Quale forma ha l’acqua? In verità l’acqua prende la forma che le viene data, perché si sostiene che non ne abbia davvero una tutta sua. Proprio come un liquido, incapace di acquisire una sola forma, il tennis di Jannik Sinner fluisce, si adegua a ogni foggia o situazione. Scorre inesorabile ignorando gli ostacoli e procede […]
TENNIS – Di ROSSANA CAPOBIANCO – Inizia come non era solita iniziare la stagione su terra di Rafa Nadal, l’indiscusso re di questa superficie ormai da anni: la sconfitta contro Ferrer ai quarti di finale in che prospettiva pone il maiorchino per questa stagione che lo vede difendere una marea di punti? Sarà sempre e ancora scorpacciata o quest’anno sarà più dura del solito?
E’ stata la sorpresa di Monte-Carlo. Naturalmente aveva già perso lo scorso anno, Rafa, nel “suo” Principato, ma in finale e contro un certo Novak Djokovic.
Quest’anno il maiorchino si presentava con due trofei già in bacheca, uno proprio sulla terra di Rio De Janeiro, battendo in semifinale un Andujar che aveva avuto anche match point e aveva messo molto (troppo) in difficoltà il Re della terra battuta. Rafa arriva senza troppe certezze da Indian Wells e Miami, è vero, ma questa è casa sua, è la superficie che ama tanto e dice di essersi allenato bene a Maiorca la settimana prima.
L’esordio contro Gabashvili mette in mostra dei motori non esattamente ben caldi, specie durante i primi cinque giochi: poi il margine è talmente ampio e la differenza è così tanta che la partita finisce immediatamente. Andreas Seppi agli ottavi di finale non ha la pesantezza dei colpi per dargli minimamente fastidio, e malgrado l’impegno e il provarci, viene spazzato via in un’oretta.
Contro Ferrer altre volte, anche sulla terra, Rafa ha sofferto: a Madrid era andato vicinissimo a perdere e la mancata sfrontatezza dello spagnolo di Valencia lo aveva salvato, oltre alle sue capacità innate su questa superficie. A Monte-Carlo però è parso quasi sempre in balia del suo avversario, troppo falloso, poco intenso, soprattutto poco convinto. Ha perso in due set, arrendendosi senza fare troppe storie.
Anche se è naturale che possa accadere, quello che Nadal ha fatto sulla terra fin qui -ed è qualcosa di mostruoso- ci porta a chiederci: che cosa succede?
Succede che probabilmente Rafa non si sente più tanto sicuro, che gli scompensi muscolari in una parte del corpo nella quale non è abituato ad avere alcun fastidio gli abbiano tolto sicurezza, succede che, sebbene facciamo molta fatica a crederci, la fame può calare e gli avversari possono invece trovare una chiave fin lì sconosciuta: succede perché questo è lo sport e Rafa questo lo sa bene. Per questo non fa drammi:
«Ho perso, perderò di nuovo, è normale: tutti vorrebbero essere nella mia posizione, tranne uno», afferma Nadal, non svelando chi è quell’uno. Djokovic? Federer? E perché?
E ancora il riferimento alle condizioni fisiche precarie: «Sono il giocatore che più ha mancato occasioni per problemi fisici».
Il fatto è però che Rafa difende più di 5000 punti sulla terra da qui fino a Parigi e quest’anno la difesa non pare così scontata: sicuramente alzerà livello e intensità, ma la concorrenza pare più fitta. Se Djokovic dovesse ristabilirsi completamente dai problemi al polso l’attacco alla prima posizione mondiale e all’egemonia su questa superficie sarebbe scontato; un Wawrinka brillante e solido su una superficie che ama così tanto è un serio avversario che adesso ci crede; Ferrer ha finalmente rotto il tabu e batterlo sulla terra non è una passeggiata di salute, Federer in una ottima giornata può creare la sorpresa, Murray potrebbe riprendersi e rivelarsi pericoloso.
Rafa insomma deve tornare ad essere il mostro di sempre per potere confermarsi ancora padrone assoluto di questi mesi rossi e primaverili: ritroverà la fiducia che gli serve, prima della forma tennistica?