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16 Feb 2015 18:00 - Commenti
Tennis e dintorni / Luca Vanni, la bella storia di un gigante buono
di Stefano Semeraro
TENNIS – Di Stefano Semeraro
La favola è finita. Luca Vanni da Arezzo, n. 149 del mondo, 30 anni ad aprile, prima della scorsa settimana non aveva mai vinto un match in un tabellone Atp.
Ieri dopo una settimana folle si è giocato la finale del “250” su terra di San Paolo contro Pablo Cuevas, n.32 del mondo: ha anche servito per il match nel 3° set, ma alla fine ha perso (6-4 3-6 7-6). Un dispiacere, non un dramma. Perché Luca Vanni, «Lucone» per gli amici, servizio bomba, 198 centimetri e 94 chili di simpatia sparsa con generosità, è uno di quelli che non si arrendono. Di quelli che l’importante è il viaggio, non il tempo che impieghi a viaggiare.
Come Victor Estrella Burgos, il dominicano che a 34 anni ha vinto il suo primo torneo Atp, o Paolo Lorenzi, senese e amico dell’aretino Vanni, che la sua prima finale Atp l’ha giocata a 32, l’anno scorso proprio San Paolo e che nello Slam ha sopportato 13 eliminazioni 13 al 1° turno – ma alla 14esima ce l’ha fatta. Vanni è nato a Castel del Piano e vive a Foiano della Chiana, dove suo padre Luciano, ex pallavolista, possiede un mobilificio. Al tennis Vanni si è dedicato veramente solo a 21 anni. Prima c’era stata una vita da mediano in terza categoria, poi è arrivato il clic, la luce che si accende. E che non si è spenta neppure dopo i tanti infortuni alle ginocchia, compreso l’ultimo che nel 2013 ha rischiato di spezzargli la carriera e lo ha spedito oltre quota 800 nel ranking.
A 28 anni sembrava “The end”, invece Luca dopo l’operazione e 4 mesi di stop ha ripreso da dove aveva smesso: ore e ore di trasferimenti notturni in macchina per finanziarsi giocando i campionati a squadre in mezza Europa, e poi precipitarsi ad un Futures. Dormire poco, mollare mai. Li chiamano “peones”, sono l’humus del tennis. L’anno scorso di questi tempi Vanni era sotto un “pallone” a Sondrio, poi ha infilato 7 vittorie nei Futures, una finale di Challenger in Cina. A San Paolo ha avuto fortuna – da qualificato ha preso il posto del ritirato Feliciano Lopez – poi però se l’è meritata facendo fuori Thiemo de Bakker (ex n.40), Dusan Lajovic (77) e in semifinale all’idolo locale Joao Sousa (110).
Da lunedì sarà n. 107, il boom della settimana di San Valentino la dedicherà a Francesca, studentessa di economia. La carriera può sterzare anche a 30 anni, con 80 mila dollari in più. La vita no. «Luca non ha mai dato peso ai soldi», assicura chi lo conosce bene. In fondo servono solo per dare benzina al viaggio.