Quale forma ha l’acqua? In verità l’acqua prende la forma che le viene data, perché si sostiene che non ne abbia davvero una tutta sua. Proprio come un liquido, incapace di acquisire una sola forma, il tennis di Jannik Sinner fluisce, si adegua a ogni foggia o situazione. Scorre inesorabile ignorando gli ostacoli e procede […]
09 Ott 2014 17:00 - Extra
Challenge Round. Wawrinka e la forma da ritrovare al più presto
di Fabrizio Fidecaro
TENNIS – DI FABRIZIO FIDECARO – Stan Wawrinka ha patito a Shanghai l’ennesima precoce sconfitta nei Master 1000 dopo il titolo conquistato ad aprile a Monte-Carlo. L’elvetico deve assolutamente ritrovare la forma perduta in vista del Masters e, soprattutto, della finale di Coppa Davis.
Quattro vittorie e cinque sconfitte. È questo il bilancio nei Master 1000 di Stan Wawrinka dopo il titolo conquistato a Monte-Carlo nell’aprile scorso. Poco, davvero troppo poco per il numero 4 del mondo. La stagione dell’elvetico era cominciata in maniera eccezionale: in apertura il successo di Chennai, in India, aveva fatto da preludio al clamoroso trionfo negli Australian Open. Poi, archiviato un breve e comprensibile periodo di appannamento post-Slam (con le sconfitte negli ottavi a Indian Wells e Miami e qualche affanno di troppo in Coppa Davis), era giunto il centro nel Principato. Sulla terra del Country Club Stan aveva compiuto un percorso netto, battendo tutti avversari di notevole livello: nell’ordine Cilic, Almagro, Raonic, Ferrer e, in finale, Federer, l’unico capace di portarlo al terzo.
Da allora, però, sono cominciati i problemi. In verità, nei Major, se escludiamo l’uscita al debutto parigino con Garcia-Lopez, Wawrinka è riuscito comunque a difendersi, raggiungendo i quarti sia a Wimbledon sia agli US Open, dove si è arreso prima a Federer e poi a Nishikori, futuri finalisti, avendo impegnato seriamente entrambi (soprattutto il giapponese, impostosi per 64 al quinto). I Master 1000, invece, lo hanno visto in evidente difficoltà. Dopo Monte-Carlo ha perso subito a Madrid con Dominic Thiem, a Roma ha battuto Pere Riba e ceduto a Tommy Haas, a Toronto si è salvato all’esordio con Benoit Paire, prevalendo in rimonta al tie-break decisivo, ma è uscito al round successivo per mano di Kevin Anderson. A Cincinnati l’unico quarto di finale, grazie alle affermazioni su Becker e Cilic, ma una bruciante sconfitta per mano di Julien Benneteau, con appena tre game conquistati tra secondo e terzo set. Ora, a Shanghai, l’immediata battuta d’arresto dinanzi a Gilles Simon, con parecchie occasioni sciupate, che fra l’altro segue in modo preoccupante l’eliminazione al debutto nell’Atp 500 di Tokyo per mano della wild card di casa Tatsuma Ito.
È chiaro, gestire la pressione che deriva da un titolo Slam non è facile, e sta cominciando a saperne qualcosa anche Marin Cilic, che sta facendo i conti con la cosa negli ultimi tempi. A tratti Stan sembra avere smarrito la naturalezza e l’imprevedibilità dei colpi, e gli avversari, che ormai lo conoscono bene, riescono a sfruttarne le attuali lacune, cogliendo così un successo prestigioso su quello che è a tutti gli effetti un top player. Al 29enne di Losanna sta mancando un briciolo di convinzione e di “fame”: può trattarsi del naturale appagamento dopo aver raggiunto traguardi che solo qualche tempo prima apparivano pressoché inavvicinabili.
Ora, però, Stan ha due appuntamenti importantissimi da non mancare: un Masters da onorare al meglio (l’anno scorso, all’esordio nella competizione, arrivò in semifinale) e, soprattutto, una Coppa Davis da vincere assieme all’amico-rivale Roger Federer, che per la Svizzera sarebbe la prima in assoluto. Insomma, gli stimoli, per questa parte conclusiva di stagione, non gli mancano davvero. E allora, chissà, magari Stan starà risparmiandosi, più o meno inconsciamente, in vista delle Finals e dell’insalatiera, ma ora è opportuno mettersi sotto per ritrovare la condizione perduta. Il rischio, altrimenti, è di presentarsi fuori forma all’appuntamento di Lille con la storia. E il rimpianto sarebbe terribile.