A 17 anni e 27 giorni soltanto, Mirra Andreeva ha conquistato i quarti di finale al Roland Garros diventando così la seconda più giovane giocatrice a questo punto del tabellone negli anni 2000. Un percorso quasi atteso, vista ormai la sempre maggior convinzione che possa essere questa, la terra battuta, la vera superficie dove lei trae il massimo dal suo gioco tanto da azzerare la differenza non tanto di età quanto di esperienza che può esserci nei confronti di tutte le altre.
Un traguardo importante, pesante, ma forse anche pronosticabile nel momento in cui la testa di serie più alta nel suo quarto di tabellone, Maria Sakkari, è stata eliminata. Quella zona, già “traballante” al sorteggio, è divenuta un terno al lotto, quasi, senza una vera favorita, e Mirra ha gestito ogni partita come meglio non poteva, facendo anche l’exploit vero al terzo turno quando si è imposta 6-3 3-6 7-5 contro Victoria Azarenka in una partita conclusasi abbondantemente dopo la mezzanotte.
Qualità da fondo, soprattutto dal lato sinistro, e buona testa sono gli ingredienti base che stanno convincendo negli ultimi due mesi Conchita Martinez a proseguire il rapporto di lavoro cominciato con questo periodo di prova che l’ha portata prima ai quarti di finale a Madrid e ora tra le migliori otto dello Slam parigino. 7-5 6-2 il punteggio finale odierno contro Varvara Gracheva, in un quasi-derby vista l’origine russa di quest ultima divenuta francese nell’ultimo anno e la nazionalità di Andreeva che ha speso comunque un buon periodo del suo recente passato ad allenarsi nel sud della Francia. C’è stata lotta per quasi tutto il primo set, con un parziale di 10 a 0 per la diciassettenne annullato da un controbreak di Gracheva per il 4-4 e il buon tifo sulle tribune del Lenglen per la nuova beniamina di casa, ma la spinta e l’efficacia del suo tennis si è esaurita proprio nel momento più importante.
Era caparbia, lavorava bene la palla col rovescio diagonale carico e cercava col dritto di spingere sempre verso l’incrociato, punto ancora “debole” di Mirra, ma pur arrivando al 15-40 e doppio set point, Gracheva ha sentito il peso di un momento che anche per lei voleva dire tantissimo. Erano i suoi primi ottavi di finale in un Major, e la testa si è persa. L’errore grave è giunto sul secondo punto, quando nello scambio un rovescio innocuo dal centro si è fermato sotto al nastro. Paura, tensione, esplosi poi nel game successivo dove il dritto è stato disastroso e il doppio fallo ha suggellato un break regalato alla giovanissima avversaria, la quale ha sentitamente ringraziato e con freddezza ha concluso il parziale. Nel secondo, dopo il primo allungo non concretizzato, Mirra ha rimesso sotto pressione Gracheva che dal 2-2 ha finito per perdere gli ultimi quattro game.
Mercoledì Andreeva affronterà Aryna Sabalenka, numero 2 del seeding, per la terza volta in carriera. Il bilancio è 2-0 per la bielorussa, le partite si sono sempre concluse abbastanza nettamente in suo favore, ma è un nuovo step per lei. Sabalenka però c’è, eccome. Come Elena Rybakina, che quasi passa sotto traccia tanto le sue partite si svolgono senza intoppi, ha completato un’altra giornata tranquilla con un netto 6-2 6-3 a Emma Navarro, vendicando la sconfitta al quarto turno di Indian Wells di metà marzo imponendo il ritmo e la potenza che le appartengono. Così, per la prima volta dal 2013, le prime cinque teste di serie sono tutte approdate ai quarti di finale. Curiosamente, prendendo solo le prime quattro, abbiamo pressoché le stesse nazionalità. Nel 2013 furono Serena Williams, Maria Sharapova, Victoria Azarenka e Agnieszka Radwanska: Stati Uniti, Russia, Bielorussia, Polonia. Ora abbiamo Iga Swiatek, Sabalenka, Coco Gauff e Rybakina: Polonia, Bielorussa, Stati Uniti e Kazakistan ma con la giocatrice nata e cresciuta in Russia prima del nuovo passaporto a inizio 2018.
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