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18 Set 2014 05:00 - Extra
Challenge Round. Coppa Davis, la questione doppio e i curiosi precedenti della finale
di Fabrizio Fidecaro
TENNIS – DI FABRIZIO FIDECARO – La sfida tra Francia e Svizzera sarà l’epilogo di Coppa Davis più atteso degli ultimi anni. Per gli elvetici esiste un oggettivo problema doppio e i precedenti sono nettamente a favore dei transalpini, ma da quando esiste il World Group tra le due ha sempre vinto chi giocava in trasferta…
Francia contro Svizzera: dal 21 al 23 novembre, presumibilmente a Lille, avrà luogo la finale di Coppa Davis più attesa degli ultimi anni. Il motivo principale? Presto detto: l’insalatiera è uno dei pochi trofei che ancora non fanno bella mostra di sé nella sterminata bacheca di Roger Federer, e la sua miriade di tifosi intorno al mondo spera di vedere presto colmata questa lacuna. Quest’anno il fuoriclasse di Basilea ha recuperato brillantezza e in più si è trovato accanto uno Stan Wawrinka al top, capace di spezzare l’egemonia dei Fab Four a Melbourne e di mantenere poi un rendimento medio-alto lungo l’intero arco della stagione. Insomma, l’occasione è ghiotta e forse irripetibile, e lo si era compreso fin dalla trasferta in Serbia al primo turno, non a caso affrontata dagli elvetici a ranghi completi.
Dal canto loro, però, i francesi non sono certo intenzionati a svolgere il ruolo di vittime predestinate per il lieto fine in stile hollywoodiano della favola elvetica. I cugini d’Oltralpe non alzano il trofeo dall’ormai lontano 2001 e contano di spezzare il digiuno con l’aiuto del fattore campo. Intanto, in semifinale, si sono sbarazzati in due giornate dei bicampioni uscenti della Repubblica Ceca, dando prova di essere un team valido e coeso. Quando Richard Gasquet è stato preferito per i singolari a Gael Monfils – che l’aveva appena travolto agli US Open – c’è chi ha pensato a un abbaglio di capitan Clement, e invece il talento di Beziers ha ripagato la fiducia liquidando Tomas Berdych e spianando la strada per il successo dei suoi. Chiunque andrà in campo, oltre all’inamovibile Jo-Wilfried Tsonga (che di recente ha battuto Federer nella finale di Toronto), sarà in grado di fornire un contributo significativo alla causa.
La Svizzera, poi, ha un oggettivo problema doppio. La coppia migliore, Federer e Wawrinka, fatica non poco a ingranare: in Davis, addirittura, Roger e Stan hanno perso gli ultimi quattro incontri disputati assieme. Quest’anno gli unici svizzeri a vincere nella specialità sono stati Chiudinelli e Lammer contro Krajinovic e Zimonjic a Novi Sad, ma è chiaro che puntare su di loro nella finale costituirebbe a dir poco un azzardo. Al contrario i transalpini si sono aggiudicati tutti e tre i doppi giocati nel 2014, due volte con Gasquet/Tsonga, una con Benneteau/Llodra, e sembrano disporre di un maggior numero di frecce al proprio arco. Ovvio che, se Roger e Stan, esaltati dal clima di Coppa, ritrovassero il feeling che li portò a conquistare l’oro olimpico a Pechino 2008, la questione sarebbe ben diversa.
Entrambe le finaliste hanno rischiato grosso in casa nei quarti: a Ginevra la Svizzera si è ritrovata sotto per 1-2 contro il Kazakhstan, a Nancy la Francia ha dovuto rimontare addirittura da 0-2 con la Germania. In totale la Francia ha prevalso in dieci dei dodici head to head con la Svizzera, ma da quando esiste il World Group le squadre si sono affrontate in cinque occasioni (una al primo turno e le seguenti nei quarti) e curiosamente si è sempre imposto chi giocava in trasferta.
Nel 1988, a Basilea, gli ospiti fecero piazza pulita di un team elvetico che schierava come secondo singolarista il modesto Roland Stadler. Il punto della bandiera venne da Claudio Mezzadri, che il venerdì batté Leconte in cinque set.
Nel 1992, lungo la strada che li portò alla finale, Rosset e Hlasek batterono anche i transalpini, detentori dell’insalatiera. Accadde sulla terra indoor di Nimes: Forget e Leconte furono schierati solo in doppio e le sconfitte in singolare di Boetsch e Champion non diedero scampo ai padroni di casa.
I bleus si vendicarono nel 2001. Sul sintetico di Neuchatel il protagonista fu Nicolas Escude, che batté un Federer 19enne e, sul due pari, rimontò uno svantaggio di due set a uno con Bastl. Anche Arnaud Clement portò ai suoi un punto importante, superando in avvio Rosset per 15-13 al quinto. Escude avrebbe poi replicato l’impresa nella finale con l’Australia, sconfiggendo Hewitt e Arthurs sul’erba di Melbourne.
Due anni dopo, in quel di Tolosa, Fed-Ex fu il mattatore assoluto, aggiudicandosi tre punti, il doppio al fianco di Rosset. Dodici mesi più tardi, infine, giunse la nuova rivincita francese: a Prilly Roger vinse i suoi match individuali, ma con Yves Allegro fu battuto in doppio da Escude/Llodra e i transalpini sconfissero per due volte il secondo singolarista elvetico (Heuberger con Clement, Kratochvil con Escude).
Ora, a distanza di un decennio, ecco la nuova sfida. Rispetto al 2004 la Svizzera non ha più solo Federer, ma anche un Wawrinka che lo affianca degnamente, mentre la Francia è squadra equilibrata e compatta, con ogni componente nel pieno della maturità. Si prospetta un confronto emozionante, in bilico, tutto da seguire: l’ideale per concludere al meglio quest’annata ricca di spunti.