è visto soltanto a sprazzi. Piuttosto un Nadal in linea coi tempi, con quelle che sono le sue attuali possibilità. Ancora lontane dal Rafa dei tempi d’oro, d’accordo, ma più che sufficienti per superare un avversario comunque ostico come Florian Mayer.
Già, l’usato sicuro. Lo dicevamo all’inizio, non voleva essere un insulto, anzi. Soprattutto vedendo il rendimento di quelle che dovrebbero essere le speranze per il futuro. Pouille, fuori. Coric, fuori. Vesely, fuori anche lui. L’unico che ha salvato la pellaccia, soffrendo però per cinque set contro Haase, è stato il predestinato Zverev. Pochino no?
E allora perché non continuare ad affidarsi all’usato sicuro? Non solo quello – ci scusiamo ancora con i devoti – di Federer e Nadal. Ma anche quello dei vari Stepanek, Muller, Ferrer, il nostro Lorenzi e Ivone Karlovic. Quest’ultimo, in particolare, protagonista di un match epico contro Zeballos: vittoria per 22-20 al quinto, condita da 75 ace. Così, per gradire.
Chiudiamo questa breve riflessione con un pensiero off-topic, come si dice di questi tempi. Al secondo turno si affronteranno Fognini e Paire: un grosso in bocca al lupo all’arbitro dell’incontro.