TENNIS – DI FABRIZIO FIDECARO – Lleyton Hewitt ha iniziato l’anno con una brusca sconfitta a Brisbane, dove aveva trionfato dodici mesi fa. Eppure l’australiano continua a prepararsi con fiducia ai suoi 19esimi Australian Open e a una nuova stagione a tempo pieno sul circuito.
Non si può dire che la stagione 2015 sia partita nel modo migliore per Lleyton Hewitt. Dodici mesi or sono il “canguro mannaro” aveva esordito facendo suo il titolo nella prova Atp di Brisbane, nella cui finale, per di più, aveva battuto niente meno che Roger Federer. Ora, nello stesso torneo, è giunta una malinconica eliminazione al primo turno, con un pesante 63 62 incassato dal connazionale Sam Groth. Nonostante l’immediata uscita di scena, Lleyton ha deciso comunque di non giocare a Sydney la settimana prossima (vi sarà comunque per un’esibizione) al fine di concentrarsi sugli Australian Open, cui quindi si presenterà con appena un match ufficiale disputato in preparazione.
«L’anno scorso vinsi il torneo e poi persi al primo turno a Melbourne», ha dichiarato lui a Brisbane. «Sarebbe bello se stavolta, dopo essere uscito subito qui, facessi un po’ meglio agli Australian Open». Nel 2014 l’ex numero uno del mondo si arrese in cinque set ad Andreas Seppi e anche nel 2013 era stato fermato al debutto, da Janko Tipsarevic. In effetti l’ex numero uno del mondo non ha mai avuto troppa fortuna nello Slam di casa, nemmeno nei suoi periodi migliori.
In diciotto partecipazioni (la prima nel 1997, quando, appena 15enne, superò le qualificazioni prima di arrendersi a Sergi Bruguera nel main draw) ha centrato gli ottavi per sette volte, ma solo in una circostanza si è spinto oltre, nel 2005, allorché, dopo aver battuto fra gli altri Blake, Nadal, Nalbandian e Roddick, fu sconfitto in finale da Marat Safin. Il quarto turno ha interrotto dunque la sua corsa in ben sei occasioni (2000, 2003-04, 2008, 2010, 2012) ed è curioso constatare che nelle due stagioni chiuse in vetta al ranking Lleyton abbia fatto ancor peggio: terzo round nel 2001, addirittura primo nel 2002, battuto dagli spagnoli Carlos Moya e Alberto Martin.
Il suo obiettivo per l’edizione 2015? Lo ha spiegato lui stesso qualche giorno fa: «Ho buone sensazioni, credo di poter eliminare qualche testa di serie. La speranza è di arrivare alla seconda settimana del torneo, e, con un po’ di fortuna, spingermi fino alle semifinali». Un traguardo, quest’ultimo, che, alla luce degli ultimi eventi, appare utopistico. Malgrado le stagioni migliori siano ormai alle spalle, però, Hewitt sembra non avere alcuna intenzione di abbandonare il tennis professionistico: «Ormai i punti e la classifica non mi importano più», ha detto alla vigilia di Brisbane, smentendo quanti ipotizzavano un possibile ritiro dopo gli Australian Open. «Lotterò tutto l’anno per cercare di vincere un titolo Atp».
Grazie soprattutto ai successi di Brisbane e Newport, Hewitt ha chiuso il 2014 fra i top 50 per la prima volta in cinque anni. Ora, con l’uscita dal conteggio dei punti relativi alla vittoria nel Queensland, è già scivolato al numero 84, e risalire non si prospetta semplice. Lleyton compirà trentaquattro anni a febbraio: ha dunque solo qualche mese in più rispetto a Federer, ma la minor naturalezza nei colpi e uno stile di gioco basato sulla corsa e sulla resistenza non possono non averne logorato maggiormente il fisico. Eppure il campione di Adelaide rilancia ancora, pronto, al di là di tutto, a una nuova annata full time sul circuito. Magari, chissà, con il segreto proposito di chiudere in bellezza a gennaio del 2016, con una storica ventesima presenza consecutiva nel Major down under…
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