Quale forma ha l’acqua? In verità l’acqua prende la forma che le viene data, perché si sostiene che non ne abbia davvero una tutta sua. Proprio come un liquido, incapace di acquisire una sola forma, il tennis di Jannik Sinner fluisce, si adegua a ogni foggia o situazione. Scorre inesorabile ignorando gli ostacoli e procede […]
01 Mar 2015 12:00 - Senza categoria
L'Atlante degli italiani / Fognini ed Errani: ritorno all'antico. Ed ora chi facciamo giocare in Davis?
di Gianluca Atlante
TENNIS – Di Gianluca Atlante
Fognini è stato chiaro: «Bolelli e Seppi, in questo momento, meritano di giocare i singolari in Coppa Davis». Viva la sincerità, almeno quella.
Alla luce, anche e soprattutto, della figuraccia che il tennista di Arma di Taggia ha fatto a Buenos Aires, racimolando contro il tennista di casa Carlos Berlocq la miseria di tre giochi, ma soprattutto, mettendo di nuovo a nudo quelle carenze di natura comportamentale che sono il suo tallone d’Achille. Molti dicono: «Ragazzi, Fognini è questo». Ci stiamo sino ad un certo punto. Perché non puoi arrivare in finale a Rio de Janeiro la settimana prima, vincendo match incredibili e in rimonta come quello con Nadal e poi prendi 6/3 6/0 da Berlocq senza pensare, soltanto per un attimo, che la partita può anche durare tre set, che i passaggi a vuoto ci possono essere ma vanno dimenticati all’istante, che determinati atteggiamenti di insofferenza, sono deleteri per lui e per chi, vedi capitan Barazzutti presente anche lui a Buenos Aires, deve salvaguardarne la sua integrità in chiave Coppa Davis.
Morale della favola, non certo a lieto fine, la finale di Rio de Janeiro, per lui che l’ha persa contro Ferrer e per la Errani che l’ha vinta, ci ha illuso. Soltanto una settimana fa, eravamo qui a scrivere di una rinascita. Di un qualcosa di bello, che nella Terra del Mondiale aveva accomunato i nostri elementi di caratura. Qualche giorno dopo, tra Buenos Aires ed Acapulco, il naufragio. Due cazzotti in faccia ad entrambi per altrettante sconfitte inattese, maturate prima del tempo e pronte, semmai ce ne fosse bisogno, a riaprire ferite vecchie. Come a dire che una “rondine non fa Primavera” e che sono sempre le prove a seguire, in questo caso i match ed i tornei, quelli da vincere, quelli dove confermarsi, quelli dove far capire che i precedenti successi non erano certo frutto del caso. Fognini e la Errani, invece, hanno pensato bene di tornare all’antico recente. A farsi battere, visti i punteggi e quanto espresso in campo, prima ancora di aspettare il primo cambio palle. Cancellando, di colpo, quanto di buono fatto qualche giorno prima.
Non possiamo pensare che Fognini sia quello che batte Nadal e poi prende 6/3 6/0 da Berlocq e che la Errani, dopo essere tornata alla vittoria due anni dopo il suo ultimo successo Wta, si faccia maltrattare dalla portoricana Puig. Non lo vogliamo pensare, ma è quello che la settimana ci ha offerto. Tralasciando la sonora lezione della Radwanska alla Pennetta e il dignitoso match di Bolelli (ha comunque lottato tre set) contro Berdych.
E ora ci chediamo cosa farà Barazzutti in vista della trasferta ad Astana, in Kazakistan, per il primo turno di Coppa Davis. Si farà guidare, come spesso è accaduto, dalla classifica mondial, così da non scontentare nessuno, oppure prenderà alla lettera le parole di Fognini, abile a chiamarsi fuori per il singolare, consapevole di non essere continuo nel rendimento? Saremo curiosi di scoprirlo.