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Challenge Round. Cilic e Del Potro, "gemelli" diversi a caccia della Davis

TENNIS – DI FABRIZIO FIDECARO – Marin Cilic e Juan Martin Del Potro sono i leader di Croazia e Argentina, che si affronteranno a fine novembre con in palio la Coppa Davis. Curiosamente numerosi gli aspetti che li accomunano, a partire dalla data di nascita…

Croazia contro Argentina. O, per limitare la sfida ai giocatori più rappresentativi, Marin Cilic contro Juan Martin Del Potro. Dal 25 al 27 novembre assisteremo a una finale di Coppa Davis inedita e ricca di spunti. Su tutti spicca il duello tra i leader dei rispettivi team nazionali, campioni che hanno più aspetti in comune di quanto potrebbe sembrare a prima vista. Tanto da essere, in un certo senso, quasi “gemelli”…

La data di nascita, innanzitutto. Marin e Juan Martin sono venuti al mondo nel settembre del 1988, ad appena cinque giorni di distanza l’uno dall’altro: l’argentino il 23, il croato il 28. Entrambi, dunque, festeggiano ventotto anni proprio a cavallo tra questa e la prossima settimana. È curioso, poi, che anche la statura sia la medesima: 1,98 sia per Cilic sia per Del Potro, secondo il sito ufficiale Atp.

Spostandoci sul piano tennistico, la loro rivalità cominciò fin dall’epoca junior: si trovarono di fronte, tra l’altro, nelle finali dell’Orange Bowl under 14 (2002) e del Trofeo Avvenire (2003) e a prevalere fu sempre Delpo. Tutti e due sono divenuti professionisti nel 2005 e vantano ciascuno un solo titolo dello Slam vinto in carriera. In ambo i casi si tratta dell’US Open, che il ragazzo di Tandil fece suo nel 2009 (sconfiggendo nei quarti proprio Cilic) e l’originario di Medjugorje nel 2014. Tra le vittime di ognuno figurò niente meno che Roger Federer, battuto da Delpo in finale e da Marin in semi.

Anche nel loro stile di gioco non mancano le similitudini: entrambi destrorsi con il rovescio bimane, assai potenti e capaci, in stato di grazia, di diventare pressoché ingiocabili. Ovvio che, approfondendo il discorso, vengano fuori anche differenze, con, per esempio, il rovescio di Cilic maggiormente incisivo bilanciato dall’imperioso diritto di Del Potro, in grado di mettere in difficoltà chiunque.

Ben diverse sono le storie che hanno alle spalle. Emerso giovanissimo, il sudamericano è stato frenato da una serie di infortuni che ha rischiato di spezzarne la carriera e, a ogni modo, ne ha pesantemente condizionato i risultati. Se la salute lo avesse assistito, avrebbe potuto vincere molto di più e probabilmente aspirare anche alla leadership mondiale.

Cilic, pur approdato abbastanza presto fra i top ten, ha faticato di più per confermarsi e raggiungere livelli di eccellenza. Le prestazioni di due anni or sono a Flushing Meadows, però, hanno mostrato a tutti di che pasta sia fatto. Di recente è giunto anche il primo centro a livello Master 1000, in quel di Cincinnati: strano che Palito, invece, non abbia mai trionfato in un evento di questa categoria. Per lui sono diciotto i titoli Atp complessivi, a fronte dei quindici del croato.

I due non si affrontano in un match ufficiale da quasi tre anni. Il confronto più recente risale al primo round di Parigi Bercy 2013: Delpo si impose per 64 76. Complessivamente Juan Martin si è aggiudicato otto dei dieci head to head: tra essi l’unico in Davis, con un ruggente 61 62 61 sulla terra di Buenos Aires nei quarti del World Group 2012, che sancì il passaggio di turno della sua squadra. Per Cilic due affermazioni, agli Australian Open 2010 e a Montreal nel 2011.

Nelle freschissime semi di Coppa i due sono stati protagonisti assoluti. A Zadar, dinanzi alla Francia, Marin ha trascinato i suoi alla vittoria, battendo Pouille e Gasquet in singolare e affiancando al meglio Ivan Dodig nel successo in doppio su Herbert/Mahut. “Soltanto” un punto ha conquistato Juan Martin a Glasgow con i britannici detentori dell’insalatiera, ma a dir poco fondamentale, essendo venuto dall’emozionante singolare d’apertura con il numero 2 del mondo Andy Murray.

Ci avviciniamo dunque all’evento conclusivo della stagione con forte curiosità. Cilic cercherà di emulare il successo croato del 2005, quando il mattatore fu Ivan Ljubicic, ben coadiuvato da Mario Ancic. Del Potro potrebbe compiere un’impresa ancor più grande, regalando all’Argentina la prima Davis della storia dopo ben quattro finali perdute (di cui due con lui in campo, nel 2008 e nel 2011, sempre con la Spagna). Chi la spunterà? Tra due mesi il verdetto, tutt’altro che scontato.

 

Fabrizio Fidecaro

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