Atp/Wta Roma: il movimento italiano in salute. Come Dimitrov.

ROMA – Il movimento è in salute. Esattamente come Dimitrov. L’importante, per entrambi, è crederci. No retreat, no surrender. E’ il titolo di uno dei primissimi film, se non il primo, di Jean Claude Van Damme, datato 1986. Pellicola ampiamente dimenticabile, ma dal titolo che ha ispirato intere generazioni. Si fa per dire. La speranza di Dimitrov era quella, appunto: di diventare anche lui un riferimento per i futuri virgulti del tennis. Magari non di Alexandrer Zverev, solo qualche annetto più “giovane” del bulgaro. Il tedeschino lo ha preso alla lettera, bastonandolo in due set sul Centrale.

Come a dire “guarda, non ho bisogno di niente, davvero: faccio io”. Nessuno ha mai chiamato Zverev il nuovo Federer, e spero per lui che nessuno lo faccia mai, visti i risultati ottenuti fino ad ora da Dimitrov. Grigor, fino ad ora, è un Federer solo tra le lenzuola, a quanto pare. Il che, per carità, non guarda mai, però magari due domandine, arrivati a 25 anni, facendo tra l’altro passi indietro clamorosi negli ultimi 2 anni, magari è giusto farsele.Nel primo set, il bulgaro ha accumulato 0 (zero) vincenti. Nemmeno “Sports Illustrated” Wozniacki dei tempi d’oro. 

Come sarebbe giusto farsi qualche domanda, da parte di chi di dovere, anche per il naufragio del tennis azzurro in questa prima giornata. Otto eliminazioni su nove: non si vedeva una cosa così da tempo. E non ne sentivamo esattamente la mancanza. La cosa più grave, però, è che l’unico proveniente dalle qualificazioni è stato il non esattamente più giovane Filippo Volandri, semifinalista al Foro nel 2007. Dieci anni fa, e già “Filo” aveva 25 anni. Ora, non ci vuole un genio per capire quale futuro ci aspetta da qui a poco. Ci sono cicli, e non è un’accusa a nessuno. Semplicemente, la cosa dispiace un pò. Ma c’è sempre speranza. Come quella che ha Dimitrov, dopotutto. 

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