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Challenge Round. Wawrinka e la forma da ritrovare al più presto

TENNIS – DI FABRIZIO FIDECARO – Stan Wawrinka ha patito a Shanghai l’ennesima precoce sconfitta nei Master 1000 dopo il titolo conquistato ad aprile a Monte-Carlo. L’elvetico deve assolutamente ritrovare la forma perduta in vista del Masters e, soprattutto, della finale di Coppa Davis.

Quattro vittorie e cinque sconfitte. È questo il bilancio nei Master 1000 di Stan Wawrinka dopo il titolo conquistato a Monte-Carlo nell’aprile scorso. Poco, davvero troppo poco per il numero 4 del mondo. La stagione dell’elvetico era cominciata in maniera eccezionale: in apertura il successo di Chennai, in India, aveva fatto da preludio al clamoroso trionfo negli Australian Open. Poi, archiviato un breve e comprensibile periodo di appannamento post-Slam (con le sconfitte negli ottavi a Indian Wells e Miami e qualche affanno di troppo in Coppa Davis), era giunto il centro nel Principato. Sulla terra del Country Club Stan aveva compiuto un percorso netto, battendo tutti avversari di notevole livello: nell’ordine Cilic, Almagro, Raonic, Ferrer e, in finale, Federer, l’unico capace di portarlo al terzo.

Da allora, però, sono cominciati i problemi. In verità, nei Major, se escludiamo l’uscita al debutto parigino con Garcia-Lopez, Wawrinka è riuscito comunque a difendersi, raggiungendo i quarti sia a Wimbledon sia agli US Open, dove si è arreso prima a Federer e poi a Nishikori, futuri finalisti, avendo impegnato seriamente entrambi (soprattutto il giapponese, impostosi per 64 al quinto). I Master 1000, invece, lo hanno visto in evidente difficoltà. Dopo Monte-Carlo ha perso subito a Madrid con Dominic Thiem, a Roma ha battuto Pere Riba e ceduto a Tommy Haas, a Toronto si è salvato all’esordio con Benoit Paire, prevalendo in rimonta al tie-break decisivo, ma è uscito al round successivo per mano di Kevin Anderson. A Cincinnati l’unico quarto di finale, grazie alle affermazioni su Becker e Cilic, ma una bruciante sconfitta per mano di Julien Benneteau, con appena tre game conquistati tra secondo e terzo set. Ora, a Shanghai, l’immediata battuta d’arresto dinanzi a Gilles Simon, con parecchie occasioni sciupate, che fra l’altro segue in modo preoccupante l’eliminazione al debutto nell’Atp 500 di Tokyo per mano della wild card di casa Tatsuma Ito.

È chiaro, gestire la pressione che deriva da un titolo Slam non è facile, e sta cominciando a saperne qualcosa anche Marin Cilic, che sta facendo i conti con la cosa negli ultimi tempi. A tratti Stan sembra avere smarrito la naturalezza e l’imprevedibilità dei colpi, e gli avversari, che ormai lo conoscono bene, riescono a sfruttarne le attuali lacune, cogliendo così un successo prestigioso su quello che è a tutti gli effetti un top player. Al 29enne di Losanna sta mancando un briciolo di convinzione e di “fame”: può trattarsi del naturale appagamento dopo aver raggiunto traguardi che solo qualche tempo prima apparivano pressoché inavvicinabili.

Ora, però, Stan ha due appuntamenti importantissimi da non mancare: un Masters da onorare al meglio (l’anno scorso, all’esordio nella competizione, arrivò in semifinale) e, soprattutto, una Coppa Davis da vincere assieme all’amico-rivale Roger Federer, che per la Svizzera sarebbe la prima in assoluto. Insomma, gli stimoli, per questa parte conclusiva di stagione, non gli mancano davvero. E allora, chissà, magari Stan starà risparmiandosi, più o meno inconsciamente, in vista delle Finals e dell’insalatiera, ma ora è opportuno mettersi sotto per ritrovare la condizione perduta. Il rischio, altrimenti, è di presentarsi fuori forma all’appuntamento di Lille con la storia. E il rimpianto sarebbe terribile.

 

Fabrizio Fidecaro

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