[12] J. Paolini b. M. Andreeva 6-3 6-1
Incredibile, incredibile. Jasmine Paolini, da Castelnuovo di Garfagnana, è in finale al Roland Garros. Una partita gestita con la sensazione di chi ne ha vissute tante, malgrado poi in 13 anni di professionismo prima di questo clamoroso 2024 non fosse riuscita a imporsi su palcoscenici anche superiori ai ‘250’. Eppure questa contro Mirra Andreeva è stata una partita che ha ricordato da vicino quello che trasmetteva nella semifinale del WTA 1000 di Dubai, quando partì come un treno per imporsi poi 6-1 7-6(6) contro Sorana Cirstea.
Alla lunga ha pesato anche lo stato emotivo di un’avversaria, giovanissima, che si è fatta travolgere dalla negatività e dal momento dove nulla stava funzionando con anche un po’ di sfortuna qua e là. Basti pensare a quella palla del controbreak nel primo set, sul 3-1 Paolini, quando un doppio nastro ha prima fermato e poi spinto appena al di là un dritto dell’azzurra. Alla fine, però, pesano tantissimo le volte in cui nei punti cruciali Paolini si è imposta senza mai tremare. Era una partita che si presentava col ricordo fresco di una brutta sconfitta patita a Madrid, quando Jasmine era in vantaggio e dal 5-2 e set point ha piano piano perso il controllo.
Renzo Furlan, in un’intervista fatta per la rivista online di Oktennis, ci raccontava appena dopo Indian Wells che alla base di tutto questo enorme progresso c’è un lavoro enorme fatto anno per anno e nella convinzione di Jasmine di poter avere un ruolo da recitare contro le migliori al mondo, cominciando piano piano ad aggiungere qualcosa al suo gioco tra un servizio ora non banale e un dritto pesante e potente. Oggi, però, probabilmente va esaltata la tranquillità con cui ha gestito praticamente tutti gli scambi. Solo in rare circostanze si faceva prendere dalla voglia di concludere subito, ma in tante occasioni ha deciso di far ricominciare lo scambio. Accettando anche di esporsi talvolta ai rovesci lungolinea di Andreeva ma alla lunga Mirra sembrava perdere contatto col proprio tennis cominciando a sbagliare sempre più.
Tre chance di controbreak annullate sul 3-1, altre due sul 4-2 dove ha tenuto un pesantissimo game in cui era stata ripresa da 40-0. C’è stato quel nastro favorevole, ma c’era anche tanto sangue freddo. Scambiava molto bene, teneva in affanno un’avversaria che non fermava la serie negativa. Mirra saliva 3-5 ma col servizio Paolini era praticamente perfetta cambiando le sorti della loro precedente sfida in Spagna. E nel secondo parziale ha evitato subito problemi gestendo molto bene il game sullo 0-1 dal 15-30. Lì, Mirra, mostrando di avere ancora 17 anni, non ha più retto. Persa la battuta si è lasciata andare a un primo momento di crisi e i tanti gratuiti di quella fase hanno solo accentuato la sua sensazione di impotenza. Il doppio break sul 4-1 apriva definitivamente una fase di crisi in lei, e nemmeno il tentativo di lasciare andare il braccio portava frutti sperati con Paolini che cancellava una sesta palla break su altrettante affrontate giocando una delicata smorzata e un’ottima voleè a chiudere.
Sul 5-1, malgrado avesse messo ko l’avversaria già più volte, doveva comunque completare l’opera e l’ultimo game è stato un assolo meritatissimo. Paolini sta sognando qualcosa di inimmaginabile e sabato avrà di fronte chi in questo torneo ha vinto 34 partite su 36 e va a caccia di un nuovo trionfo, il quarto, il terzo consecutivo. Sarà storico, e già adesso Jasmine è nell’Olimpo del tennis italiano raggiungendo il best ranking Roberta Vinci al numero 7 del mondo. Con un passo in più arriverebbe addirittura al numero 5, raggiungendo la sua attuale compagna di doppio Sara Errani. Vai Jazy.
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