Quarti di finale
[6] L. Musetti b. [1] A. Zverev 2-6 7-6(5) 6-4
K. Khachanov b. M. Berrettini 6-1 6-4
Come il cielo di Lombardia Musetti è così bello quando è bello che si è visitati da sensazioni contrastanti, come nelle più classiche fasi dell’innamoramento. Da un lato la voglia di vederlo sempre, di sperare che la partita non finisca mai, che regali sempre la stessa emozione delle prime volte. Dall’altra la preoccupazione che se si ripetesse sempre tutto diventerebbe un già visto. Musetti per il momento non corre il rischio di far stancare i suoi innamorati perché alla prestazione di ieri non è difficile che possa seguire un qualche ritorno tra i mortali già contro Draper, contro cui d’altra parte ha già perso una volta, lasciamo perdere l’altra sconfitta in quella pagliacciata della next generation. Contro Zverev non è solo la vittoria, la seconda di fila dopo quella delle olimpiadi, a far brillare gli occhi di chi ha guardato, ma ovviamente il modo con cui Musetti ha superato il tedesco. Dopo un preoccupante primo set sul 15-40 del primo game del secondo qualcosa deve essere scattato dopo il servizio vincente e quel meraviglioso dritto a uscire che ha annullato le due palle break. Forse, probabilmente addirittura, Musetti si è liberato dall’idea di fare il compitino e ha dato libero sfogo all’istinto, iniziando una specie di esibizione con palle corte che sono state altrettante banderillas sul corpo di un toro che perdeva sangue sempre più copiosamente. Un gioco così garibaldino non poteva che avere degli effetti collaterali e Musetti dopo aver condotto a lungo il secondo set si è trovato sul 5 pari e ancora tre palle break di fila da salvare. Una sola misera volta Zverev ha avuto la possibilità di chiudere, niente di clamoroso, giusto un rovescio che finisce in rete, ma per il resto è stato di nuovo travolto. Il terzo set sarebbe stato una formalità per chiunque, soprattutto dopo essere andati sul 3-0 e servizio, ma Musetti ha ricordato a tutti di non farsi troppe illusioni facendo soffrire fino all’ultima palla, come conviene agli innamorati trepidanti. Non arriverà a Torino? No, non ci arriverà, ma il problema è di Torino, non certo di Musetti.
Notizie meno confortanti arrivando dal lato di Berrettini. Matteo ha perso in malo modo contro Khachanov uno che sembrava dovesse fare chissà cosa e invece sembra rassegnato ad una onesta carriera, hai detto niente. Il russo non ha preso parte alle olimpiadi perché, pensate un po’, non ha superato il test di neutralità e in generale non sembra uno interessato a fare chissà cosa per vincere partite e tornei. A volte sembra nemmeno aver voglia e perde con tennisti di seconda fascia, a volte però sta bene fisicamente e mentalmente e allora per batterlo devi giocare senza sbavature e non è detto che basti. Il Berrettini di ieri ha forse pensato di aver di fronte la versione meno impegnativa del russo col risultato di aver passato un primo set da incubo, con Khachanov che rispondeva a qualsiasi cosa prima di riuscire a trovare un secondo set più normale. Però Khachanov era proprio in serata, al momento giusto ha piazzato il break e poi ha resistito bene all’unico accenno di ribellione di Berrettini. Succede, non serve abbattersi, l’importante per Berrettini è stare in buona salute, Bercy è alle porte.
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