Al termine dei Masters 2016, parte della stampa ha sottolineato i primati di casa Murray – Andy nel singolare e Jamie nel doppio. A una più attenta analisi, un francese fa da legittimo guastafeste alla leadership britannica in doppio. Se il ranking della Race a fine 2016 ha visto il sorpasso di misura di Jamie Murray-Soares sul duo Herbert-Mahut, osservando la “vera” classifica ATP del doppio si nota che il leader è Nicolas Mahut, con un vantaggio di 615 punti sul compagno Pierre-Hugues Herbert e, in coppia, di oltre 1000 punti sul punteggio totale dei rivali anglo-brasiliani. Lungi da buttare benzina sul fuoco della rivalità anglo-francese, accesa più di quella tra “cugini” transalpini… chi è Nicolas Mahut? Indagine sul vero n.1 del mondo e dominatore del 2016 nel doppio.
Nicolas Mahut nasce nel 1982 ad Angers, città nella valle della Loira famosa per il suo castello medievale e la “mitezza angioina” del suo clima. Cresce nelle scuole federali di Nantes e Poitiers, per giungere a 14 anni all’INSEP di Parigi, prestigioso grand établissement per la formazione sportiva agonistica da cui sono passati diversi campioni (Forget, Mauresmo, Tsonga, Simon, Monfils e altri). La sua carriera inizia da predestinato: vince il singolare juniors a Wimbledon nel 2000 e passa al professionismo. Ha un gioco serve&volley che, unito a un fisico slanciato (1,91 m per 80 kg), lo farà vincere sull’erba in singolare e gli garantirà ancor più successo in doppio. In singolare, entra nella top100 nel 2003 e sale fino al 40° posto nel 2008, ma diversi infortuni lo allontanano dai campi e in classifica. In doppio vince due volte consecutive (2003-2004) il torneo di Metz senza altri risultati di rilievo, cambia molti partners sintomo di mancato affiatamento.
Nel 2010 è protagonista insieme a John Isner del match più lungo della storia del tennis: al primo turno di Wimbledon i due combattono per 3 giorni una partita epica sul campo 18, che termina a favore dell’americano con l’incredibile punteggio di 70-68 al 5° set, dopo oltre 11 ore totali di gioco, 183 games, più di 100 aces per ognuno e altri record. Una targa è stata posta ad memoriam, alla stregua di Italia-Germania del 1970 a Città del Messico. Tale evento gli dà notorietà (scriverà un libro) ma sarà anche una persecuzione, etichettandolo per diverso tempo come “perdente eccellente” non avendo ancora vinto a 28 anni alcun titolo in singolare (solo due finali, perse entrambe nel 2007). Non medita di lasciare il tennis, ma si alterna tra circuiti ATP e minori e si pone l’obiettivo di cambiare l’approccio al gioco e non solo: nel 2011 diventa papà e offre un divertente siparietto con un ciuccio in bocca al termine della vittoria al 1° turno degli US Open.
Nel 2012 il sodalizio con Roger-Vasselin gli vale 3 titoli indoor in terra francese (Montpellier, Marsiglia e Metz). I primi titoli in singolare arrivano solo nel 2013: in meno di un mese, vince i due tornei sull’erba di ’s-Hertogenbosch e Newport, vincendo anche il doppio in quest’ultimo. A 33 anni, dopo molti guai fisici e cambi di allenatori, torna così nella top100 del singolare (era finito 240°). Nel doppio continua la girandola di partners ma sale al 22° posto grazie alla finale al Roland Garros con Llodra (ennesima delusione: sconfitta al tie break del 3° contro i Bryan) e rimane nella top20 anche nel 2014.
Tra fine 2014 e inizio 2015 la svolta: sente un enorme potenziale in Herbert e inizia una partnership in doppio. I due hanno sulla carta pochi punti in comune: Pierre-Hughues è 9 anni più giovane, proviene dell’Alsazia (forte contrapposizione socio-culturale tra Est ed Ovest) e non ha il carattere solare di Nicolas, ma nel tennis si sa quanto le differenze possano fornire nuovi stimoli… Nel 2015 e 2016 vince per due anni consecutivi ancora a ’s-Hertogenbosch in singolare e raggiunge la gloria proprio in doppio con Herbert: il primo Slam, dopo la finale persa a Melbourne contro Bolelli-Fognini, arriva agli US Open 2015 battendo Murray-Peers in 2 set. Seguono le vittorie nel 2016 a Rotterdam (parentesi con Pospisil) e la tripletta nei Master 1000 di Indian Wells-Miami-Monte Carlo, che gli valgono il 3° posto. Il primato nel ranking arriva dopo il Roland Garros nonostante la sconfitta agli ottavi, grazie ai concomitanti risultati dei rivali in classifica. Trent’anni dopo Yannick Noah, la Francia ha un nuovo leader nella classifica mondiale del doppio, e per la prima volta un suo giocatore terminerà l’anno in cima a una classifica mondiale. Il trionfo è suggellato sull’erba del Queen’s e di Wimbledon, dove Mahut e Herbert battono Benneteau e Roger-Vasselin nella prima finale tutta francese di uno Slam dell’era open. Da allora, Mahut non lascerà più il primato nel ranking mondiale di doppio. Agli US Open conferma l’anno di grazia, giungendo agli ottavi in singolare e in semifinale in doppio. Ai Masters di fine anno Mahut e Herbert partono da favoriti ma sono eliminati nella fase a gironi, cedendo la testa della sola classifica Race 2016 al duo Murray-Soares.
Nel 2017, a 35 anni, con 4 titoli in singolare (tutti sull’erba) e 16 in doppio (6 nel 2016), è lecito aspettarsi nuovi successi nella carriera di Nicolas Mahut.
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