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20 Gen 2014 16:00 - Australian Open
Australian Open. Pennetta in campo per sfatare il tabù-semifinale
di Fabrizio Fidecaro
di FABRIZIO FIDECARO –
MELBOURNE. Flavia Pennetta cercherà contro Na Li di sfatare il tabù-semifinale agli Australian Open. Finora nessun italiano è mai andato oltre i quarti nello Slam down under: ricordiamo il cammino di chi vi è riuscito prima di Flavia, ossia de’ Stefani, Pietrangeli, Caratti, Serra Zanetti, Schiavone ed Errani.
Riuscirà Flavia Pennetta a sfatare il tabù-semifinale? Nella storia degli Australian Open nessun tennista italiano ha mai raggiunto il penultimo atto in uno dei due tabelloni di singolare. La brindisina ci proverà, affrontando la cinese Na Li, attuale numero 4 del ranking mondiale e finalista dodici mesi or sono, nel primo match del programma di martedì 21 gennaio sulla Rod Laver Arena.
Ma quali sono stati gli azzurri capaci, in passato, di raggiungere i quarti? In campo maschile vi sono riusciti in tre: Giorgio de’ Stefani, Nicola Pietrangeli e Cristiano Caratti. Nel 1935 de’ Stefani compì una tournée in Estremo Oriente, allungandola in Australia, e partecipò dunque allo Slam down under. Superò in tre set Frankenberg e Clemenger, ma, dopo che la pioggia aveva bloccato lo svolgimento del torneo per qualche giorno, rimediò un clamoroso 60 60 60 dal campione britannico Fred Perry, che pure aveva battuto un paio di volte in altre occasioni.
Nell’edizione del 1957, l’unica cui prese parte, Pietrangeli rispettò in pieno il suo status di quinto favorito. Batté in quattro set gli australiani Douglas Napier e Bob Mark, ma a fermarne la corsa arrivò lo statunitense Mal Anderson, numero 4 del seeding, che lo sconfisse per 97 97 62.
Nel 1991, il piemontese Caratti fu protagonista di una tra le corse più sorprendenti di quegli anni. Cristiano si affacciò al torneo da numero 101 del mondo e sfruttò con abilità un tabellone non certo impossibile, che gli pose dinanzi tutti giocatori indietro a lui in classifica. Superò l’australiano Broderyck Dyke (n. 178) e lo svedese David Engel (n. 118) in quattro set e lo statunitense Glenn Layendecker (n. 146) in cinque. Negli ottavi la sua vittoria più bella, 64 al quinto su un 19enne olandese di belle speranze, tale Richard Krajicek, allora solo n. 113, ma futuro trionfatore a Wimbledon. A Caratti restò il rimpianto di non essersi spinto persino oltre, perché nei quarti si trovò di fronte il McEnroe meno “nobile”, Patrick (n. 114), cui rimontò uno svantaggio di due set, ma cedette 62 il parziale decisivo. Sei mesi più tardi Cristiano avrebbe raggiunto un notevole career high in 26esima posizione Atp.
Fra le donne, prima della Pennetta, avevano raggiunto i quarti Adriana Serra Zanetti, Francesca Schiavone e Sara Errani. La Serra Zanetti compì l’impresa nel 2002, quando, dopo aver prevalso all’esordio per 75 al terzo sulla spagnola Virgina Ruano Pascual, sconfisse, nell’ordine, la statunitense Amy Frazier, l’altra azzurra Silvia Farina (per 64 al terzo) e la slovacca Martina Sucha. La modenese si fermò solo di fronte a una fuoriclasse come Martina Hingis, che si impose per 62 63.
Nel 2011 la Schiavone, campionessa in carica del Roland Garros, era accreditata della sesta testa di serie. Faticò nei primi due turni con la spagnola Arantxa Parra Santonja e con la canadese Rebecca Marino, che le strapparono un set (la Marino si arrese solo per 97 al terzo), poi superò con una certa autorità la rumena Monica Niculescu. Negli ottavi il match storico contro la russa Svetlana Kuznetsova: la bellezza di sei matchpoint annullati e il successo per 16-14 al terzo, dopo un’estenuante battaglia di quattro ore e quarantaquattro minuti, record di durata per un incontro femminile. Nei quarti la leonessa si aggiudicò il primo set contro l’allora numero uno Wta Caroline Wozniacki, ma finì per cedere 63 al terzo. Il lunedì dopo il torneo, la milanese si issò al suo best ranking: n. 4 del mondo.
L’anno successivo fu Sara Errani a stupire, lanciando a Melbourne quella meravigliosa cavalcata che avrebbe raggiunto il culmine, pochi mesi dopo, con la finale a Parigi. La ravennate, non inclusa fra le teste di serie, dominò nei turni iniziali le russe Savinykh e Petrova, poi rimontò un set alla rumena Sorana Cirstea e negli ottavi liquidò con un perentorio 62 61 la cinese Jie Zheng. Fu la ceca Petra Kvitova, all’epoca numero 2 Wta, a interromperne la corsa, con un doppio 64.
E ora toccherà a Flavia. Riuscirà la pugliese a completare il passo ulteriore, quello che nessun italiano ha mai compiuto? Lo sapremo presto.