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23 Ott 2014 11:00 - Extra
Challenge Round. Federer e Basilea, una love story dagli inizi contrastati
di Fabrizio Fidecaro
TENNIS – DI FABRIZIO FIDECARO – Roger Federer ha vinto per cinque volte il torneo che si disputa nella sua Basilea. Eppure i suoi esordi non furono così semplici, visto che il fuoriclasse elvetico dovette attendere parecchi anni prima di alzare finalmente il trofeo tanto desiderato.
Nemo propheta in patria. Il celebre detto latino non vale per Roger Federer, che nella sua Basilea ha conquistato il titolo per ben cinque volte. Eppure gli inizi nel torneo di casa, di cui da bambino aveva calcato i campi nelle vesti di raccattapalle, non furono semplici. Roger dovette attendere la settima presenza nel tabellone principale, e la terza finale, prima di stringere fra le mani l’agognato trofeo.
Già nel 1997, appena sedicenne, Roger fu ammesso alle qualificazioni, ma si arrese al secondo round al connazionale Lorenzo Manta. Al suo esordio in main draw, nel 1998, il giovanotto incappò subito in Andre Agassi, al quale non strappò più di cinque giochi. Andò meglio già l’anno seguente, con un buon piazzamento nei quarti, fermato solo dall’allora numero 6 Atp Tim Henman.
Nel 2000 la prima finale. Il diciannovenne beniamino di casa batté, nell’ordine, Haas, Pavel, Thomann e in semi, per 8-6 nel tie-break decisivo, il coetaneo n. 9 del mondo Lleyton Hewitt (lui era ancora solo al 34esimo posto), guadagnandosi l’accesso a un inatteso match clou. Qui Roger impegnò a fondo il n. 6 Atp Thomas Enqvist, dominando il parziale d’avvio e, dopo aver subito la rimonta dell’avversario, arrampicandosi al quinto set. La frazione conclusiva, però, vide lo svedese in pieno controllo e l’elvetico conquistò solo un game, dovendo rimandare i sogni di gloria.
L’opportunità per trionfare davanti al pubblico amico si ripeté dodici mesi più tardi. Roger uscì vincitore nei quarti per 76 al terzo da un’entusiasmante battaglia con l’altro giovanotto d’assalto Andy Roddick, ma nell’ultimo atto fu di nuovo Henman a non lasciargli scampo, rifilandogli tre set a zero.
Nel 2002, invece, Fed-Ex si fermò alle semifinali, sciupando un set di vantaggio con David Nalbandian, dopo aver superato nuovamente Roddick nei quarti (ma stavolta rischiando assai meno). L’anno successivo, già avviato verso il primato nel ranking (che sarebbe giunto dopo gli Australian Open 2004), Roger andò incontro a una cocente delusione nel “suo” torneo, uscendo già al secondo turno per mano del croato Ivan Ljubicic.
Issatosi in vetta al mondo, il ragazzo di Basilea non prese parte all’evento della sua città per due edizioni, ripresentandosi al via solo nel 2006. La prova era in calendario nell’unica settimana di intervallo tra i Masters Series di Madrid e Parigi Bercy, ma il sentimento fu più forte della ragione e Roger, dopo essersi imposto in Spagna, preferì saltare la tappa francese per concentrarsi sull’obiettivo svizzero. Dal suo punto di vista la scelta si rivelò azzeccata, anche se non si trattò della cavalcata trionfale che qualcuno si attendeva.
Il match più duro fu la semi con il thailandese Paradorn Srichaphan, che lo costrinse al tie-break del terzo, ma anche David Ferrer, nei quarti, lo aveva impegnato a fondo, cedendo il secondo set solo per 16-14 al “jeu decisif”. In finale, invece, il detentore del titolo Fernando Gonzalez, sconfitto già a Madrid, non oppose troppa resistenza, se non in un terzo parziale comunque perso, e Roger poté fregiarsi di uno dei trofei a cui teneva di più.
Fu il primo di tre centri di fila. Nel 2007 e nel 2008 Roger concesse il bis e il ter, superando nei due match clou il finlandese Jarkko Nieminen e l’ex “bestia nera” Nalbandian. In due edizioni lasciò per strada solo un set, una mera distrazione al primo turno del 2008 con lo statunitense Bobby Reynolds.
Nel 2009 la sua striscia vincente si interruppe al termine di una combattuta finale con Novak Djokovic, sul quale, comunque, Federer si prese la rivincita nel match clou dell’anno dopo. Nel 2011 il quinto (e per ora ultimo) sigillo, al termine di un incontro senza storia con il giapponese Kei Nishikori. Negli ultimi due anni Roger è arrivato nuovamente in finale, ma ha perso entrambe le volte in tre set con Juan Martin Del Potro.
Dunque, complessivamente, il diciassette volte campione Slam ha disputato le ultime otto finali dei Swiss Indoors (arriva a dieci considerando le due di inizio carriera), facendone sue cinque. Chiaro che l’affermazione del 2006, con la quale spezzò il digiuno, occuperà sempre un posto di rilievo nelle sue memorie tennistiche, ma Roger si è gustato in pieno ogni momento trascorso nella sua città natale. Tanto da decidere di farvi ritorno anche quest’anno, pur in una fase cruciale della stagione in cui è atteso da parecchi altri impegni più gravosi. Ma, si sa, al cuor non si comanda…