Atp Parigi-Bercy: Federer agli ottavi col brivido, Chardy lo impegna a lungo

PARIGI BERCY. Roger Federer trema all’esordio nel torneo, ma riesce comunque a vincere per 7-6(5) 6-7(5) 6-4 in 2h e 30’, prendendosi così la rivincita nei confronti di Jeremy Chardy, che quest’anno l’aveva battuto agli Internazionali d’Italia. Sì, ma che fatica!

Chardy si è confermato avversario scomodo per il numero 2 del mondo. A inizio 2014, nella semifinale di Brisbane, lo svizzero si era aggiudicato il primo confronto 6-3 al terzo, dopo aver ceduto il secondo parziale. Il francese si era rifatto al Foro Italico, con una grande reazione all’1-6 iniziale e l’ebrezza del match point salvato nel tie-break decisivo con un gran passante in corsa. Rispetto all’avventura romana, Federer è stato aiutato dalla superficie e dal vero e proprio suicidio tennistico del francese nel set d’apertura. Dopo essersi aggiudicato il secondo tie-break di giornata, Chardy ha accusato un lieve passaggio a vuoto, che gli è stato però fatale.

Non è stata la miglior partita del 2014 per Federer. Il campione dell’edizione 2011 ha iniziato con il motore ingolfato, cercando di adattarsi in corsa a una superficie che deve essergli sembrata molto diversa da quella di Basilea. Chardy, che ieri aveva già preso confidenza con il tappeto parigino nella vittoria in due set su De Schepper, è stato fin da subito aggressivo, trovando spesso e volentieri profondità nei colpi e vincendo quasi tutti gli scambi da fondo campo, finché non è andato a servire per il set sul 5-3. Da lì è iniziata una vera e propria gara a chi commetteva più errori. Federer ha recuperato il break e impattato con fatica estrema sul 5-5, salvando ben quattro set point. Chardy ha deciso poi di autobreakkarsi con due doppi falli, regalando allo svizzero la possibilità di servire per il set. Roger ha però rispedito al mittente il pacchetto, commettendo a sua volta un doppio errore sulla palla del controbreak e trascinando il parziale al tie-break, dove il n. 2 del seeding, soprattutto grazie ai numerosi errori dell’avversario, ha chiuso per 7 punti a 5, quasi incredulo per aver portato in salvo le penne.

Nel secondo parziale, Federer è pian piano cresciuto nel rendimento al servizio, senza tuttavia dare l’impressione di un pieno controllo del match. Nei game di risposta non ha trovato continuità per costruirsi opportunità concrete per ammazzare la partita e così si è trascinato dietro il francese fino al decimo gioco. Qui lo svizzero, sul 15-30, ha tirato su con le unghie e con i denti un punto che sembrava già perduto, procurandosi due match point. Chardy, però, non ha tremato come nel primo parziale e ha infilato quattro punti consecutivi senza far giocare il basilese. Anche il secondo set si è quindi deciso al tie-break, dove il transalpino ha giocato solido, con più coraggio, pareggiando meritatamente i conti.

Nonostante il break in apertura di terzo set, Federer ha continuato a faticare, sotterrando molti rovesci in rete, steccando diverse palle e non riuscendo mai ad applicare con continuità la tattica offensiva messa in mostra alla grande la scorsa settimana. I campioni sanno vincere anche queste partite, quando le gambe non girano e il braccio è meno fluido. Roger è rimasto attaccato alla partita e ha portato a casa la tredicesima vittoria consecutiva. Anche all’esordio a Shanghai aveva visto i fantasmi contro Leo Mayer, per poi andare in crescendo nel corso della settimana. L’elvetico si augura di ripetere lo stesso copione e di avvicinarsi così alla testa della classifica. Domani troverà il vincente della sfida tra il qualificato francese Lucas Pouille e il nostro Fabio Fognini.

 

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