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14 Dic 2016 10:56 - Extra
WTA 2016: Kerber, i numeri non danno giustizia. Osaka, 163 posti scalati nel ranking
Con Serena Williams la WTA era abituata ad una regina del tennis molto blasonata, le cui prestazioni legittimavano una supremazia indiscussa.
di Giancarlo Di Leva
Il 2016 è stato un anno complicato per la trentacinquenne tennista americana in cui, al di là di exploit isolati (vedi Roma e soprattutto Wimbledon) non ha mai saputo esprimersi al meglio al punto da anticipare la fine della stagione dopo aver perso lo scettro al termine degli US Open per mano di Angelique Kerber. La tedesca a 28 anni ha vissuto una stagione esaltante e ha strameritato di ottenere la leadership e diventare la più anziana nell’era open per la prima volta al n.1 del mondo.
L’annata di Kerber, illuminata dai due lampi Slam (a cui si aggiunge la finale di Wimbledon), esprime nel complesso numeri inferiori a quelli fatti registrare negli ultimi anni dalle tenniste che han chiuso l’anno da n.1. Solo nel 2008, quando fu Jelena Jankovic a chiudere l’anno da n.1, e nel 2010/2011, quando in vetta al ranking ci fu Caroline Wozniacki, ritroviamo prestazioni complessive più modeste caratterizzate inoltre dalla mancanza di vittorie nei tornei dello Slam.
La tedesca in totale ha vinto 3 tornei (meglio di lei ha fatto Dominika Cibulkova, arrivata a 4) e ha perso 18 degli 81 match disputati con una percentuale di successi pari al 77,7%, inferiore a quella fatta registrare da Serena Williams negli ultimi 3 anni, ma anche da Victoria Azarenka nel 2012.
I numeri che hanno reso grande Kerber, quest anno, sono da cercare in altri particolari: è stata la prima tennista al di fuori di Serena Williams a vincere più di uno Slam dal 2006; la prima tennista al di fuori sempre di Serena a raggiungere 3 finali Slam in una stagione dal 2007; fino alla sconfitta contro Petra Kvitova a Wuhan aveva un bilancio di 46-0 nelle partite in cui aveva vinto il primo set, da Wimbledon in poi ha mancato la semifinale solo in 3 tornei (Wuhan, Pechino ed Hong Kong) su 9 eventi disputati, totalizzando inoltre 5 finali. Delle 18 sconfitte sottolineate, 10 sono arrivate nella prima metà della stagione dove fu vittima prima delle difficoltà a seguito dello Slam vinto in Australian, poi dei problemi alla spalla che non le hanno fatto vincere un match da Madrid a Birmignham.
Nel corso del 2016 ci sono stati 3 debutti tra le top-10: Belinda Bencic, 19 anni, grazie alla finale raggiunta a San Pietroburgo ad inizio febbraio ed un best ranking al n.7 a maggio; Madison Keys, 21 anni (n.8), prima americana oltre alle sorelle Williams ad entrare tra le top-10 da 17 anni a questa parte; Johanna Konta, 25 anni (n.10), che pur avendo vinto in carriera un solo torneo maggiore (a Stanford quest’anno) riporta una britannica tra le top-10 33 anni dopo Jo Durie che concluse l’anno all’8° posto.
Da segnalare inoltre il colpo di coda di Svetlana Kuznetsova, 31 anni, che a distanza di 7 anni ha ritrovato la top-10 chiudendo l’anno al n.9, lei che comunque è stata capace da giovanissima di vincere 2 Slam e raggiungere il n.2 del mondo.
Chi nel 2015 sembrava destinata ad occupare stabilmente i quartieri altissimi del ranking, quest anno ha un po’ deluso: una è Garbine Muguruza, che nel 2015 chiuse sul podio, al 3° posto, l’altra è Bencic che nella seconda parte di stagione vinse ad Eatbourne, battendo Radwanska, ed a Toronto ed arrivò in finale prima a S’Hertogenbosch e poi a Tokyo (il torneo Premier). In nordamerica fu protagonista, tra l’altro, di un torneo indimenticabile, superando in sequenza 4 top 10: Caroline Wozniacki, Ana Ivanovic, Serena Williams e Simona Halep in finale.
La ventitreenne spagnola, dopo un inizio di stagione piuttosto opaco, ha compiuto l’impresa vincendo il suo primo Slam a Parigi superando in finale Serena, vendicandosi della finale di Wimbledon dell’anno precedente. E’ stato quello l’unico successo della stagione della spagnola, che è poi tornata in una fase di ombra raggiungendo solo una semifinale, nel Premier 5 di Cincinnati.
Bencic viceversa, ha travagliato con qualche infortunio, pagando poi tante difficoltà al rientro in tornei dove difendeva tantissimi punti, avvertendo la pressione di confermare quanto fatto 12 mesi prima, quella che può aver fatto crollare la canadese Bouchard. Per lei, dopo aver fatto irruzione nel 2014 tra le top-10 si è smarrita, rimediando nel 2015 12 eliminazioni al 1° turno.
Sono fioriti nuovi talenti, si contano infatti 6 under 20 nelle top-50. 12 tenniste hanno vinto per la prima volta un torneo maggiore ma tra queste figura una sola teenager, oggi ventenne: la francese Dodin che si è imposta a Quebec City e attualmente n.71 del ranking.
Tra le giovanissime quella che forse si è maggiormente messa in luce è stata la giapponese Naomi Osaka, classe ’97, che è approdata in finale nel torneo Premier di Tokyo, sconfitta solo da Wozniacki dopo aver battuto tra le altre Cibulkova ed Elina Svitolina. Aveva concluso il 2015 fuori dalle prime 200 del mondo, ora ha chiuso l’anno al 40° posto con un salto di 163 posizioni. Questo è il maggior progresso fatto registrare dalle tenniste under-24 comprese tra le top-50:
Grazie anche al salto in classifica di Osaka, il Giappone torna tra le top-10 nella classifica per nazioni stilata in base alla sommatoria del ranking delle prime 5 tenniste di ciascun Paese. Al comando gli USA: