di Salvatore Sodano C’era un ragazzo che come me… amava i Beatles il Rock&Roll… e il tennis? Forse, ma scavando nel fotocatalogo dei vip, a disposizione nella banca dati, di Morandi tennista non c’è traccia. Allora? Cosa c’entra Morandi con il tennis, a parte le circostanze che spesso lo hanno visto esibirsi negli stadi del […]
TENNIS – QUIET PLEASE! – Di ROSSANA CAPOBIANCO – Il 2014, se non altro, ci ha regalato due nuovi vincitori Slam (non esattamente di primo pelo): Wawrinka agli Australian Open e Cilic agli US Open. Sono due novità che nel tennis degli ultimi anni non siamo abituati a vedere. E il 2015 ce ne regalerà di nuovi? Chi possono essere?
Abbiamo ancora negli occhi la faccia stralunata di Stan Wawrinka in conferenza stampa a Melbourne che controlla il telefonino, la coppa davanti a lui, ripercorre le ultime ore e non ci crede: uno stato che durerà giorni, forse mesi nello svizzero. Il primo Slam non si scorda mai: e specie per chi lo raggiunge insperatamente rappresenta qualcosa di difficile da digerire, metabolizzare, qualcosa di bellissimo ma invadente con cui convivere. Ti prende i sogni, le illusioni, le speranze, le aspettative, l’ansia. Ti prende tutto. E’ tutto.
Il 2014 ha regalato queste sensazioni anche a Marin Cilic, chiudendo un anno non rivoluzionario ma sicuramente “anomalo” per l’ATP degli ultimi anni. Nadal e Djokovic si sono portati a casa Roland Garros e Wimbledon, ristabilendo un equilibrio tra outsider e favoriti che i più abitudinari si auguravano e i desiderosi di novità scongiuravano.
Il 2015 potrebbe non essere da meno se consideriamo che Roger Federer compirà 34 anni e verosimilmente può puntare ad uno Slam soltanto, forse solo Wimbledon, che Nadal continua ad accumulare acciacchi e, terra a parte fatica molto più di prima, che Djokovic è sempre competitivo e l’uomo da battere ma sarà il primo anno con famiglia dietro in giro per il mondo, Murray che dovrà riacquistare fiducia e Del Potro che sarà al rientro dopo molti mesi di inattività. Chi potrebbero essere questi nuovi vincitori di Slam, dunque?
TOMAS BERDYCH
Vi ho visti, avete storto il naso; qualcuno ha scosso la testa. Altri hanno addirittura riso. In effetti pare difficile anche a me, ma prima dello scorso anno avrei messo la mano sul fuoco sia su Wawrinka che su Cilic. In più, la costanza e l’esperienza adesso non gli mancano, i colpi non gli han mai fatto difetto, la testa è più tranquilla. Se trovasse stato di grazia e un tabellone non proibitivo perché no? Erba o cemento, più probabile US Open.
GRIGOR DIMITROV
Voci sono non confermate, ma si parla di una “trattativa” con coach Paul Annacone, tanto non non sottolineare le affinità con Roger Federer; battute a parte, Annacone potrebbe completare quello che Dimitrov è ancora in parte: un giocatore forte che diventa un campione. Lo scorso anno ha colmato il gap fisico con gli altri “top”, gli manca ancora una vittoria importante e una propensione maggiore al gioco d’attacco che un allenatore sapiente come Annacone potrebbe sicuramente inculcare nella testa e negli schemi del bulgaro. E’ ancora un Godot, ma forse arriva. A Wimbledon? O addirittura a Melbourne?
KEI NISHIKORI
Il passo in più lo ha compiuto insieme a Micheal Chang nel 2014: un giocatore completo, uno che non ha paura, che tira e difende e che possiede un solo grande limite, quello fisico. E’ un limite enorme nel tennis moderno ma la resistenza del giapponese non pare reggere i ritmi dei super-atleti nel circuito, a livello strutturale proprio. Però è un pericolo per tutti, Djokovic lo sa. Federer pure. E anche Nadal. Solo sul cemento.
GAEL MONFILS
Sorpresi? E’ un azzardo, lo so. Ma cosa non lo è quando si parla di Gael Monfils? Giocatore dal chiaro talento e dal fisico tanto potente quanto fragile, a causa della poca lucidità del francese a livello tattico, a causa delle scivolate che gli piacciono tanto e della coca-cola bevuta durante i cambi campo. Ma servizio e accelerazioni sono di eccellente fattura. In più, ultimamente pare essersi concentrato molto di più sul tennis, grazie anche alla Davis e all’IPTL. Reggerà? Questo è il problema. Ma se gli venisse fame per me potrebbe essere quello con più chances. C’è sempre quel SE. Dove e quando, a voi la scelta.