da Umago, FABRIZIO FIDECARO
Per la serie “giovani talenti crescono”, signori, ecco a voi Borna Coric. Sedici anni appena, nato a Zagabria nello stesso anno di Gianluigi Quinzi, il 1996, ma vari mesi più tardi: i diciassette li compirà solo il prossimo 14 novembre. Coric è stato già brillante protagonista della stagione junior, con le semifinali agli Australian Open e al Roland Garros e i quarti a Wimbledon, dove ha battuto Filippo Baldi per cedere poi al coreano Hyeon Chun, a sua volta sconfitto da Quinzi nel match clou.
A Umago Borna, numero 6 del ranking ITF under 18 ma ancora solo 752esimo in quello ATP, è entrato in tabellone grazie a una wild card e si è ritrovato al primo turno di fronte a quella vecchia volpe dell’argentino Horacio Zeballos, uno capace quest’anno sulla terra di Vina del Mar di battere niente meno che Rafa Nadal, seppure con il maiorchino al rientro dopo un lunghissimo stop. Insomma, un test assai duro, ma Coric vi si è affacciato con l’entusiasmo del ragazzino qual è.
Capelli a spazzola, viso da bimbo, non altissimo, la tipica corporatura da adolescente, snella e ancora in via di sviluppo, Borna non è sceso in campo per fare esperienza. No, lui voleva vincere. Sentiva che era il match della vita, o, almeno, di quella che è la sua giovanissima esistenza tennistica finora, e ha dato tutto. A lungo non si è lasciato irretire dal fastidioso gioco mancino dell’avversario ed è riuscito addirittura a fare suo il primo set al tie-break, per il tripudio del pubblico.
Coric non si è accontentato, però, e in un battibaleno è volato avanti 3-0 nel secondo, con due chance consecutive per il 4-0 e un doppio break di vantaggio. Il servizio, solido seppur non troppo incisivo, funzionava alla perfezione, così come il diritto e il rovescio bimane, e i gemiti che accompagnavano le sbracciate parevano quasi soavi melodie. Lo stato adrenalinico in cui si trovava faceva recuperare a Borna palle pressoché impossibili, come alcuni drop-shot del sudamericano apparentemente imprendibili e trasformati invece in colpi vincenti.
Insomma, è stato bello finché è durato. L’inesperienza del giovane croato lo ha portato a non dosare le energie fisiche e mentali, cosicché, stanco, Coric è finito per andare fuori giri. Una parte fondamentale nel processo, ovviamente, l’ha avuta Zeballos, che è rimasto sempre con la testa dentro il match, capendo subito il momento delicato del rivale e approfittandone al meglio.
Il segno della resa sul 3 pari del secondo set, con Borna 0-40 sulla propria battuta. Qui il ragazzino si è aperto bene il campo e ha sfogato la propria frustrazione per l’opportunità che stava sfuggendogli, chiudendo un semplicissimo smash al rimbalzo con un urlo e una ferocia inaudita e mandando la pallina in tribuna dopo il rimbalzo. Ha annullato così la prima delle tre palle break, ma nel punto successivo ha messo un rovescio in rete, consegnando il vantaggio decisivo a Zeballos.
È finita così: 67(5) 64 60 per il 28enne di Mar del Plata. Ma di Coric, c’è da scommettere, risentiremo parlare. Chissà, forse l’incontro serale nel Grandstand di Umago ha tenuto a battesimo la nascita di una stella. A star is… Borna, potremmo dire: diamogli tempo, e se son rose fioriranno.
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