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TENNIS – di FABRIZIO FIDECARO
Sara Errani è attesa dal periodo clou della sua stagione: dovrà difendere la semifinale a Madrid, Roma e Parigi. Le buone prove di Stoccarda, però, lasciano ben sperare e nel resto dell’anno le cambiali in scadenza saranno molto meno pesanti.
L’eccellente inizio stagione di Flavia Pennetta ha relegato in secondo piano, nella considerazione generale, quella che è tuttora la miglior giocatrice italiana nel ranking Wta, Sara Errani. La brindisina ha ottenuto risultati clamorosi, su tutti il trionfo nel Premier Mandatory di Indian Wells, risalendo tantissime posizioni in classifica, mentre Sara, al contrario, è uscita dalle top ten dopo quasi due anni di presenza ininterrotta.
Tutto sommato, però, per la ravennate si tratta di un calo fisiologico, dopo un lungo periodo ad altissimi livelli (per celebrare il quale, è notizia freschissima, lei stessa sta lavorando a un libro). E poi, a ogni modo, non stiamo assistendo a un crollo fragoroso, tutt’altro. Basti un dato: la ravennate occupa questa settimana la 13esima posizione della Race. Dunque, non è soltanto sulle ottime prestazioni della primavera di un anno fa che si basa il suo attuale ranking Wta (11esima), ma anche nei primi mesi del 2014 non sono state in tante a fare meglio di lei. Da gennaio a oggi l’allieva di Pablo Lozano ha raggiunto la finale nell’indoor di Parigi, la semifinale a Stoccarda, i quarti a Sydney, Doha e Charleston (dov’è giunta la sconfitta più sofferta, con l’emergente ma inesperta elvetica Belinda Bencic). Non è un bottino di quelli memorabili, ma nemmeno va disprezzato, anzi.
Ora sta per arrivare la fase più delicata della sua stagione. Nel 2013, sul rosso, la Errani mantenne una continuità straordinaria, piazzandosi in semi prima a Madrid, poi a Roma e infine al Roland Garros, e perdendo soltanto con Serena Williams (due volte) e Victoria Azarenka nei tre eventi principali. Sarà difficile confermare questa serie di risultati splendenti, e, di conseguenza, non si può escludere un ulteriore arretramento nel ranking. Poi, però, da giugno in avanti, Sara non avrà cambiali particolarmente pesanti in scadenza, potrà giocare con minor pressione sulle spalle e recuperare le – eventuali – posizioni perdute non sarebbe affatto un miraggio.
Ora, intanto, sarà fondamentale tenere duro e dare il meglio sulla terra, racimolare il maggior numero possibile di punti sulla superficie a lei più congeniale, restando attaccata con le unghie e con i denti ai gradini che contano. La settimana di Stoccarda è stata confortante, avendoci restituito una Errani come la ricordavamo: decisa, grintosa e implacabile quando è il momento di esserlo. La Sharapova non le ha dato chance, ma in precedenza erano giunti successi per nulla scontati contro Koukalova (ex Zakopalova), Kanepi e Suarez Navarro. Anche in doppio, dove assieme all’altra “cichi”, Roberta Vinci aveva attraversato un piccolo periodo di crisi, Sara è tornata a primeggiare, conquistando il secondo titolo dell’anno dopo quello colto – ricordiamolo bene – agli Australian Open.
Insomma, la Errani è ancora lì, ben presente a se stessa, pronta a dare battaglia, come di consueto, dinanzi ad avversarie che la sovrastano fisicamente. In fondo ha appena compiuto ventisette anni: se la Schiavone ha vinto il Roland Garros a quasi trenta (tornando in finale dodici mesi dopo), la Vinci alla stessa età ha vissuto la sua stagione più positiva e la Pennetta è in grado di esprimersi al meglio a trentadue primavere suonate, be’, perché per lei il futuro dovrebbe essere meno roseo?