Sharapova: “Le questioni mediche rimarranno tra me, la WTA ed il mio medico”

La conferenza stampa di Maria Sharapova al termine del primo turno di Stoccarda contro Roberta Vinci.

Come è stata secondo te l’accoglienza del pubblico?
Non è qualcosa su cui mi sono concentrata. Ho passato tanti mesi cercando di farmi trovare pronta, pensando di dover rimanere positiva nel momento in cui entro in campo. Il mio compito è quello di fare la tennista e competere ad alto livello.

Ti è dispiaciuto sentire i commenti delle giocatrici che si dicevano contrarie alle wild-card ricevute?
Io ringrazio solo il direttore del torneo che mi ha dato l’opportunità di poter partecipare in questo evento che è il più difficile a tabellone “minimo” perché ci sono solo giocatrici di alto livello ed io mi trovo nella posizione di poter competere con le più forti nel mondo.

L’anno scorso quando hai annunciato di aver fallito il test antidoping avevi accennato al fatto che stavi assumendo Meldonium per curare un problema di diabete. Ora che non puoi più usare quel farmaco hai trovato qualche rimedio?
Questo è tra me, la WTA ed il mio medico ortopedico.

Ti senti pronta per partecipare alle qualificazioni del Roland Garros e di Wimbledon, se sarà necessario?
Sarei pronta a giocare anche il torneo junior, se dovessi. Tutti sanno quanto io possa essere competitiva e che non prendo nulla per scontato. Se mi danno una chance di partecipare io la prendo.

E sull’eventuale decisione negativa del Roland Garros?
Non è una cosa che mi interessa, non è il mio compito. Il mio compito è quello di essere una tennista.

Penso che in molti vorrebbero avere una risposta da parte tua sulle critiche per la wild-card. Tu ti senti in dovere di giustificare la tua presenza? Se sì, come?
Cioè?

Cioè diciamo che ti senta in dovere di spiegare come mai tu abbia preso la wild card per questo evento, visto che per molti la tua presenza qui è un cattivo esempio per le future generazioni.
Allora, mi sono state offerte wild-card dai direttori del torneo e sono stata felice di accettarle. Sono arrivata qui senza ranking e non vinco trofei con le wild-card, devo ancora vincere diverse partite. E questo è il mio lavoro.

Come ti sei sentita quando hai notato che il lavoro fatto in allenamento durante questi mesi poteva essere trasportato in campo?
Ho cominciato ad allenarmi duramente da gennaio. Questa però è una fase diversa. Ho speso tanto tempo in palestra ed ora sto cercando di mettere partite nelle gambe. Ho cominciato solo nelle scorse settimane, sarà una fase di transizione e dovrò vedere come reagirà il mio corpo. Lo scorso anno non ho giocato a tennis. È un processo, ma non è affatto come allenarsi.

Sei arrabbiata se ripensi ai 15 mesi passati da squalificata?
No, affatto. Non sono quella persona che rimane male per queste cose, cerco sempre di trovare il modo per scrollarmele di dosso.

Ti da fastidio pensare che da ora in avanti si parlerà di te come quella persona che ha ricevuto un ban per doping?
Non posso controllare quello che dice la gente. L’unica cosa che posso controllare è quello che faccio.

Sei d’accordo con l’affermazione del tuo manager, Max Eisenbud, per cui Agnieszka Radwanska e Caroline Wozniacki sono “mezze giocatrici”?
Non posso controllare quello che dice il mio manager. Sono sicuro lui ha visto tutto quello che è stato detto negli ultimi 15 mesi, dunque è autorizzato ad avere una sua opinione, ma non posso controllarla.

Dan King, scrivo per il The Sun…
Oh Dio

Piacere di conoscerti, sì.
Non penso di aver mai visto il Sun a Stoccarda. Vero? Wow, prima volta!

Pensi che quello che è stato detto dalle altre giocatrici sia qualcosa che non si riferisce all’antidoping ma è più un fattore personale?
Non è il mio compito. Non mi interessa.

Puoi parlare di come il tuo rituale pre-match è cambiato da quando sei stata sospesa soprattutto visto che l’infrazione è dovuta a dettagli?
No.

Hai modificato qualcosa nel tuo gioco?
Ho lavorato tanto su vari aspetti del mio gioco. Il servizio era uno di questi. Non ho cambiato nulla di radicale, ho cercato di potenziare il mio lancio di palla.

E se non dovessi giocare il Roland Garros?
Non penso la mia mente sia lì. Prima di arrivare a Parigi, dopo non aver giocato per 15 mesi, penso soltanto a torneo dopo torneo. Ho avuto un meeting con la FFT ed abbiamo discusso diverse cose, rispetterò qualsiasi sarà la loro decisione.

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