Keys ribalta il mondo: vince l’Australian Open, Sabalenka battuta in volata

È stato un Australian Open, a livello femminile, semplicemente palpitante e non poteva che finire con una finale thriller, non tanto ricca di contenuti ma tiratissima e a tratti spettacolare con Madison Keys che ha portato a termine una delle più incredibili corse Slam superando dopo Iga Swiatek anche Aryna Sabalenka.

In sette partite, la numero 19 del seeding ha vinto cinque volte al set decisivo con successi al fotofinish: 6-4 contro Elina Svitolina, 7-5 contro Elena Gabriela Ruse e oggi Sabalenka, e il 7-6 di giovedì contro Iga Swiatek in cui salvò anche match point. La prima da Maria Sharapova nel 2006 a battere nello stesso Major la numero 1 e numero 2 del mondo, con quattro top-10 battute e un sogno che finalmente si realizza e cancella definitivamente dalla memoria la finale allo US Open 2017 praticamente non giocata contro Sloane Stephens a causa, anche, di un problema muscolare.

6-3 2-6 7-5 il punteggio odierno che vale appena la seconda vittoria per Madison su sei confronti diretti contro la bielorussa, ma questa ha un peso specifico enorme. La più “anziana” prima volta campionessa Slam dai tempi di Flavia Pennetta allo US Open 2015 ha cominciato con un ritmo forsennato da fondo campo sfruttando le tensioni di un’avversaria che per tutta la partita è sembrata non essere mai a posto nel gestire la tensione e il nervosismo. Qualcosa che non l’ha mai veramente lasciata per tutto lo Slam, nemmeno nella semifinale così dominata nel punteggio, alla fine, contro Paula Badosa. L’inizio in particolare ricordava proprio quel match tranne il recupero da 2-0 e 40-0 della numero 1 del mondo. Keys soprattutto col dritto era molto pimpante e con il controllo sulla gara continuava a mettere pressione all’avversaria che tra doppi falli, errori e sguardo ben poco convinto finiva sotto 1-5 e set point.

Sabalenka è riuscita a salvare quel turno di battuta e sul 2-5 ha trovato qualcosa per far emergere crepe nella sicurezza dell’americana. Palle un po’ più corte nel campo, senza troppa potenza, potevano dare risultato. Non erano soluzioni pensate all’interno di uno scambio, ma spesso venivano usate come ultima chance per non essere aggredita e già nell’ottavo game dal 15-0 Aryna ha cominciato a ricavare punti insperati: prima un dritto scomposto verso l’incrociato, poi un rovescio affossato a metà rete seguito da una brutta smorzata per un improvviso 15-40. Arriverà un primo controbreak, non efficace visto che la stessa Sabalenka ha ceduto ancora poco dopo, ma quel momento ha descritto tanto di cosa accadrà nel secondo set. Sull’1-0 e 30-30 Keys ha avuto la grande chance per andare a palla break ma di nuovo, su una palla più corta, il suo approccio coi piedi è stato fallimentare e come avvenuto prima questo ha portato a un periodo traballante.

Di colpo, la fiducia e l’intensità ne risentivano calando tanto nell’efficacia. Sabalenka si salvava e in risposta, come anche segno della fortuna che cominciava a ruotare, un suo rovescio nei pressi della rete sullo 0-15 è stato deviato dal nastro ed è atterrato in campo. Keys recupererà, ma sul 30-30 è andata in affanno con la battuta e il braccio ha cominciato a sentire il momento delicato. La numero 1 del mondo ha preso un break vitale, ma continuavano le difficoltà al servizio con uno 0-30 da recuperare sul 2-1 e un altro sul 4-1 dove ha anche concesso palle break. Non era una bella fase di partita, con Keys che accusava il colpo in maniera sempre più importante e concedeva tanto, come due risposte di rovescio consecutive sbagliate su un 15-30 che davano sempre più vigore all’avversaria, capace poi di attaccare piuttosto bene a sua volta due seconde palle dell’avversaria sotto i 115 chilometri orari per andare 4-1 e risalire dal 15-40 capendo sempre più che palle corte pur non perfette avrebbero avuto la meglio nello scambio.

Si è così giunti al set decisivo, ma per quanto diversi punti fossero spettacolari nelle esecuzioni di vincenti a grande velocità e potenza, c’era la sensazione di partita bloccata e poco competitiva. Sabalenka viveva i momenti sempre con più tensione delle due, Keys non riusciva più a esprimere la brillantezza di inizio gara e il suo tennis funzionava solo da ferma. Se spostata, complice magari anche la stanchezza per le tante fatiche accumulate in queste tre settimane (comprese le cinque partite giocate ad Adelaide), era praticamente inefficace. Però il servizio se poteva le dava una mano e Aryna stessa lasciava abbastanza a desiderare nel tentativo di mettere pressione. Così Madison non ha mai avuto veri grattacapi sul 3-3, sul 4-4 e sul 5-5 mentre qualcosa la sua avversaria cedeva, con alcuni dritti colpiti male. E si è arrivati al dodicesimo game nato ancora di una stecca di dritto della numero 1 del mondo e una risposta improvvisa vincente dell’americana per lo 0-30 che scuoteva un po’ tutti dal torpore di game filati via lisci. Sul 15-30 Sabalenka ha commesso l’errore più grave della sua giornata cercando un contropiede col dritto che l’ha messa in trappola: Keys, che aveva già fatto un allungo difensivo a destra, non avrebbe mai corso o comunque raggiunto la palla se giocata nel campo aperto e si è trovata con l’opportunità di riaprire il punto terminato con un dritto scomposto affossato in rete dalla bielorussa.

Il super tie-break decisivo sembrava a un passo, e invece l’ultimo twist della gara ha dato la vittoria alla numero 19 del seeding che al secondo match point ha cominciato lo scambio e preso il comando col dritto, colpendo l’ultimo vincente della sua partita e celebrando con tanta gioia e sorpresa un titolo che ne ripaga gli sforzi e le sofferenze della carriera fin qui inespressa. Per Sabalenka, delusissima, l’asciugamano a coprire volto e lacrime appena dopo la stretta di mano cordiale è stato un po’ il segno di una giornata tremenda perché aveva tutto per fare la tripletta anche malgrado i momenti di tensione patiti. Alla fine però il quarto Slam in carriera è momentaneamente sfumato.

Gli highlights della finale

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