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Challenge Round. Karlovic, il re degli ace non vuole abdicare

TENNIS – DI FABRIZIO FIDECARO – Alla bella età di trentasei anni Ivo Karlovic sta vivendo una delle sue stagioni migliori. Il croato è tornato fra i primi venti del ranking e di recente ha strappato a Goran Ivanisevic il primato degli ace.

Karlovic, chi è costui? Se lo domandarono in molti nel giugno del 2003, vedendo sul Centre Court di Wimbledon questo croato con l’aspetto da pivot eliminare al primo turno il campione uscente Lleyton Hewitt. All’epoca Ivo aveva già ventiquattro anni ed era appena numero 203 Atp: fu naturale il sospetto che potesse trattarsi di un exploit isolato. E poi con quelle movenze poco aggraziate e il gioco incentrato esclusivamente sul servizio…

Invece, a distanza di oltre dodici stagioni, siamo ancora qui a osservare il gigante di Zagabria – due metri e undici centimetri secondo il sito ufficiale Atp! – che battaglia con i top player del circuito. Nell’agosto del 2008 è arrivato al 14esimo posto del ranking e tuttora, dopo qualche annata di alti e bassi, figura fra i top twenty. Quest’anno ha conquistato a Delray Beach il suo sesto titolo nel Tour maggiore ed è stato uno dei quattro tennisti capaci di battere il formidabile Novak Djokovic (vi è riuscito a Doha; da notare che a compiere analoga impresa sono stati solo Federer, Murray e Wawrinka…).

Un paio di settimane fa, nel corso dell’Atp 500 di Pechino, ha stabilito il nuovo record di ace totali, sottraendolo al connazionale Goran Ivanisevic. È vero che le statistiche ufficiali partono solo dal 1991 e non includono i match di Coppa Davis, ma resta comunque un traguardo notevole. Il campione di Wimbledon 2001 si era fermato a 10237; Ivo, alla vigilia di questa settimana, era già a quota 10289. Dal 2003 a oggi Karlovic ha sempre mantenuto una media annua tra i 17 e i 21 ace per singolo incontro, ma nel 2015 sta facendo ancor meglio, essendosi portato a oltre 23. E nei quarti di Halle ha fatto suo anche un altro primato, quello per i match al meglio dei tre set, mettendo a segno 45 bolidi imprendibili nella sfida contro Tomas Berdych.

Dinanzi a lui trovare il ritmo è pressoché impossibile. Esemplare il confronto di lunedì a Vienna con Andreas Seppi: all’altoatesino è bastato cedere un solo punto sulla propria battuta nel tie-break e sbagliare malamente un paio di diritti in un game di servizio per ritrovarsi sconfitto due set a zero (76 63) senza appello. Rarissimi gli scambi prolungati: Ivo tende a cercare subito la soluzione vincente, spesso anche in risposta, e con lui non è opportuno consentirsi distrazioni.

La battuta straripante, ovviamente amplificata dalla statura, è sempre stata la chiave dei successi di Karlovic. A essa, però, Ivo ha aggiunto un repertorio tutto sommato più che discreto nei colpi da fondo e un efficace gioco di volo, agevolato dall’impressionante apertura alare di cui dispone. Insomma, ormai il croato è un veterano di trentasei anni, ma, specie sul veloce, nessuno si augura che il sorteggio glielo ponga di fronte. E a volte il riconoscimento – anche indiretto – dei colleghi vale più di mille lodi da parte degli addetti ai lavori.

 

Fabrizio Fidecaro

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