Dal nostro inviato a New York
Gianluca Atlante
New York – Ha vinto la più bella, la più elegante, la più forte e solida, almeno nella circostanza. Ha vinto quella che, nei precedenti cinque confronti, non era mai andata nemmeno vicino a farlo, salvo una volta, a Roma nel 2009. Ha vinto la nostra Flavia Pennetta e noi siamo contenti. Perchè al di là del successo contro la russa, Svetlana Kuznetsova, è lo stato di forma, fisico e mentale, in cui versa la tennista brindisina, che induce all’ottimismo. Sta bene Flavia. È serena, ha trovato nel suo nuovo coach, Salva Navarro, qualcosa che la sta portando a vivere una seconda giovinezza tennista e ad allontanare quella pensione che ci aveva fatto credere di desiderare prima di Wimbedon.
Al punto da dire… “la Pennetta che vi conoscete, non la vedrete mai più”. Bugiarda Flavia. Simpaticamente bugiarda. Perchè in questi Us Open, non solo stiamo di nuovo ammirando la Pennetta dei vecchi tempi, ma restiamo basiti di fronte a tanta grazia tennistica, che nel giro di tre giorni, ha portato la tennista pugliese a battere prima Sara Errani e poi Svetlana Kuznetsova, guadagnandosi di fatto gli ottavi di finale di questo Open degli Stati Uniti, dove ad attenderla ci sarà quella Simona Halep, davvero rullo compressore non soltanto in questo quarto ed ultimo Slam della stagione. Quello contro la russa, è stato un match perfetto. Dopo aver fallito (rovescio di risposta in rete) una palla break nel quinto gioco, la tennista azzurra è riuscita a strappare il servizio alla sua avversaria all’undicesimo gioco, chiudendo poi al dodicesimo dopo 48′. Senza storia, invece, il secondo set, un po’ com’era accaduto nel turno precedente contro Sara Errani. Flavia ha dominato in lungo e in largo la sua avversaria. E il tutto, con un significato importante che va letto tra le righe, senza servire tanto bene (lo aveva fatto, invece, contro la sua connazionale), ma con una solidità da fondocampo, da far paura. La Pennetta, in un amen, è andata avanti 5-0, ha rifiatato per un game, prima di chiudere 6/1 e volare meritatamente al quarto turno di questo Open degli Stati Uniti, dopo un’ora e ventitre minuti di grande tennis. Ed ora, come dicevamo, la Halep, contro la quale è in vantaggio 2-0 nei precedenti, l’ultimo dei quali nel recente torneo di Bastad.
“Questo è il mio torneo, questa città è meravigliosa, le gante è stupenda. Qui, credetemi, mi trovo davvero a mio agio. Per carità, Wimbledon è il torneo dei sogni, dei desideri di bambina con la racchetta in mano, ma questo è il mio torneo, ho sempre giocato bene”. Flavia Pennetta è il volto felice della vittoria, della ritrovata serenità, di tutto quanto, insomma, serve ad una tennista come lei che sta riscoprendo una seconda giovinezza tennistica. “Sto bene, ma credo, e non vorrei ripetermi in questo, che il tutto è frutto del gran lavoro fatto in questi mesi dove, credetemi, di bocconi amari, di momenti davvero molto bui, ne abbiamo dovuti ingoiare tanti. Ho trovato nel mio gruppo, però, in questo team che mi segue, quello che cercavo. Sto bene, mi sento bene, ho voglia di giocare”. E di vincere. Di continuare a stupire. A partire dal prossimo turno. Da una Halep contro la quale… “il punto lo devi fare te. Non sbaglia mai, mi ricorda in questo momento la prima Wozniacki, quella che arrivò a numero uno del mondo, perché non perdeva praticamente mai, mandando letteralmente al manicomio le sue avversarie. Ecco, la Halep, che in questo momento vale, a mio avviso, una classifica molto alta, mi ricorda lei. Resta il fatto, però, che è battibile”.
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