Il ritorno di Nadal è una buona notizia, quanto vale lo sapremo presto

 

TENNIS – QUIET PLEASE! – Di ROSSANA CAPOBIANCO – Il nono trionfo di Rafa Nadal, il primo in un MS1000 dal 2014 quando sconfisse a fatica Kei Nishikori in finale a Madrid, era attesissimo. E fa gridare, giustamente, al ritorno. Ritorno che in periodi di scarsa concorrenza come questo lo si auspica ma Monfils e Murray, tra gli altri, sono test validi per gli obiettivi massimi di Nadal sulla terra?

Non fai in tempo a dire che manca un rivale ed ecco che torna Nadal.

Torna nel torneo in cui il cannibale Djokovic si ferma al primo turno battuto da un sorprendente Jiri Vesely, un altro giovanotto perduto dopo le tante promesse. Nole forse stanco, forse in riserva mentale, forse troppo occupato ad inaugurare il proprio ristorante vegano a Monte-Carlo, di sicuro scarico. Nadal ha giocato bene tutta la settimana, sia inteso; anche per Nole Djokovic non sarebbe stato facile battere il maiorchino; chi ha visto il vero Nadal su terra negli anni d’oro, però, sa che almeno su questa superficie non gli capitava mai di essere preso a pallate. A tratti, invece, è accaduto.

Contro Thiem, che si è divorato più di una dozzina di palle break; contro Monfils, nei tratti in cui il francese pareva avere un piano di gioco; nel primo set da un Murray pimpante, prima di sgonfiarsi come al solito. Il punto è che probabilmente c’è un fraintendimento di fondo: Rafael Nadal è probabilmente (ma l’avverbio lo scriviamo solo per scrupolo) il più grande giocatore su terra battuta di sempre. Nessuno si muove sulla terra come lui, neanche adesso che si muove -leggermente- più piano. Ha molti piani di gioco su questa superficie e una capacità di colpire la palla coordinandosi quasi in qualsiasi situazione; quando c’era la potenza e il top-spin al massimo era infatti imbattibile.

Il fatto che questa vittoria possa dargli fiducia per provare ad essere più aggressivo anche nei momenti importanti per le sfide importanti che arriveranno, è un’ottima notizia per il tennis: Djokovic altrimenti rischia di avere la vita troppo facile, a meno di possibili sorprese eclatanti come quella di Wawrinka lo scorso anno. E infatti il serbo non ha tardato a far sapere che il favorito per Parigi è Rafa, che le pressioni su di lui son già troppe.

Quanto però questo Rafa basti contro un Djokovic al meglio o con un top-ten continuo anche a livello di intensità dobbiamo ancora scoprirlo: arrivasse la decima non ci sarebbe più da chiedersi nulla.

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