TENNIS – Di Diego Barbiani
Per la prima volta il Canada si schiera contro Eugenie Bouchard. Il credito che la nord-americana aveva ottenuto dopo il 2014 ha avuto un’onda lunga di due anni ma ora, nel paese della foglia d’acero, cominciano a crescere malumori e dubbi sul suo futuro.
Stephanie Myles, giornalista tra le più assidue nelle sale stampa dei tornei di tutto il mondo, per anni scrittrice su “The Montreal Gazzette” ed ora attiva soprattutto sul suo sito internet “Opencourt.ca” oltre a diversi portali come “The Guardian” e “Yahoo Sports Canada” propone un articolo dal tono critico ed abbastanza scettico sull’ex n.5 del mondo.
Due le domande che accompagnano la lettura: che ruolo occupa in questo momento il tennis nella vita di Bouchard? La off season del 2014 non è servita da lezione?
Serve un salto temporale. Dopo le Finals di Singapore 2014, al termine della sua stagione d’oro, Bouchard e Nick Saviano si sono separati. L’annuncio arrivò dall’allenatore che interrompeva così il rapporto di lavoro che durava da 8 anni. Forse la decisione è stata un po’ affrettata. Myles scrive: “Bouchard ha cominciato la preparazione senza cercarne uno nuovo, cominciando il 2015 ancora priva di una figura al suo fianco. Sappiamo tutti cosa poi sia successo”. Non si sta riferendo al crollo, alle sconfitte consecutive o alla commozione ancora avvolta nel mistero a Flushing Meadows, ma all’assunzione di Sam Sumyk.
L’attuale coach di Garbine Muguruza fino all’Australian Open 2014 seguiva Victoria Azarenka, portata dal n.7 del mondo nel 2009 alla conquista di 2 titoli Slam e del n.1 del mondo. Bouchard pare l’abbia scelto proprio per ragioni di curriculum più che di conoscenza personale, non potendo più passare un periodo di prova per vedere se le idee ed i metodi di lavoro fossero compatibili. Un paio di allenamenti insieme a Montreal mentre la squadra canadese preparava l’incontro di Fed Cup contro la Repubblica Ceca (che lei ha poi saltato) e l’annuncio su Twitter. La fretta ed il bisogno di avere un allenatore “fatto e finito” l’hanno portata a scegliere senza la possibilità di valutare, scoprendo solo successivamente i problemi e rovinando il 2015.
Ora ci risiamo. Al 23 di novembre Bouchard non avrebbe ancora cominciato la preparazione nonostante, in pratica, la sua stagione sia finita due mesi fa. E se ripensiamo a come sia terminata viene spontaneo pensare che forse, negli ultimi tempi, il tennis ha perso la sua importanza. Da dopo il Premier 5 di Montreal non sono più arrivate più di 2 vittorie consecutive con 5 sconfitte nelle ultime 6 partite disputate. L’unico successo fu ottenuto in Quebec ai danni di Mandy Minella, ma nello stesso torneo è uscita tra i fischi pesanti (per il morale già fragile) del proprio pubblico dopo la sconfitta nel secondo turno contro Alla Kudryavtseva, n.157 del mondo. Non annunciò di aver concluso la stagione perché c’erano degli obblighi da rispettare: due contratti con i tornei di Linz e Lussemburgo dove venne sconfitta all’esordio da giocatrici fuori dalle prime 100 del mondo. In ogni caso, con la testa era già in vacanza. Dopodiché ha cominciato a girare per il mondo tra svago ed eventi come quello della Rolex, o per un’esibizione ad Ankara, o per motivi legati alla causa in corso contro la USTA a New York (pare tra l’altro che venga chiesto un nuovo rinvio di 30 giorni e che il processo possa dunque slittare almeno al 2017), fino alla vacanza alle Bahamas assieme alla connazionale ed ex tennista Heidi El Tabakh dove si è mostrata sui social con bikini particolarmente ristretti. Del tennis e di come preparare una stagione critica come quella che la attende, poco o nulla.
Sempre Myles scrive: “E’ tornata a Miami solamente oggi (il 21 novembre per chi legge, ndr) per la prima volta dopo 3 mesi ed a 40 giorni dall’inizio della nuova stagione è ancora tutto un mistero, a cominciare dal nome dell’allenatore”. Prima novità: lei e Saviano avrebbero di nuovo interrotto la loro collaborazione dopo essersi riuniti ad aprile a Charleston, a seguito di 3 mesi con Thomas Hogsted che pure avevano dato qualche tiepido risultato, ovvero le prime 2 finali dal 2014 (Hobart e Kuala Lumpur, entrambe perse) . Non c’è ancora l’ufficialità ma, sempre secondo quanto raccolto da Myles, Tennis Canada sarebbe alla ricerca di qualche profilo per metterlo in contatto con la canadese. Il problema con Saviano, stavolta, sarebbe l’impossibilità di dedicarsi alla sua allieva a tempo pieno visto il ruolo principale nell’omonima accademia.
In più a 40 giorni dall’inizio della stagione vedrà il suo tempo dimezzarsi: ha firmato un contratto con la IPTL e quest anno anche lei si unirà al torneo di esibizione itinerante lungo l’Asia, che pare aver superato le iniziali difficoltà e domani (giovedì 24 novembre, ndr) Mahes Bhupathi, fondatore, annuncerà le tappe. Altre due settimane o poco più che saranno dunque dedicate a spostamenti dall’America all’Asia (e viceversa), agli impegni con gli sponsor, agli spostamenti dalle varie città. Dopo Natale, poi, il viaggio verso Brisbane, con ulteriori e possibili difficoltà nell’ambientarsi al fuso ed al clima dell’estate australiana. Rischiano di esserci una ventina di giorni, o poco più, per preparare una stagione, partendo dalla base che ad oggi manca la figura di riferimento e che solo nel mese di gennaio Bouchard difenderà 310 punti, un 25% di quanto raccolto nel 2016.
Il capitano di Fed Cup canadese, Sylvain Bruneau, è tra le persone che più preme perché lei possa cambiare atteggiamento ed essere seguita a tempo pieno da un team completo. Poche settimane fa, in un’intervista, ha dichiarato: “Bouchard ha bisogno di un preparatore atletico: nel 2016 c’era una persona che se ne occupava saltuariamente. E’ anche per questo che i suoi risultati sono stati non all’altezza”. L’ultimo che ha ricoperto questo ruolo, Scott Byrnes, sta facendo la fortuna ora di Madison Keys, che quest anno è entrata per la prima volta in top-10.
Servirà inoltre u cambio di marcia repentino, perché a quanto si apprende c’è una clausola nel contratto multi-milionario stipulato con Nike un paio d’anni fa: nelle prime 2 stagioni c’era una quota fissa che Bouchard avrebbe percepito, ma dal terzo anno in poi il giro di soldi si sarebbe basato sul suo ranking. Allo stato attuale, al limite delle prime 50 del mondo, per forza di cose non potrà avere la stessa somma destinata ad una giocatrice in top-10 o top-20.
Vogliamo pensare che sia tutto un modo per staccare e ripartire con maggiore serenità? Lei stessa, tempo fa, aveva dichiarato che quando è in forma vale la top-10. Dichiarazioni che sono a metà: è vero che quando è in forma può essere una giocatrice pericolosa, ma è altrettanto vero che, soprattutto da quanto si apprende, negli ultimi due anni ha diverse colpe per non essersi più riproposta in quelle condizioni, almeno non solo per l’arco di una giornata. A proposito tornano in mente le parole di Timea Bacsinszky ad Indian Wells, quest anno: “Oggi una top-50 o una top-1100 può battere una top-10 top-20, ma quest ultima merita di essere in quella posizione perché a differenza della prima è capace di esprimere un livello ed una costanza che può durare diversi mesi o proprio una stagione intera”. E questo, ora, non è il profilo di Bouchard.
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