Challenge Round. Bahrami, pensieri e parole: da Leconte a Sean Connery

TENNIS – DI FABRIZIO FIDECARO – A due passi da Sean Connery, in camera con Henri Leconte, fermato dalla polizia per eccesso di velocità o mentre incorda le sue racchette. Parla Mansour Bahrami, il giocoliere della racchetta.

Un’icona mondiale del tennis entertainment, il gioioso emblema di una certa maniera di intendere lo sport. Mansour Bahrami è un personaggio inconfondibile, carismatico, a tratti geniale, dalla forte umanità, con un passato tutt’altro che semplice che non gli ha mai tolto la voglia di divertirsi e, soprattutto, di allietare il pubblico. La sua carriera professionistica è stata ostacolata dai mille divieti che vigevano nel suo Paese natale, l’Iran: essi non gli hanno consentito di spingersi oltre un best ranking in singolare al 192esimo posto. Meglio è andata in doppio, con la 31esima posizione Atp raggiunta nell’87, due titoli nel circuito maggiore (Ginevra ’88 e Tolosa ’89) e la finale al Roland Garros ’89 (assieme a Eric Winogradsky fu battuto da Jim Grabb e Patrick McEnroe).

È però nel Champions Tour che il 60enne Bahrami ha trovato la sua dimensione naturale, tanto che ormai da lungo tempo ne è uno dei più apprezzati protagonisti. Magnifico giocoliere, sa regalare spettacolo con naturalezza e maestria, suscitando risate di gusto e applausi ben meritati. Proprio il sito ufficiale del circuito Atp per veterani gli ha dedicato un’intervista sull’ultima volta in cui Mansour ha fatto o gli è accaduto qualcosa. È interessante ascoltare le sue risposte.

 

L’ultima volta in cui… Hai perso qualcosa di importante?

«Mia madre. È stato molto importante e doloroso per me. Ogni altra cosa è solo materiale e non molto grande».

… Hai pagato per noleggiare un campo da tennis?

«Non credo di aver mai pagato per un campo. Mi sono offerto di farlo, ma sono fortunato che ovunque vada la gente è felice di vedermi e semplicemente mi dà il campo».

… Essere famoso ti ha aiutato?

«Accade spesso ed è molto bello. A volte la polizia che mi aveva fermato perché superavo il limite di velocità mi ha lasciato andare solo con un avvertimento. Capita anche che ottenga un posto in un ristorante quando i tavoli sono pieni. È piuttosto buono per me!»

… Hai incordato una racchetta?

«Ho incordato tutte le mie racchette da solo fino a cinque o sei anni fa. Possedevo una macchina comprata trentacinque anni fa perché non avevo soldi da dare agli incordatori, ma l’ho data alla federazione tennistica francese da qualche mese. Ora è nel loro Centro Nazionale».

… Hai cucinato per te stesso o per qualcun altro?

«A cucinare sono abbastanza senza speranza. Se sono da solo, o non mangio o prendo semplicemente uno yogurt o qualcosa del genere».

… Hai incontrato un idolo di gioventù?

«Amo Sean Connery e lui una volta si trovava a due metri da me, ma non riuscivo ad andare oltre e a dirgli qualcosa. Poi lui si è avvicinato e ha detto: “Mi piacerebbe stringerti la mano. Penso tu sia uno dei migliori che abbia mai visto. Non puoi immaginare il piacere che mi hai dato”. È stato fantastico per me!»

… Hai diviso la camera d’albergo con un altro giocatore?

«Forse venticinque anni fa. Non ho diviso camere con molti giocatori, ma l’ho fatto con Henri Leconte. È un buon compagno di stanza… A volte!»

 

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