TENNIS – RIO DE JANEIRO. Da quando ha messo piede all’Olympic Stadium di Rio, Juan Martin Del Potro non ha mai smesso di compiere imprese e versare lacrime di gioia.
Ed è successo anche oggi, in semifinale, dove in un match serratissimo ha sconfitto in rimonta Rafael Nadal conquistando l’accesso alla finale ed una medaglia sicura.
Una semifinale tesa (e per questo non tecnicamente bellissima), disperatamente voluta da entrambi, lottata fino all’ultimo punto. I due, grazie ad un break per parte, si dividono i primi due parziali: 7-5 Nadal il primo set, 6-4 Del Potro il secondo.
Nel terzo lo spagnolo sembra averne di più e sfiora il break già in apertura. L’argentino si aggrappa con le unghie ai propri turni di servizio, non molla. I due vanno così avanti spalla a spalla fino al 4 pari, quando improvvisamente arrivano tre palle break consecutive per Juan Martin, che piazza il primo break e va a servire per il match. Una possibilità sfruttata malissimo, visto che Delpo cede la battuta a zero. Sul 5 pari ci risiamo: Nadal va nuovamente sotto 0-40, ma recupera (complice qualche errore di troppo avversario) e tiene il servizio. Così fa anche Del Potro per arrivare al tie-break.
Qui il primo punto si rivela decisivo: nonostante le occasioni sprecate, l’argentino resta lì con la testa e si prende subito il mini-break di vantaggio. Un vantaggio che manterrà fino alla fine, quando Rafa spara fuori un dritto per lui piuttosto comodo regalando all’avversario il punto del 7-5 e la finale olimpica.
Se sarà oro o argento, lo sapremo solo dopo la finale contro Andy Murray, ma il bello delle Olimpiadi è che a vincere è anche chi va ko in finale. Ma anche in qualsiasi altro torneo, senza metalli preziosi in palio, l’argentino avrebbe già vinto.
Perché dopo aver vinto gli Us Open, in questi sette anni disgraziati, ha sofferto fuori dal campo, temendo addirittura di non poter più tornare a giocare.
Perché ancora una volta la dea bendata sembrava essersi accanita contro il 28enne di Tandil con un sorteggio infausto, che gli aveva messo di fronte il numero 1 del mondo Novak Djokovic.
Perché dopo annate passate a giocare a singhiozzo e senza più l’abitudine a giocare i tornei fino alle fasi finali, Delpo ha tirato ancora una volta fuori tutto quello che ha dentro, oltre alle sassate di dritto e servizio: grinta, tenacia, coraggio, cuore.
Perché è il primo a battere nello stesso torneo sia Nadal sia Djokovic dagli Australian Open 2014, quando Stan Wawrinka vinse poi il suo primo titolo del Grande Slam.
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