Becker: «Djokovic mi somiglia, ha una mentalità vincente»

TENNIS – Boris Becker torna allo US Open e lo fa con un altro ruolo da protagonista, ben 25 anni dopo la sua unica vittoria da tennista in quel di Flushing Meadows. Stavolta vestirà il ruolo di coach al fianco della prima testa di serie Novak Djokovic, e a pochi giorni dall’inizio del torneo ha rilasciato a CNN Open Court una lunga intervista.

«Riconosco in Djokovic – ha dichiarato il tedesco – alcune somiglianze con me stesso. È un ragazzo dalla mentalità vincente, noto che quando sfida uno tra Federer e Nadal si accorge di non avere lo stesso supporto dal pubblico e questo lo stimola a lavorare ancor più duramente. Per questo, quando ad ottobre sono stato chiamato da Nole, mi sono sentito onorato: ero sicuro di avere le carte in regola per farlo crescere ulteriormente».

Soprattutto prima della vittoria a Wimbledon, comunque, furono numerose le persone tutt’altro che convinte dalla loro unione. A tal proposito, il tedesco ha dichiarato: «Sono rimasto piuttosto sorpreso dalle numerose critiche piovute su Novak dopo aver ufficializzato il mio ingaggio, ma nel corso della mia carriera da tennista ne ho subite altrettante e sono sempre riuscito ad andare avanti senza troppi problemi».

Illazioni a parte, Djokovic ha già ottenuto obiettivi come il trionfo a Wimbledon o il ritorno alla prima posizione mondiale e Becker, interrogato sulla chiave di questi trionfi, ha spiegato:  «Nella mia epoca non ero riconosciuto come il più forte o talentuoso, ma davo il massimo in ogni mio incontro. Credo che questo mancasse a Nole, pur eccezionale dal punto di vista fisico, per questo ci siamo trovati. Posso dargli qualcosa in più che prima non aveva».

Il natio di Leimen ha infine parlato della vita privata del suo giocatore e di come il bambino che aspetta la moglie di Djokovic, Jelena Ristic, possa avere effetti positivi anche dal punto di vista tennistico: «L’arrivo di un figlio potrà solo migliorare il gioco di Novak, lo migliorerà dentro e fuori dal campo. Migliorò la mia persona tanti anni fa e recentemente ha aiutato Roger Federer, quindi non ho dubbi che possa giovarne anche il mio allievo».

 

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