Challenge Round. Arte e pallacorda, le origini del tennis a Civitanova Marche

TENNIS – DI FABRIZIO FIDECARO – La mostra “Arte e pallacorda”, curata da Alvise Manni e Salvatore Sodano, è in corso alla Galleria Centofiorini di Civitanova Marche, dove resterà fino al 24 aprile. Un’opportunità imperdibile per verificare quanto il tennis abbia profonde radici nella nostra penisola.

Un’aquila in cima a una colonna, alla quale è incatenato un orso. È questo lo stemma dei Cesarini, nobile famiglia romana che estese i propri feudi su vasti territori del Lazio e delle Marche a partire dal XV secolo. All’inizio del Seicento, grazie all’appoggio di Papa Sisto V, molto legato alla casata, Giuliano Cesarini, figlio di Giovan Giorgio e di Clelia Farnese nonché nipote del cardinale Alessandro Farnese, divenne il primo marchese di Civita Lavinia e, soprattutto, il primo duca di Civitanova Marche. Ebbene, già all’epoca di Giuliano Cesarini, nella Città Alta era presente un’area destinata al gioco della pallacorda, diretto antenato dell’odierno tennis.

L’importante scoperta si deve al professor Alvise Manni, che quattro anni or sono, presso la British Library di Londra, rinvenne una cartina fino ad allora ignota che ritraeva appunto Civitanova Alta nel 1613. Gli autori erano Papirio e Simone Bartoli, zio e nipote, che con ogni probabilità l’avevano fatta stampare a Roma, partendo da una rappresentazione grafica realizzata a penna dal più anziano dei due. Gli aspetti di rilievo nella piantina emersero immediatamente in gran numero: fra essi, due giocatori di pallacorda impegnati in una sfida lungo la via principale del centro abitato, corrispondente all’attuale Corso Annibale Caro. A colpire più di tutto, però, fu la visualizzazione di una palestra al coperto dove si praticava l’attività, operativa alla corte dei duchi e localizzabile nell’odierna via Nazario Sauro, proprio dove oggi si trova il giardino della Galleria Centofiorini.

Ebbene, quale location migliore per un’esposizione dedicata a quel periodo? È nata così la mostra “Arte e pallacorda – Civita Nova tra cartine, duchi e racchette”, che si tiene significativamente proprio nella Galleria Centofiorini. È possibile visitarla già da qualche giorno, per la precisione da domenica scorsa. Occorre però sbrigarsi, perché resterà nelle sale soltanto fino al prossimo 24 aprile. 

Oltre che per l’apporto di Manni, l’iniziativa è stata possibile grazie allo storiografo del tennis Salvatore Sodano, sempre in prima linea quando si tratta di allestire manifestazioni simili. Sodano, punto di riferimento indiscusso per quanto riguarda il tennis “vintage”, è stato felice di mettere a disposizione una serie di notevoli reperti storici che testimoniano l’evoluzione dei giochi sferistici, sia in Italia sia oltreconfine.

Tra questi spiccano alcune incisioni del bolognese Giuseppe Maria Mitelli (1634-1718), il primo a farci pervenire immagini chiare su come erano fatte le racchette e sulle persone che le utilizzavano e ne promuovevano l’uso: un mondo fatto di gentiluomini, notabili, aristocratici, poeti ed ecclesiastici fino ai più alti livelli. Come Papa Clemente XI, di cui è documentato che, per salvaguardare l’esistenza dell’Università di Urbino, offrì i proventi derivati dal gioco della Pallacorda. 

Molto emozionante è stata l’inaugurazione, con il conte Carlo Sabatucci Frisciotti Stendardi chiamato a tagliare il simbolico nastro all’ingresso e a dare il via a questa magnifica settimana. Quasi novantaquattro anni, imprenditore agricolo e proprietario terriero, Sabatucci ha ricordato nell’occasione il suo passato di calciatore nelle giovanili della Lazio, allenatore e presidente di squadre di calcio, campione italiano di terza categoria, dirigente federale e selezionatore azzurro nel tennis. Uno sportivo a tutto tondo, cui va attribuito anche il merito di aver esercitato un ruolo determinante per lo sviluppo nella zona del mondo della racchetta. Giusto dunque che fosse lui ad aprire una mostra di gran successo, con i locali subito gremiti da intenditori, appassionati e semplici curiosi.

L’appuntamento, dunque, è in quel di Civitanova Marche fino a domenica 24. Un’opportunità imperdibile per qualsiasi amante della nostra disciplina, ma anche dell’arte in genere, sia più o meno nelle vicinanze. Grazie alla visione di documenti e materiali d’epoca, si potrà assaporare la gioia di immergersi in un’interessantissima realtà finora poco conosciuta e verificare di persona quanto il tennis abbia radici lontane nella nostra penisola.

 

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