Challenge Round. Serena Williams come Evert e Navratilova: stelle da 18 Slam

TENNIS – DI FABRIZIO FIDECARO – Serena Williams ha conquistato agli US Open il suo diciottesimo titolo dello Slam in singolare. La fuoriclasse di Compton ha eguagliato così Chris Evert e Martina Navratilova, storiche rivali degli anni ’70/80.

Diciotto titoli Slam. Nell’Era Open solo Steffi Graf ha fatto meglio di Serena Williams, toccando quota ventidue. Allargando il discorso all’intera storia del tennis, la pantera di Compton è preceduta anche da Margaret Court, prima con ventiquattro, e da Helen Wills Moody, fermatasi a diciannove.

Il successo a Flushing Meadows ha già permesso all’attuale numero uno del mondo di tagliare un traguardo significativo, ossia raggiungere nella speciale classifica le protagoniste della più accesa rivalità femminile di sempre, Chris Evert e Martina Navratilova. Curiosamente sia Chris sia Martina, che si diedero battaglia per ben ottanta volta in match ufficiali (il bilancio è di 43-37 per l’ex cecoslovacca), conclusero le rispettive carriere con diciotto trofei Major di singolare in bacheca. Ora, assieme a loro, c’è anche la minore delle Williams, e non è un caso che siano state proprio Evert e Navratilova a premiarla nell’Arthur Ashe Stadium dopo l’affermazione in finale su Caroline Wozniacki. Vediamo nel dettaglio come le tre campionesse sono arrivate a tale cifra.

Australian Open – Qui la migliore è Serena, che ha conquistato cinque titoli fra il 2003 e il 2010. Chris e Martina, in verità, non giocarono troppo spesso a Melbourne, considerato anche il fatto che per varie stagioni quello australiano fu l’ultimo Slam del calendario e attraversò una fase di palese svalutazione. La Navratilova, dopo aver saltato le cinque edizioni tra il ’76 e il ’79 (nel ’77 furono due per lo spostamento di data), conquistò il primo dei suoi tre titoli nell’81, ripetendosi nell’83 e nell’85. La Evert, dopo essere stata finalista nel ’74, tornò proprio nell’81, cedendo nel match clou a Martina. In tutto la statunitense prese parte all’evento appena sei volte, raggiungendo la finale in ogni occasione ma vincendo solo nell’82 e nell’84.

Roland Garros – Parigi è decisamente il regno di Chris. Il suo gioco lineare da fondo rendeva al meglio sulla terra e le regalò ben sette Coppe Suzanne Lenglen in tredici presenze. L’americana avrebbe potuto persino incrementare il suo bottino, ma fra il ’76 e il ’78 preferì impegnarsi nel più remunerativo World Team Tennis, disertando i Campi Elisi, dove sarebbe stata l’indiscussa favorita, considerato anche che aveva vinto le due edizioni precedenti e si sarebbe imposta nelle due successive. A ogni modo, sul rosso resta netta la differenza con Martina e Serena, entrambe ferme a quota due.

Wimbledon – La regina d’Inghilterra non può che essere Martina. I suoi nove centri londinesi, di cui sei di fila tra l’82 e l’87, l’hanno consegnata direttamente alla leggenda dello sport. Serena, poco fortunata negli ultimi due anni, è a cinque (appaiata, fra l’altro, alla sorella Venus), mentre Chris, soprattutto a causa della contemporaneità con la mancina di Praga, si è dovuta accontentare di “soli” tre successi (a fronte di sette finali perdute).

US Open – New York è il luogo dove la sfida fra le tre fuoriclasse si fa più equilibrata. Evert e Williams vantano sei titoli ciascuna, due in più rispetto alla Navratilova. Chris mise a segno un poker consecutivo tra il ’75 e il ’78, Serena ha una striscia aperta di tre vittorie, Martina fra l’83 e l’87 inanellò quattro successi e una finale. Dell’attuale numero uno Wta impressiona soprattutto un dato: il suo primo centro arrivò nel lontano 1999, quando non era nemmeno maggiorenne, e a distanza di quindici stagioni il trofeo è stato ancora suo. Evert e Navratilova hanno ottenuto i loro trofei Major nell’arco di dodici anni (rispettivamente 1974-86 e 1978-90).

Per stilare un bilancio approssimativo, possiamo sostenere che sulla terra la migliore è stata Chris, sull’erba Martina e sul cemento Serena. Nei primi due casi si tratta di un dato oggettivo, nell’ultimo esiste più margine di discussione. A ogni modo parliamo di tre delle maggiori stelle del firmamento tennistico di tutti i tempi, ognuna con le sue caratteristiche ben definite. Di Evert e Navratilova basti ricordare che, nel periodo più caldo della loro rivalità, si soleva dire che, se una delle due non fosse esistita, l’altra avrebbe conquistato con agio, a suon di record ancora più impressionanti, la qualifica di migliore di sempre.

Dal canto suo, la Williams tempo fa veniva spesso criticata perché non sembrava dedicare anima e corpo al tennis, ma invece, grazie anche a questa attitudine, è riuscita ad allungarsi la carriera, vivendo una seconda giovinezza quando tante colleghe della sua generazione si sono ritirate da tempo. A tutte e tre va la sincera ammirazione degli appassionati che hanno potuto – e possono, nel caso di Serena – vederle all’opera.

 

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