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10 Lug 2014 05:00 - Extra
Challenge Round. Djokovic oltre Edberg e Becker: dove arriverà?
di Fabrizio Fidecaro
TENNIS – di FABRIZIO FIDECARO
Novak Djokovic ha conquistato a Wimbledon il suo settimo titolo Slam in carriera. Il serbo si è così messo alle spalle Edberg e Becker nella speciale classifica all time, raggiungendo McEnroe e Wilander. Agassi, Connors e Lendl sono a un passo: dove potrà arrivare Nole?
Sette Slam in bacheca. Con il successo ottenuto a Wimbledon Novak Djokovic ha toccato una quota decisamente significativa, mettendosi alle spalle nella speciale classifica dei plurivincitori il suo attuale mentore Boris Becker nonché il coach di Federer Stefan Edberg, fermi a sei.
Il serbo ha raggiunto otto giocatori al tredicesimo posto del ranking all time. Oltre a William Renshaw, Richard Sears e William Larned, che si aggiudicarono un singolo Major per sette volte agli albori della storia tennistica (Wimbledon per il primo, gli US Championships per gli altri due), Nole ha eguagliato nomi storici quali i “moschettieri” francesi Henri Cochet e René Lacoste, John Newcombe, John McEnroe e Mats Wilander.
Nessuno di questi è riuscito a realizzare il Career Slam, impresa ancora alla portata del ragazzo di Belgrado, due volte finalista all’ombra della Tour Eiffel. Cochet, Lacoste, Newcombe e Wilander hanno trionfato in tre diverse prove (ai transalpini è mancato il titolo in Australia, dove non giocarono mai, al “baffo d’oro” il Roland Garros, allo svedese Wimbledon), mentre McEnroe solo in due, non essendosi imposto a Melbourne e a Parigi.
Davanti a Djokovic di una lunghezza, con otto centri, figurano cinque giocatori: Fred Perry, Ken Rosewall, Jimmy Connors, Ivan Lendl e Andre Agassi. Perry e Agassi vantano affermazioni in ogni torneo, mentre a Rosewall e Lendl è sfuggito Wimbledon (malgrado quattro finali per Ken e due per Ivan) e a Connors il Roland Garros.
L’ottavo posto ex aequo è dunque un traguardo che Djokovic già può scorgere all’orizzonte. Più dura sarà scalare ulteriori posizioni in questa particolare graduatoria, guidata – com’è noto – da Roger Federer a quota diciassette. Il fuoriclasse di Basilea è seguito da Pete Sampras e Rafael Nadal, appaiati con 14; poi Roy Emerson (12), Rod Laver e Bjorn Borg (11), Bill Tilden (10).
A scanso di equivoci è bene ricordare per l’ennesima volta come il tennis sia diventato open solo a partire dal 1968: dunque questa classifica è evidentemente falsata dall’impossibilità per molti campioni, prima di questa data, di partecipare ai Big Four. In quanto passato professionista, Laver non li giocò per cinque anni (1963-67), Rosewall addirittura per undici (1957-67). Impossibile stimare quante altre vittorie avrebbero potuto cogliere, anche se, all’inverso, va ricordato anche come tale situazione li avesse agevolati a inizio carriera (comunque in un periodo ben più breve rispetto a quello in cui non erano ammessi al via).
Fin dove potrà spingersi l’attuale numero uno Atp? Difficile dirlo con precisione. Il serbo ha compiuto da poco ventisette anni, appare nel pieno delle sue forze e gioca bene su ogni superficie: è quindi preventivabile che riesca a mettere a segno qualche altro colpaccio. Potrebbe mettere nel mirino, magari, Tilden, Borg e Laver, anche se il podio, per il momento, sembra fuori dalla sua portata. Ma, come si suol dire, chi vivrà vedrà. Certo è che già adesso, ritrovandosi all’interno di un’illustrissima compagnia del genere, Nole si è guadagnato a buon diritto un posto di rilievo nell’Olimpo della racchetta.