Olimpiadi Rio de Janeiro: Kuerten tedoforo, ma non l'ultimo. L'onore è per Vanderlei de Lima, sfortunatissimo maratoneta

TENNIS – RIO DE JANEIRO

OLIMPIADI. Si sono sbagliati tutti, alla fine. E forse, per un certo punto di vista, è stato anche bene così. Non è stato Gustavo Kuerten ad accendere il braciere delle Olimpiadi di Rio de Janeiro, come invece tutti in Brasile davano per certo da ormai 12 ore, ma il maratoneta Venderlei de Lima, sfortunatissimo protagonista della maratona a 5 cerchi di Atene 2004. Un gesto simbolico, quello di ultimo tedoforo, che vuole appianare del tutto la cocente delusione che il brasiliano subì quel giorno, quando nella seconda parte della corsa più famosa del mondo, nel luogo dove tutto ciò avvenne per la prima volta ai tempi delle battaglie contro l’impero persiano, Vanderlei venne assalito da uno squilibrato quando era in testa alla corsa. Era l’ultimo tratto della gara ed il brasiliano si stava difendendo dal rientro di Stefano Baldini (poi vincitore della medaglia d’oro) quando da dietro un irlandese gli corse addosso e gli fede perdere, probabilmente, la soddisfazione più grande della carriera. Dodici anni dopo, Vanderlei ha potuto concludere, metaforicamente, quella corsa percorrendo gli scalini che lo hanno portato fino al braciere olimpico e dare il via alla manifestazione in casa. Per Kuerten, comunque, la soddisfazione di entrare nello stadio con la torcia in mano, ricevendo la stading ovation ed il calore del suo pubblico, mentre qualche lacrima, nel frattempo, scorreva sul suo volto.

 

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